Le religiose indiane chiamate a riscoprire la propria identità e missione
Diventare “comunità di contrasto” ai valori e agli stili di vita oggi dominanti basati
sul denaro e sul potere della tecnologia e dei media che promuovono una cultura della
morte e vuoti esistenziali. Con questa indicazione di fondo si è conclusa ieri a Kochi,
nel Kerala, dopo quattro giorni di lavori, l’assemblea plenaria triennale della Conferenza
delle religiose dell’India. Al centro della riunione, alla quale – riferisce l’agenzia
Ucan - hanno partecipato 450 superiore maggiori in rappresentanza delle oltre 100mila
religiose presenti nel Paese, le crescenti difficoltà della vita consacrata in India
oggi di fronte alle sfide della modernità. Difficoltà che la Conferenza ha attribuito
al venire meno tra molte religiose di “un’autentica spiritualità” e di una “comprensione
rinnovata” della propria identità e missione. Per rispondere a queste sfide – è stato
sottolineato – gli istituti religiosi femminili in India devono elaborare nuove strategie
e agire insieme come “comunità di contrasto” che promuovano i valori evangelici dell’amore,
della giustizia e della verità per trasformare la società indiana, segnata ancora
dalla violenza, dalla povertà, dall’esclusione e dalla corruzione. Queste comunità
– si legge nella dichiarazione finale – dovranno promuovere “una spiritualità autentica
basata su una profonda esperienza di Dio”, la contemplazione, la comunione e l’impegno,
ma anche i valori della famiglia, la libertà e la responsabilità. La Conferenza si
è inoltre impegnata a rompere “la cultura del silenzio” contro tutte le violazioni
dei diritti umani, in particolare in difesa della vita e della dignità della donna
in India. (L.Z.)