La Messa del cardinale Bertone a Santa Maria Maggiore per le vittime di Haiti
Prosperità e pace per il popolo di Haiti, duramente provato, ma anche consolazione
e solidarietà concreta e stabile. E’ quanto invocato dal cardinale Tarcisio Bertone
durante la Messa di ieri pomeriggio nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore,
in suffragio delle oltre 200 mila vittime del terremoto di un anno fa. Tra queste
ultime c’erano numerosi religiosi che il porporato ha ricordato, citando in particolare
l’arcivescovo Joseph Serge Miot. Il cardinale si è fatto inoltre portavoce di una
nuova esortazione del Papa alla comunità internazionale perché contribuisca in modo
solidale e fraterno alla piena rinascita della “cara popolazione haitiana”. Il servizio
è di Gabriella Ceraso:
(musica)
La
Parola di Dio risuona come grande consolazione e fonte di fede e coraggio, mentre
nei cuori di ciascuno di noi sono ben presenti i dolorosi ricordi della tragedia di
un anno fa. Alla folta comunità haitiana a Roma, alle rappresentanze diplomatiche
e religiose e alla molta gente comune che ieri affollava la Basilica romana, il cardinale
Bertone ha voluto ricordare che è Gesù Cristo la somma consolazione del genere umano,
perché è stato messo alla prova e ha sofferto personalmente. “Il Figlio di Dio - ha
detto il cardinale - ha preso per sé la natura umana passibile, proprio per poter
in essa morire e così annientare il nemico che teneva i figli di Dio avvinti sotto
il suo potere tirannico”:
“La morte, ora, pur conservando il suo aspetto
doloroso, non ha più dominio su di noi dopo che Cristo con la sua morte e risurrezione
ha vinto il peccato e ha tolto alla morte il suo ‘pungiglione’ e la sua ‘preda’”.
Questa
esperienza personale di dolore e di debolezza, ha “perfezionato” Cristo, ha proseguito
il porporato, facendo di Lui una sorgente inesauribile di vita e di misericordia,
e anche un fedele interprete presso Dio delle necessità del popolo. E come lui anche
la Vergine, sua Madre. Poi lo sguardo al presente. “Oggi davanti alla porta della
Chiesa c’è la moltitudine dei fratelli haitiani, che si accalca in cerca di Cristo”,
afferma il porporato: hanno bisogno di essere consolati e sorretti per camminare verso
la piena rinascita e il Cristo Crocifisso e Risorto certamente non li abbandona:
“Non
è sordo al grido angosciato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi,
lavoro e spesso anche vite umane. La risposta concreta e visibile passa attraverso
la solidarietà di tutti i figli della Chiesa; solidarietà che non può limitarsi alla
sola emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto”.
Poi
il conforto della Chiesa per i numerosi defunti haitiani, che - afferma il cardinale
- attendono dai connazionali una testimonianza di coraggio e di speranza:
“Attendono
di vedere rinascere la loro terra, che deve tornare a dotarsi di case e di chiese.
Ed è proprio in nome di questi fratelli e sorelle, tragicamente periti, che deve sorgere
un rinnovato impegno di vita, aggrappandosi a ciò che non muore mai e che il tremendo
terremoto non ha potuto distruggere: l’amore”.
Quindi, in chiusura,
l’atto di affidamento a Maria:
“Aiuti Lei l’intera popolazione a conservare
salda la fiducia in Dio e nella forza del bene, per portare avanti il quotidiano impegno
di ricostruire non solo le strutture materiali, ma anche il tessuto sociale e, prima
ancora, le basi della vita personale e comunitaria”.
(musica)
La
popolazione di Haiti seppur ancora nel dolore, spera e crede fortemente in una rinascita
della sua terra, anche grazie all’impegno dei tanti connazionali sparsi nel mondo.
E’ quanto emerge dalle testimonianze raccolte tra i presenti alla Messa di ieri. Le
interviste sono di Gabriella Ceraso:
R. – Le
emozioni sono tante e tanta la sofferenza. L’unica cosa è che noi abbiamo fiducia
in Dio e preghiamo.
D. – Com’è Haiti oggi?
R. – E’ una
rovina! Non sappiamo come finirà, perché c’è stato il terremoto. Ma quello che sta
succedendo adesso è anche peggiore.
R. – Il Paese è rimasto come prima:
è molto triste e molto doloroso. E’ inutile mandare tanti aiuti e tante persone ad
Haiti, perché la ricostruzione, la vera solidarietà si deve fare con gli haitiani
e per gli haitiani. Bisogna far diventare gli haitiani stessi veri protagonisti.
D.
– La solidarietà del Papa che effetto vi fa? Vi dà speranza, forza…
R.
– Speranza. Il popolo haitiano dopo il terremoto non ha avuto tempo per piangere,
perché voleva vivere e ha avuto la forza di andare avanti, malgrado questa estrema
povertà. E il Papa, dà sempre speranza, è stato una forza sentita molto vicina da
tutti loro. Il popolo haitiano ringrazia il Papa ed è veramente consapevole di tutto
questo. (ap)
Dopo la Santa Messa, Charles-François Brejon
ha intervistato il cardinale Bernard Francis Law, arciprete della basilica
di Santa Maria Maggiore:
R. – Per
questo anniversario siamo qui e abbiamo celebrato la Messa esattamente nello stesso
orario del terremoto, le 16 e 45 di Roma. Abbiamo iniziato la Messa alle 16 e 30.
Per me, vedere questi bambini tenuti fra le mani della Croce Rossa italiana è stato
un segno visibile della solidarietà che dobbiamo avere l’uno per l’altro. Questa è
la Chiesa. La Chiesa è una comunione di amore. Noi dobbiamo esssere una comunione
di amore, di giustizia, di vicinanza, per le persone che soffrono.
D.
- Oggi, qual è la vera misisone della Chiesa per Haiti, un anno dopo?
R.
– E’ la missione della Chiesa nel mondo: portare il messaggio e la presenza di Gesù,
del suo amore, della sua giustizia, della sua pace. Questo è il messaggio. Noi dobbiamo
essere l’incarnazione di Gesù, del suo amore. Questa è la missione qui e anche ad
Haiti. (bf)