2011-01-13 14:48:34

A Roma, veglia di preghiera per i cristiani vittime di persecuzioni e violenze promossa dal mondo cattolico


Una Veglia di preghiera in memoria delle vittime dei recenti attentati alle comunità cristiane in Iraq, Egitto e Nigeria e a sostegno di tutti i cristiani perseguitati, si svolgerà questa sera, alle ore 19, nella Basilica del Sacro Cuore a Roma. A presiedere l’incontro, organizzato da una ventina di Movimenti e Associazioni del mondo cattolico, sarà mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare della diocesi di Roma. Al microfono di Adriana Masotti, Benedetto Coccia, presidente dell’Azione cattolica romana, spiega come è nata l’iniziativa:RealAudioMP3

R. – Per rispondere in qualche modo all’invito rivolto dal Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace di quest’anno, cioè l’invito a pregare per i fratelli cristiani che soffrono violenze, per essere vicini a loro e per ricordare le vittime di queste violenze; vittime che proprio in quest’ultimo periodo vanno crescendo di giorno in giorno. In particolare, come cristiani di Roma ci sentiamo partecipi della vocazione universale della Chiesa e del nostro vescovo, il Papa, e quindi particolarmente vicini a tutti cristiani del mondo.

D. – A promuovere la Veglia dai preghiera sono molte Associazioni e Movimenti del mondo cattolico. E’ anche un’occasione, questa, per vivere un momento di unità tra realtà della Chiesa che, magari in modo diverso, lavorano quotidianamente per la pace e per il dialogo?

R. – Assolutamente sì. E’ una sensibilità che ci accomuna tutti e si rivolge anche ai non cristiani e alle persone di buona volontà, a tutti coloro che hanno a cuore la dignità della persona che, nel momento in cui si vede negata la libertà religiosa, viene essa stessa negata.

D. – Spesso, alla base dei conflitti tra appartenenti a religioni diverse ci sono anche motivazioni politiche, interessi economici, povertà – pensiamo alla Nigeria, per esempio. Elementi di cui, forse, bisognerebbe tener conto per prevenire queste violenze…

R. – Sì, negare la libertà religiosa in realtà vuol dire negare uno dei principi fondamentali della libertà di ogni uomo. Ecco perché la libertà religiosa ha anche una valenza di civiltà politica e in qualche modo giuridica. Non a caso il Papa, nel suo Messaggio, si rivolge anche agli Stati. Certamente, anche la precarietà economica che vede in questo momento molti Paesi soffrire e quindi molte società in difficoltà, non fa che acuire talvolta la difficoltà di dialogo esistenti purtroppo tra le diverse religioni in diverse società del mondo.

D. – Sostenere i cristiani perseguitati nel mondo, approfondire il dialogo con tutti: è importante che questi due impegni vengano portati avanti contemporaneamente?

R. – Sì, ed è altrettanto importante una conoscenza reciproca, perché spesso conoscere le altre religioni vuol dire anche comprendere le altre culture e spesso vuol dire scoprire che, in realtà, anche negli altri messaggi religiosi non c’è alcuna traccia di violenza. Questi sentimenti di odio e di violenza spesso vengono istillati e veicolati attraverso la religione, ma con la religione non hanno niente a che vedere.

D. – Riguardo all’impegno per la pace e per il dialogo, che cosa sta facendo l’Azione cattolica in particolare qui, a Roma?

R. – L’Azione cattolica da sempre dedica l’intero mese di gennaio al tema della pace. L’Azione cattolica svolge un servizio pastorale nelle comunità parrocchiali, soprattutto orientato alla formazione dei cristiani, e per questo l’intero mese di gennaio è dedicato, in tutti i gruppi parrocchiali, a questo tema. In particolare, domenica 30 gennaio si svolgerà la tradizionale carovana della pace dei ragazzi di Acr, che terminerà a mezzogiorno con l’Angelus del Papa e il lancio delle colombe, quale segno di speranza e di pace. Quello sarà un momento molto bello, perché i bambini e i ragazzi testimonieranno per le vie di Roma la loro volontà e il loro desiderio di pace e soprattutto il loro desiderio di farsi costruttori di pace nella società. (gf)







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