2011-01-12 15:31:25

Tunisi: la protesta arriva nella capitale. Violenti scontri tra manifestanti ed esercito


Sembra aggravarsi la situazione in Tunisia. Violenti scontri sono scoppiati nel centro di Tunisi tra manifestanti e ed esercito. Secondo al Jazira, cinque persone sono state uccise. Tra le vittime anche un professore universitario. Aggredita una troupe del Tg3 mentre seguiva le manifestazioni. Nessuna conseguenza per i due giornalisti. La capitale è presidiata dai blindati. Nuovi disordini anche a Kasserine (Tunisia centro-occidentale), dove la polizia ha usato lacrimogeni. Stamani, la portavoce del capo della diplomazia Ue, Ashton, ha ribadito la sua ferma condanna per l'uso “sproporzionato” della forza fatto dalla polizia in Tunisia. Intanto su Internet si susseguono voci di un possibile golpe, dopo il presunto rifiuto dell'esercito di disperdere i manifestanti. Da parte sua, il presidente tunisino, Ben Ali, ha nominato un nuovo ministro dell'Interno e ha ordinato il rilascio di tutte le persone arrestate in seguito ai disordini degli ultimi giorni. Lo ha detto in conferenza stampa il premier tunisino, Mohammed Ghannouci, aggiungendo che il nuovo ministro dell'Interno è Ahmed Fraa, ex accademico e sottosegretario. Il presidente ha anche deciso la creazione di una commissione speciale che indaghi sulla corruzione e sui comportamenti di alcuni funzionari pubblici.

In Algeria nuova condanna per il leader di al Qaeda nel Maghreb
Per l'ennesima volta, il leader di al Qaeda per il Maghreb islamico, Abdelmalek Droukdel, alias Abou Moussab, è stato condannato alla pena capitale in contumacia. Insieme con lui, il Tribunale di Boumerdes, 50 km ad est di Algeri, ha condannato a morte altri 16 terroristi tra cui cinque emiri, accusati di “appartenenza ad un gruppo terroristico e omicidio volontario”. Hanno partecipato, rende noto la stampa algerina, a diversi attentanti compiuti in Cabilia, a Tizi Ouzou e Boumerdes, in particolare all'attacco del 2007 contro una caserma a Yakourene. L'emiro alla guida del braccio nordafricano di Al Qaeda è stato già condannato a morte a più riprese da diversi tribunali algerini.

Morti in attentato a Kabul
È di almeno quattro morti e 30 feriti il bilancio provvisorio di un attentato suicida realizzato oggi nel centro di Kabul contro un autobus che trasportava dipendenti dei servizi di intelligence (Nds) afghani verso il loro posto di lavoro. Lo riferisce ToloNews Tv. Secondo il corrispondente della tv araba al Jazeera, i morti sarebbero però almeno otto e 27 i feriti. Il kamikaze, si è appreso, è entrato in azione verso le 8 nel quartiere centrale di Serahi Alauddin, a poca distanza dal parlamento e da altri edifici governativi. Nella provincia orientale afghana di Kunar, il vicecapo dei servizi di intelligence è morto oggi assieme al suo autista quando il veicolo su cui viaggiava ha urtato un rudimentale ordigno esplosivo (Ied).

Due maestre uccise in Pakistan: bomba contro lo scuolabus
Due maestre pakistane sono state uccise da due bombe esplose al passaggio di uno scuolabus a Peshawar, il turbolento capoluogo della provincia nordoccidentale di Khyber Pakhtunkhwa. Lo riferisce la televisione Ary, precisando che la deflagrazione ha causato diversi feriti. L'attacco è avvenuto nella strada Panjgai, ora isolata dalla polizia giunta sul posto per gli accertamenti. Non si conosce ancora la natura dei due ordigni. Stamattina, a Peshawar, un'altra esplosione aveva distrutto una centralina di distribuzione della corrente elettrica. Non si sono registrate vittime.

Pakistan, uccisi militanti da drone nel Nord Waziristan
Almeno quattro sospetti militanti islamici sono stati uccisi da un attacco lanciato da un aereo drone americano nella regione tribale del Nord Waziristan, nel nordovest del Pakistan, dove negli ultimi mesi si sono concentrate analoghe operazioni contro talebani e militanti di Al Qaeda. Secondo quanto riferisce la tv Geo News, alcuni missili hanno centrato un edificio nel villaggio di Haiderkhel, nei pressi della principale città di Miranshah vicino al confine con l'Afghanistan. Una fonte locale ha detto che “alcune delle vittime sono straniere”. Il raid, il quinto del nuovo anno, coincide con l'arrivo a Islamabad del vicepresidente americano, Joe Biden, che ieri è giunto a sorpresa a Kabul per discutere con il presidente, Hamid Karzai, del piano generale per il ritiro delle truppe statunitensi.

L’Iran definisce i negoziati di Istanbul un'ultima chance
Il prossimo round negoziale a Istanbul sul dossier nucleare iraniano potrebbe essere "l'ultima chance" per i Paesi occidentali: lo ha detto il rappresentante iraniano presso l'Agenzia atomica internazionale (Aiea), Ali Asghar Soltanieh. "Potrebbe essere l'ultima chance, perchè con le barre di combustibile prodotte in Iran, probabilmente il parlamento non consentirà al governo di negoziare o inviare l'uranio al di fuori del Paese, e gli incontri di Istanbul potrebbero essere l'ultima chance per l'Occidente di tornare a dialogare", ha detto Soltanieh ai media francesi.

Referendum in Sudan: al voto più della metà degli aventi diritto
Oltre il 60% degli aventi diritto al voto nel referendum sull'indipendenza del sud Sudan hanno espresso la loro preferenza, un dato che rende valida la consultazione. Lo ha detto oggi un portavoce del Movimento per la liberazione de Sud Sudan (Splm). Non c'è stata conferma di questo dato dalla Commissione che organizza il voto. La consultazione, cominciata domenica scorsa, dura una settimana.

Tensione nel governo libanese: ministri dell’opposizione minacciano dimissioni
I ministri dell'opposizione nel governo di unità nazionale libanese hanno minacciato di dimettersi se non verrà accolta la loro richiesta di convocare una riunione dell'esecutivo. Motivo: prendere una decisione sulla spinosa questione del Tribunale internazionale (Tsl), che indaga sull'assassinio nel 2005 dell'ex premier libanese, Rafik Hariri. Da mesi, il governo libanese è bloccato dal braccio di ferro con il movimento Hezbollah che chiede al premier, Saad Hariri, di interrompere la collaborazione con il Tribunale speciale per il Libano. Il Tsl ha sede in Olanda ed è presieduto dal giudice italiano, Antonio Cassese, e prevedibilmente nelle prossime settimane dovrebbe giungere all'incriminazione di alcuni membri dello stesso Hezbollah.

Errore dei piloti: rapporto sulla sciagura aerea in cui è morto Lech Kaczinsky
La causa principale della sciagura aerea nella quale, il 10 aprile 2010, sono morti il presidente polacco, Lech Kaczinsky, e 94 alti funzionari polacchi è stata un errore dei piloti. Lo rivela il rapporto sull'incidente consegnato dal comitato intergovernativo dell'aviazione russa. In particolare, la mancata decisione dei piloti di effettuare un atterraggio di emergenza in un altro aeroporto, nonostante gli avvertimenti dei controllori di volo russi sulle cattive condizioni meteo.

Scontri in Costa d’Avorio: morti 5 poliziotti
Almeno cinque agenti di polizia sono morti nei nuovi scontri scoppiati oggi a Abidjan, capitale della Costa d'Avorio, tra i sostenitori di Laurent Gbagbo e quelli del presidente eletto Alassane Ouattara. Lo riferiscono testimoni, precisando di aver udito forti esplosioni e un intenso scambio di colpi d'arma da fuoco. Ieri, almeno cinque persone, tra le quali tre poliziotti, sono rimaste uccise negli scontri tra i due gruppi rivali. Le violenze nel Paese sono divampate dopo le elezioni del novembre scorso che hanno sancito la vittoria di Ouattara, anche se il presidente uscente Gbagbo si è finora rifiutato di accettare la sconfitta. Secondo i dati forniti dall'Onu, dallo scorso dicembre i morti sono stati oltre 200.

Italia, vicenda Fiat
In Italia, è stato confermato ufficialmente che il referendum sull’accordo a Mirafiori si terrà domani e dopodomani. Ieri, era stato ipotizzato un possibile slittamento. Si parla del voto chiesto in relazione ai nuovi accordi di lavoro e all’ipotesi di uno spostamento dello stabilimento. Il gruppo sindacale Fiom, unico gruppo a non aver sottoscritto il nuovo accordo, accusa oggi i dirigenti della Fiat di incontrare i gruppi di lavoratori per chiedere di votare "sì", mentre gli esponenti dell'azienda affermano di dover spiegare l’accordo. In tarda mattinata, ai cancelli di Mirafiori ci sono stati forti tensioni, urla, liti e slogan all’arrivo del leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, contrario al referendum. La contestazione era organizzata dai sindacalisti della Fismic. Per una riflessione sulla questione della Fiat Mirafiori, Luca Collodi ha intervistato Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli:

R. - Nessuno discute del fatto che in una situazione di crisi, come quella attuale, si possano chiedere sacrifici. Anzi, sono gli stessi lavoratori che comprendono la necessità di andare a garantire innanzitutto il posto di lavoro.

D. - Olivero, qualche sacrificio, però, anche come segno di esempio e di buona volontà, dovrebbe farlo anche la stessa Fiat, con i propri manager…

R. - Esattamente. Però, poi ci vogliono delle risposte: se alcuni aspetti, come quello certamente relativo alle risorse dei top manager, sono aspetti per certi versi simbolici, è anche vero che hanno una loro efficacia, poiché indicano una certa responsabilità. Il secondo passaggio è che l’azienda deve riuscire a cambiare il modello di relazioni interne, coinvolgendo maggiormente e dando garanzie.

D. - Quindi sarebbe giusto che la Fiat offrisse, per così dire, una contropartita ai sindacati?

R. - Esattamente. Marchionne non può fare le dichiarazioni che ha fatto in questi giorni, senza che questo gli venga alquanto rinfacciato. Non può dire: “Noi ce ne andiamo in Canada”. Non è così la questione. Il patrimonio Fiat, l’impresa Fiat non è nella sua assoluta disponibilità. Da questo punto di vista, noi dobbiamo essere sempre più coscienti di questo elemento: in questi anni di crisi - io penso anche al mondo cattolico e alle grandi riflessioni che si sono avviate a seguito della Caritas in Veritate - ci dicono che l’impresa ha un valore etico nella misura in cui è un’impresa che si assume le proprie responsabilità nei confronti della società. E Fiat non deve fuggire a questo: Fiat ha delle responsabilità rispetto ad una città, rispetto a un Paese e deve, da questo punto di vista, non alzare il tono. Deve invece assumersele e trovare le soluzioni, confrontandosi di volta in volta con quelle forze dei lavoratori, quelle forze sindacali, che in maniera responsabile, senza demagogie, si pongono il problema della sostenibilità. (mg)

Almeno 11 detenuti morti in un carcere nel nord del Messico
Almeno undici detenuti sono morti ieri durante scontri in un carcere della città di Gomez Palacio, nel nord del Messico. Lo hanno detto all'Afp le autorità giudiziarie dello Stato di Durango. Fonti penitenziarie hanno in seguito reso noto che si è trattato di una battaglia fra detenuti. La stessa prigione era stata al centro di uno scandalo il luglio scorso quando alcune guardie carcerarie erano state accusate di aver liberato dei prigionieri per permettere loro di intervenire in faide legate al narcotraffico. Secondo la Procura dello Stato di Durango, almeno tre massacri in città vicine, con un bilancio totale di 35 morti, erano stati commessi da detenuti del carcere di Gomez Palacio.

Ad Hanoi il Congresso quinquennale del Partito comunista vietnamita
Si è aperto stamani, ad Hanoi, il Congresso quinquennale del Partito comunista vietnamita (Pcv), grande assise politica che ha il compito di tracciare gli orientamenti socioeconomici dei prossimi anni nel Paese e a designare nuovi dirigenti. Circa 1.400 rappresentanti del partito discuteranno nell'arco di otto giorni per designare i 150 membri del Comitato centrale, che a sua volta eleggerà i 15/18 membri dell'Ufficio politico, supremo organo del potere. Questo "politburo" sancirà infine le nomine nei posti-chiave, decise dopo mesi di trattative. Secondo gli osservatori, Nguyen Tan Dung, 61 anni, premier dal giugno 2006 e membro dell'Ufficio politico dal 1997, manterrà con ogni probabilità le sue cariche. Il partito unico, che governa dal 1954 sul Nord e dal 1975 sul Vietnam riunificato, si propone di costruire un “moderno Paese industrializzato” entro il 2020. In questa fase, il Paese vive una grave crisi economica causata da una forte inflazione, con una moneta debole e un enorme deficit commerciale. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 12

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