Rapporto sulle persecuzioni in India: 149 attacchi anticristiani nel 2010
Sono stati 149 gli attacchi anticristiani in India nel 2010: è quanto afferma un rapporto
dell’Evangelical Fellowship of India, organizzazione che riunisce le comunità cristiane
di diverse denominazioni protestanti. Secondo il rapporto inviato all’agenzia Fides,
la violenza, perpetrata da gruppi estremisti indù, ha toccato 18 Stati della Federazione
indiana, e si è verificata in particolare negli stati di Karnataka, Andra Pradesh
(India meridionale), Madhya Pradesh e Chattisgarh (India centrale). Negli anni precedenti,
gli episodi di maggiore gravità si erano registrati nella Stato dell’Orissa. Proprio
l’attenzione dedicata all’Orissa dalle cronache internazionali, e dunque dalle autorità
locali, ha fatto sì che nello Stato la violenza cessasse quasi del tutto. In altre
aree, invece, i gruppi estremisti indù – che sono i principali fautori delle aggressioni
– hanno continuato ad agire indisturbati, nella generale indifferenza o impunità,
anche perché spesso le autorità civili al potere appartengono al partito nazionalista
indù Bjp (Baratiya Janata Party), che legittima e protegge i gruppi estremisti. Secondo
il documento inviato a Fides, gli attacchi includono violenza su persone luoghi, istituzioni
e anche su intere comunità riunite per le liturgie. Si denuncia, in particolare la
violenza, anche sessuale, sulle donne cristiane, registrata specialmente nello stato
del Karnataka, per intimidazione o per conversioni forzate all’induismo. L’impunità
dei colpevoli, si afferma nel Rapporto, è la ragione principale per cui le aggressioni
continuano. Il Rapporto segnala anche l’uso della propaganda anticristiana operata
da molti mass-media, che serve ad alimentare l’odio religioso e istigare alla violenza.
Le comunità cristiane indiane ribadiscono l’appello alle autorità di governo e di
polizia per una maggiore protezione, per la libertà religiosa e la difesa dei diritti
inalienabili di tutti i cittadini indiani, qualunque fede professino. (R.P.)