India: in Karnataka il pastore protestante aggredito chiede la protezione del governo
Isaac Samuel, il pastore protestante sfuggito per miracolo a un attentato mortale
il 2 gennaio a Davanagere, nel Karnataka, chiede protezione per sé e per i suoi confratelli.
Isaac Samuel è stato aggredito da un gruppo di estremisti indù armati di mannaia mentre
conduceva un servizio di preghiera a Davanagere. In seguito i suoi aggressori hanno
sporto denuncia contro di lui, affermando che stava compiendo conversioni, e che istigava
all’odio religioso. Isaac Samuel ha subìto ferite curate con 11 punti di sutura. In
un'intervista esclusiva all'agenzia AsiaNews, egli rigetta le accuse di proselitismo
e spiega: “Stavo conducendo un pacifico servizio di preghiera per i nomadi Akki Pikki,
che sto seguendo da due anni. Mai in precedenza ho ricevuto accuse di attività di
conversione”. “Gli Akki Pikki - continua - sono tribù nomadi che vivono in un accampamento
di squatter e la nostra chiesa è una piccola capanna nella colonia di squatter. Ho
sempre e solo detto a questi nomadi dell’amore di Gesù Cristo; la preghiera e l’adorazione
danno speranza a questa gente, e per questo sono stato aggredito”. Isaac Samuel ha
poi rivolto un appello: “Vorrei che il governo del Karnataka desse protezione a me
e alla mia famiglia, in modo che io possa condurre i servizi di preghiera in tranquillità.
E che dia protezione a tutti gli altri pastori cristiani in Karnataka che sono attaccati
regolarmente dagli estremisti Hindutva”. Isaac Samuel ha poi denunciato la collusione
della polizia con gli estremisti: “Queste 15 famiglie nomadi con cui stavo pregando
sono state cacciate via dalla polizia, subito dopo l’aggressione subita il 2 gennaio.
Sono fra le persone più povere e marginalizzate, e hanno vissuto in questo accampamento
per dieci anni e anche di più, e la polizia le ha obbligate ad andarsene via, senza
dare loro nessun altro posto o rifugio. E’ una grossa ingiustizia - afferma - verso
questa povera gente". (R.P.)