2011-01-11 14:30:08

Terra Santa. Nozze tardive e pochi figli: così calano i cristiani in Israele


Il calo dei cristiani in Israele? Più colpa della bassa natalità delle famiglie, che non dell’emigrazione. È quanto risulta dal rapporto di fine anno dell’Ufficio nazionale di statistica, che cerca di fotografare la complessa realtà israeliana. Per gli esperti di questo Centro studi si legge nel sito , i cristiani in Israele sarebbero 153 mila, il 2% su una popolazione totale di 7 milioni e 200 mila. Una cifra che non comprende però gli immigrati, preti, suore e religiosi stranieri residenti in Israele. Secondo l’Ufficio di statistica, la maggior parte dei cristiani d’Israele è di lingua e cultura araba. Il 20%, circa 28 mila, appartiene a quella fascia di immigrazione proveniente dal blocco dell’ex-Urss e arrivata nel Paese nei primi anni '90 del secolo scorso. Molti di questi cristiani sono di origine ebraica o hanno legami di parentela con ebrei (condizione che ha permesso loro di usufruire in molti casi della Legge del ritorno e di accedere alla cittadinanza). Contrariamente a quanto sostenuto dalla stampa internazionale, la ragione primaria del calo dei cristiani di Terra Santa non è dovuta solo a ragioni politiche ed economiche, quanto piuttosto a ragioni demografiche: le coppie cristiane di sposano relativamente tardi (attorno ai trent’anni) e le donne fanno meno figli (2,2 di media). Molto più alta la natalità delle donne musulmane: 3,7 figli. Le donne ebree mettono al mondo in media 3 figli a testa. Interessante anche la statistica dei maggiori centri cristiani: Nazareth con 23 mila cristiani guida la classifica; seguono Haifa con 13.700, Gerusalemme con 11.500 e Shefaram, in Galilea, con 9.200. (L.Z.)







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