2011-01-10 15:59:18

Neonato muore di stenti e freddo a Bologna: intervista col direttore della Caritas emiliana


Siamo profondamente addolorati, tutti dobbiamo riflettere ed assumerci la responsabilità di quanto è successo. Così Paolo Mengoli, direttore della Caritas di Bologna, il giorno dei funerali di Devid Berghi, un neonato di appena venti giorni morto di stenti e freddo nel centro di Bologna, lo scorso 4 gennaio. Il piccolo, febbricitante insieme al fratello gemello, fortunatamente ora in salvo, viveva in strada da circa 20 giorni, con i genitori e la sorella di tre anni e mezzo. Inutili i soccorsi: Devid, portato in ospedale, non ha superato la crisi respiratoria che gli ha tolto la vita. Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso direttore della Caritas, Mengoli.RealAudioMP3

R. - Credo che il dolore più grande per un genitore sia la morte di un figlio e l’intera città partecipa a questo dramma. Questo evento impone una riflessine a tutto tondo, tutti siamo in qualche modo responsabili per quanto è accaduto. E’ una cosa che ci tocca profondamente. L’arcivescovo stesso mi ha chiamato, non era mai successa una disgrazia di questo tipo, è una cosa drammatica, che non si può neanche descrivere.

D. - Da oltre venti giorni in strada dopo il parto. La famiglia viveva di giorno in “sala borsa”, cioè in biblioteca e di notte dove poteva. Possibile che nessuno si sia accorto di loro?

R. – Come ho detto dobbiamo interrogarci su come sia stato possibile non vedere, non accorgerci, quindi un po’ tutti siamo responsabili. E senza alcuna volontà di scaricare responsabilità però mi chiedo: questa donna, prima di partorire, è stata incinta per nove mesi e i servizi sociali che domande si sono posti? Hanno svolto il proprio lavoro? Bologna è una città che ha una solidarietà concreta, la Caritas è attiva, abbiamo alcune provvidenze ecclesiali, come le suore di Madre Teresa, che questa mattina hanno partecipato al funerale del bambino. Loro offrono gratuitamente ospitalità, come fanno in tutto il mondo, e quindi gli sforzi ci sono. Ciò non toglie però che quello che si fa è sempre poco.

D. - Queste persone non avevano più né una casa né un lavoro. Lei mi ha detto: “Questo drammatico caso mostra anche delle nuove povertà, dove non esiste più la rete della famiglia”…

R. – Certo, mancano le reti familiari di supporto, ci si potrebbe chiedere: “Ma queste persone avevano delle famiglie?”… Però, evidentemente, sono famiglie che non avranno avuto le energie e le forze per dare aiuto. E qui si evidenzia un’altra carenza. Poi c’è il fattore crisi economica, abbiamo decine di famiglie che vengono nelle nostre mense, persone che perdono il lavoro che rimangono senza nulla. E questo contribuisce a demolire le famiglie. La famiglia è la prima cellula che dev’essere aiutata. E’ inutile avere dei soldi per la beneficenza, ci vogliono dei posti di lavoro.

D. Lei ha incontrato il papà di Devid a Natale…

R - . Si e mi ha detto che la moglie era ricoverata con il bimbo e che lui aveva assistenza presso un centro, mi ha detto che potevano cavarsela…

D. - Un altro punto che mi diceva è quello dell’amore, che comunque le stesse famiglie cercano di difendere. Sono cioè reticenti a comunicare il loro stato d’indigenza per non essere separati e quindi serve una società che capisca questo ed affronti il problema in modo diverso…

R. - Il punto di fondo è questo, perché il primo suggerimento, quello più facile è: dividiamo la famiglia, la mamma e le bimbe da una parte ed il papà lo si mette in un dormitorio. Allora è chiaro che, quando c’è un minimo di dignità, c’è anche un tentativo di resistere a questa soluzione molto facile e allora si tenta di resistere e si pensa di potercela fare; poi ci sono delle persone - che ho conosciuto - che non si aprono, che hanno una loro riservatezza, un amor proprio, un loro pudore e quindi non si sa veramente la loro condizione di vita. Da tempo sosteniamo l’esigenza di un servizio di “pronto soccorso sociale”, un punto a cui far riferimento anche attraverso un numero di telefono e dove è possibile avere indicazioni precise, aiuto concreto ed accoglienza, di giorno e di notte. (vv)







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