Azerbaigian: pene più aspre per chi si riunisce per pregare o leggere testi religiosi
Il presidente azero Ilham Aliev ha firmato il 29 dicembre scorso la nuova legge –
votata dal Parlamento l’8 dicembre senza un previo pubblico dibattito - che inasprisce
molto le pene pecuniarie previste dagli artt. 299 e 300 del Codice Amministrativo
in materia di libertà di religione. Queste norme - riferisce l'agenzia AsiaNews -
puniscono chi svolge qualsiasi attività religiosa senza autorizzazione, anche soltanto
guidare un gruppo religioso non registrato o riunirsi per pregare insieme o l’importazione
e la distribuzione di testi o documenti religiosi non approvati dalla rigida censura
statale, come pure sono puniti i cittadini esteri che vengono a parlare della loro
fede. E’ necessaria un’autorizzazione persino per fare catechismo ai bambini, come
pure per fare proselitismo. Anche se non è previsto il carcere, le multe sono state
aumentate 16-20 volte e sono tali da spogliare i “colpevoli” di ogni bene e ridurli
in povertà. Eldar Zeynalov, capo del Centro per i Diritti Umani dell’Azerbaigian,
spiega all’agenzia Forum 18 che, per esempio, se una famiglia contadina di 5 persone
è trovata in possesso di letteratura religiosa “illegale”, ognuno dei membri può essere
multato per 2mila manat, per totali 10mila manat (circa 13mila euro). “Questo – dice
– può rappresentare l’intero valore dei loro beni familiari, compresa la casa”. Punizioni
gravi anche perché – aggiunge Zeynalov – “queste norme possono colpire anche la normale
attività religiosa”, dato che è punibile “anche incontrarsi in case private per pregare,
parlare di religione in strada (anche in un colloquio privato), o dare un libro o
un volantino”. Le condotte punite sono indicate in modo molto vago dalle norme, così
da lasciare a polizia e autorità un’ampia discrezionalità. Zeynalov aggiunge che il
primo obiettivo sembrano essere i gruppi islamici radicali, che il governo teme, ma
che le gravi punizioni potranno essere applicate a qualsiasi fede. (R.P.)