Vescovi europei e nordamericani in Terra Santa a sostegno delle comunità cristiane
I membri del Gruppo di Coordinamento delle Conferenze episcopali di Europa e Nord
America sono giunti oggi in Terra Santa per la loro annuale missione a sostegno della
comunità cristiana locale. La visita si svolge alla luce del Sinodo per il Medio Oriente
dell’ottobre scorso che ha inteso rilanciare le dimensioni dell’ecumenismo e della
testimonianza cristiana in un dialogo sempre più vivo con l’islam e l’ebraismo e nella
promozione della pace, della giustizia e della libertà religiosa. La missione si concluderà
il 13 gennaio con la diffusione di un “Messaggio ai cristiani in Terra Santa”. La
nostra inviata Philippa Hitchen ha intervistato uno degli organizzatori di
questa visita, l’arcivescovo di Liverpool Patrick Altham Kelly, che ha partecipato
ai lavori del Sinodo:
R. – I think
it was... Penso che sia stata una grande benedizione partecipare al Sinodo:
il Papa ci ha davvero offerto la possibilità di vedere concretamente l’importanza
del dialogo. E il fatto di avere potuto condividere profondamente con gli altri ogni
aspetto della realtà della Terra Santa, è stata una grande base su cui costruire.
D. – E’ un momento particolarmente difficile per i cristiani in Medio
Oriente, dopo i recenti attentati in Egitto e in Iraq...
R. – Indeed
it is! And it just underlines… Lo è davvero! E questo sottolinea l’importanza
dei due aspetti che noi cerchiamo di attuare: da una parte, assicurare un reale appoggio
a quelle comunità cristiane, dall’altra, rimanere accanto a loro, non in silenzio
di fronte a qualsiasi tipo di ingiustizia e ancora meno tacendo di fronte alla violenza.
D.
– L’ecumenismo sarà uno dei temi forti della vostra missione in Terra Santa …
R.
– As there has to be... Come deve essere. E di nuovo, a partire da ciò che
ha detto il Papa al Sinodo sulla Parola di Dio, laddove sottolinea l’importanza di
questa Parola in tutte le nostre tradizioni. E questo è quello che chiamiamo “il primo
istinto” del movimento ecumenico: e cioè una chiamata non alla creazione di comitati
burocratici o di formule ma al rinnovamento di ciascuno di noi nella fedeltà al Vangelo,
alla Parola di Dio. E se a questo aggiungiamo quella frase citata dal Santo Padre
– “La Terra Santa è il quinto Vangelo” – per la Chiesa cristiana significa ascoltare
il quinto Vangelo nella Terra Santa di oggi: questo sicuramente può essere un grande
impulso sulla via per una maggiore unità.
D. – La difficile situazione
delle comunità cristiane in Terra Santa appare bloccata con tutta la sofferenza che
ne consegue: quali risultati sperate possa avere la vostra visita?
R.
– I think, if you keep on ... Una cosa mi ha colpito profondamente, nel
corso del Sinodo: quando i laici hanno chiesto di essere ascoltati, di fare attenzione
ai loro problemi. Ecco, se ci faremo voce dei laici penso che lentamente, ma sicuramente,
qualcosa si muoverà. (ap)