2011-01-08 14:59:56

Rientro in Iraq del leader radicale sciita Moqtada: “Via gli americani”


In Iraq, primo discorso pubblico oggi per l’imam radicale sciita, Moqtada al-Sadr, dopo il suo rientro nel Paese del Golfo dall’esilio volontario in Iran. Parlando a Najaf, il leader ha garantito l’appoggio al governo di Baghdad, dove ci sono alcuni ministri appartenenti alla sua formazione, e nello stesso tempo ha esortato gli iracheni alla resistenza nei confronti degli americani. Ma quali possono essere i suoi obiettivi? Eugenio Bonanata ha sentito l'opinione di Alberto Negri, esperto dell’area ed inviato speciale del Sole 24 ore:RealAudioMP3

R. – Il suo obiettivo è quello di condizionare fortemente la politica irachena e lo fa in due modi: da una parte, stando appunto nell’esecutivo, ma dall’altra parte soprattutto agitando la piazza. Il suo seguito è molto forte nelle città sciite del sud, in particolare nella città santa di Najaf, ma anche a Nassirya e in altre zone dell’Iraq, come i quartieri sciiti di Baghdad. Appartiene ad una famiglia politica che ha mille anni di storia e i cui esponenti sono stati, tra l’altro, impiccati dallo stesso Saddam Hussein: credenziali insomma di resistenza e di rivoluzionario che ne fanno un leader politico di primo piano. Un leader politico di primo piano che, in qualche modo, ha comunque un obiettivo fondamentale: quello di prendere in mano la rappresentanza non solo politica, ma forse anche religiosa, degli sciiti in Iraq; rappresentanza che gli è contrastata in questo momento dal grande ayatollah Ali al-Sistani, che ha una visione tutt’altro che estremista, ma piuttosto moderata.

D. – Moqtada al-Sadr ha anche invocato la resistenza nei confronti degli americani...

R. – Certo. Ricordiamo che è un uomo politico che a un certo punto era uno dei più ricercati da parte degli americani. Poi, anche gli Stati Uniti sono dovuti arrivare ad una sorta di mediazione con l’ala più radicale degli sciiti, rappresentata da Moktad Al-Sadr, che vuole avere una fortissima parola politica sul destino del Paese.

D. – Il suo rientro contribuirà a ristabilire le condizioni di sicurezza nel Paese?

R. – In qualche modo sì. La stabilità probabilmente ci sarà nel momento in cui verranno assicurati agli esponenti del movimento sadrista consistenti posti nell’amministrazione, non soltanto del governo, ma nell’amministrazione sociale del Paese. I sadristi già occupano posti importanti nel campo della sanità. E’ questo che a loro interessa: penetrare nella società e in qualche modo condizionarla dall’interno.

D. – Infatti, parlando dell’opposizione agli americani, Moqtada ha detto che non ci sarà un’opposizione armata, ma sarà un’opposizione di tipo culturale. Dunque, se vogliamo, una opposizione di altra natura...

R. – Certo, ma questo è il risultato di questi quattro anni di esilio in Iran. Dopo, in qualche modo, aver gettato le armi, Moktad Al-Sadr è andato in Iran dove è stato indottrinato dal regime iraniano, che vuole fare del movimento sadrista probabilmente una sorta di fotocopia degli hezbollah libanesi, che sappiamo non sono solo bene armati, ma sono soprattutto uno Stato dentro lo Stato.(ap)

Pakistan - governo
Crisi di governo scongiurata in Pakistan. Il premier, Yousuf Raza Gilani, è riuscito a convincere un influente partito regionale alleato a rientrare nella maggioranza guidata guidata dal Partito popolare pachistano (Ppp). La ricomposizione è avvenuta dopo che il governo ha revocato l'aumento del prezzo dei carburanti, deciso dal primo gennaio e fortemente contestato dall'opposizione. Il rincaro faceva parte di una serie di misure ritenute necessarie per aumentare le entrate fiscali, come richiesto dal Fondo monetario internazionale (Fmi) per la concessione di un maxi-prestito. Intanto, sul terreno non si ferma l’attività dei ribelli integralisti. Un'esplosione ha ucciso oggi due presunti militanti islamici nel distretto di Khyber, a ridosso del confine afgano, mentre stavano piazzando un ordigno sulla strada.

Iran
L’Iran ha fatto un nuovo annuncio sui progressi nel suo controverso programma nucleare. Il capo dell’agenzia atomica e ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, ha dichiarato che Teheran è in grado di produrre in modo indipendente piastre e barre di combustibile nucleare, una tecnologia che per l'Occidente la Repubblica islamica non possiede.

Costa d’Avorio
Sempre complessa la situazione in Costa d’Avorio. Ouattara, il presidente riconosciuto dalla comunità internazionale, ha bollato come “inutile” e “illegale” la decisione del capo di Stato uscente, Gbagbo, di espellere dal Paese gli ambasciatori di Gran Bretagna e Canada. Londra e Ottawa hanno fatto sapere che ignoreranno il provvedimento.

Niger
Scontro a fuoco tra i sequestratori dei due cittadini francesi rapiti venerdì sera in Niger e le forze di sicurezza che sono riusciti a localizzarli vicino al confine con il Mali. Successivamente, i miliziani sono riusciti a fuggire a bordo di una jeep. I due occidentali erano stati catturati da un commando armato che aveva fatto irruzione in un ristorante della capitale Niamey. L’azione non è stata rivendicata, ma si teme sia stata condotta da membri del braccio maghrebino di al Qaeda.

Economia: ancora emergenza disoccupazione in Italia e Usa
In Italia, nuovo record per il tasso di disoccupazione giovanile salito a novembre al 28.9 %, il livello più alto dal 2004. Lo ha segnalato l’Istat. Stabile invece, all’8.7 %, il tasso di disoccupazione generale che è in linea con quello europeo del 10 %. Sul versante statunitense, il tasso di disoccupazione a dicembre sceso al 9,4 per cento. Sono stati creati oltre 100 mila nuovi posti di lavoro a fronte dei 150 mila attesi. Il presidente, Barack Obama, parlando di una recessione brutale, ha ribadito che resta ancora tanto da fare. Per il capo della Banca Centrale, Bernanke, ci vorranno 4 o 5 anni prima che il mercato si stabilizzi.

Colombia: attacco guerriglieri Farc a polizia
Violenza in primo piano anche in Colombia. Un attacco dei guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie (Farc) contro una stazione di polizia ha provocato ieri sera nove morti nel sud del Paese. Le vittime sono cinque guerriglieri, tre soldati e un civile. Lo ha annunciato una fonte ufficiale. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 8

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