2011-01-08 14:44:31

Proteste in Algeria per il carovita: almeno tre morti. La testimonianza di un missionario dei Padri Bianchi


Alta tensione in Algeria per i rincari dei prezzi di generi alimentari. Secondo fonti di stampa, almeno tre manifestanti sono rimasti uccisi durante le proteste che da mercoledì scorso stanno paralizzando diverse zone del Paese. Numerosi i poliziotti feriti. Il servizio da Algeri di Amina Belkassem:RealAudioMP3

Si aggrava di ora in ora il bilancio delle proteste esplose mercoledì in Algeria: almeno tre manifestanti sono stati uccisi in diverse zone del Paese maghrebino; due giovani, uno di 18 anni, sono morti a M'sila, in seguito ad alcuni colpi di arma da fuoco probabilmente sparati da un agente; un uomo di 32 anni è deceduto invece nell’Ovest, a Bou Smail. Nessuna conferma ufficiale ancora è arrivata dalle autorità, mentre un primo bilancio del ministro dell’Interno, Ould Kablia, negli scontri parla di 150 agenti di polizia feriti. Scuole, uffici postali, edifici pubblici, commissariati, fabbriche e negozi sono stati danneggiati negli ultimi giorni. Anche ieri giovani e giovanissimi sono scesi per le strade di diverse città da Orano, nell’Ovest, ad Annaba, fino all’oasi di Biskra, passando per la "ribelle" Cabilia e la capitale. Il quartiere centrale di Algeri, Belcourt, è stato teatro fino a tarda notte di una violenta guerriglia. Questa mattina regna la calma, anche se si parla di manifestanti pronti a riprendere le proteste nel pomeriggio. In giornata, inoltre, è atteso un Consiglio interministeriale convocato d’urgenza, proprio per tentare di frenare l’impennata dei prezzi di prodotti alimentari di largo consumo, all’origine delle proteste.

E sulle cause all’origine di violenze e scontri ascoltiamo al microfono di Charles-François Brejon un missionario in Algeria dei Padri Bianchi che, per motivi di sicurezza, ha chiesto di mantenere l’anonimato:RealAudioMP3

R. – Les causes des ces manifestations sont d’ordre surtout economique. …
Le ragioni di queste manifestazioni di protesta sono d’ordine sostanzialmente di tipo economico. Da anni il dinaro algerino è soggetto ad una forte inflazione – l’8-9 per cento annuo – mentre gli stipendi non aumentano nella stessa misura. In realtà, gli stipendi sono stati aumentati ogni anno, ma non oltre il 4-5 per cento, e questo fa sì che poco a poco il potere d’acquisto degli algerini diminuisca. I prodotti di base diventano sempre più cari: ultimamente, è aumentato tanto il prezzo del pane e del latte. La gente non ne può più …

D. – Chi partecipa alle proteste?

R. – Ce sont toujours les jeunes, parce-que quand on est marié, on a des enfants, …
Sono sempre i giovani, e tra questi molti sono sposati, hanno figli e non riescono a mantenere la famiglia. Ci sono poi gli studenti universitari e dei licei. Ci sono analogie con le proteste del 1988: anche allora, i giovani sono scesi in strada chiedendo lavoro, casa e sostentamento. E’ un po’ la stessa cosa, oggi.

D. – Perché questo movimento ha coinvolto tutta l’Algeria?

R. – Il y a plusieurs endroits, et ça fait longtemps qu’il y a des émeutes par ci, …
Ci sono diversi ambiti, e poi è da tempo ormai che ogni tanto scoppia una rivolta in qualche località. Questo succede anche perché il sistema democratico non è sempre sufficientemente aperto. Queste rivolte, dunque, si manifestano un po’ ovunque perché i giovani non riescono a farsi sentire. Allora scendono in strada, bloccano le strade, le autostrade, poi il tutto rientra ma dopo ricomincia daccapo.

D. – Come hanno reagito le forze dell’ordine in queste manifestazioni?

R. – Comme dans toutes les manifestations dans le monde entier. La répression …
Come in tutte le manifestazioni in tutto il mondo. La repressione è sempre un po’ brutale; all’inizio, si cerca di trattare, di parlare con i giovani. In questo momento, la situazione è stranamente calma in città; sono stati sospesi gli incontri di calcio per evitare le masse di giovani che vanno allo stadio dove potrebbero portare il loro risentimento e la tensione potrebbe crescere. Quindi, tutte le partite sono state sospese ma, come ho detto, in questo momento regna una strana calma in città, almeno qui, ad Algeri. (gf)







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