Festa del Battesimo del Signore. Il Papa battezzerà nella Cappella Sistina 21 bambini
Saranno 21 – 14 maschietti e 7 femminucce – i bambini che domani riceveranno il Sacramento
del Battesimo direttamente dalle mani di Benedetto XVI. La liturgia inizierà alle
ore 10 e avrà per tradizionale cornice la magnificenza della Cappella Sistina. Nelle
cinque occasioni analoghe, il Papa ha arricchito il proprio Magistero con intense
riflessioni sulla ricchezza simbolica e spirituale del Battesimo. Alessandro De
Carolis ne ripercorre l’itinerario in questo servizio:
(musica)
Un
regalo o una violenza? Cosa fanno i genitori ai propri figli chiedendo per loro il
Battesimo? In sostanza, dipende da quale visione papà e mamme abbiano dell’esistenza:
se considerano l’infanzia e l’adolescenza del figlio una specie di corso di addestramento
per insegnare al piccolo a indurirsi e a farsi largo, perché la vita è una guerra
e non ti puoi fidare di nessuno, allora portare il figlio davanti al prete è, nel
migliore dei casi, una piccola scaramanzia e, nel peggiore, una costrizione che viola,
quasi, la libertà stessa di un figlio che non può ancora scegliere. Se invece la loro
visione è quella del dono – perché hanno scoperto e sperimentato che esattamente questo
è la vita: un dono di un Padre che è amore e che tutto può e che protegge e del quale
ti puoi fidare sempre – allora questi genitori si accosteranno al fonte battesimale
con la certezza di non aver mai avuto mani migliori, le mani di Dio, alle quali affidare
il proprio bambino.
In questi anni, durante le cerimonie presiedute
nella Festa del Battesimo di Gesù, Benedetto XVI ha sviluppato una profonda catechesi
su questo Sacramento, spesso contrapponendo le due visioni. Già nel 2006, aveva disegnato
senza sconti il contesto culturale che condiziona i genitori che mettono al mondo
un figlio:
“Una cultura ampiamente dominante della morte, una anticultura
che si mostra per esempio nella fuga, nella droga. Fuga dal reale nell’illusorio,
in una felicità falsa che si mostra nella menzogna, nella truffa, nella ingiustizia,
nel disprezzo dell’altro, della solidarietà (…) dell’uomo che non è più considerato
come persona (...) ma diventa merce”. (2006)
Questo quadro è generalmente
condiviso dai genitori che hanno fede e da quelli che non l’hanno. La differenza sta
nelle “armi” di cui si vogliono dotare i rispettivi figli per farsi largo in questa
giungla di pericoli. Un primo passo sta nel porsi in modo corretto di fronte ai bambini.
Un passo che pare un paradosso: non la paurosa iperprotezione dei genitori che si
sentono soli davanti a un compito improbo, ma viceversa il fiducioso affidamento di
chi sa che il figlio che ha non è il “suo”:
“Solo se i genitori maturano
tale consapevolezza riescono a trovare il giusto equilibrio tra la pretesa di poter
disporre dei propri figli come se fossero un privato possesso plasmandoli in base
alle proprie idee e desideri, e l’atteggiamento libertario che si esprime nel lasciarli
crescere in piena autonomia soddisfacendo ogni loro desiderio e aspirazione, ritenendo
ciò un modo giusto di coltivare la loro personalità.” (2009)
Né
lassismo condiscendente né “campana di vetro”, dunque. La vera sfida nel crescere
un figlio, afferma Benedetto XVI, non sta nell’immunizzarlo dalle insidie del mondo
facendogliele assaggiare o nascondendogliele, ma facendogli fare esperienza di Dio.
Questo, ha ripetuto più volte, è il grande regalo che si fa loro col Battesimo:
“Quando,
secondo la tradizione cristiana (…) si battezzano i bambini introducendoli nella luce
di Dio e dei suoi insegnamenti, non si fa loro violenza, ma si dona loro la ricchezza
della vita divina in cui si radica la vera libertà che è propria dei figli di Dio;
una libertà che dovrà essere educata e formata con il maturare degli anni, perché
diventi capace di responsabili scelte personali”. (2009)
E’ così
allora, constata il Papa, che una mamma e un papà cristiani assicurano al figlio un
completo percorso di crescita: ricordandosi di curare la bellezza della sua anima
esattamente come si prodigano per la sua salute e i suoi sentimenti:
“Certo
per crescere sani e forti, questi bambini e bambine avranno bisogno di cure materiali
e di tante attenzioni; ciò però che sarà loro più necessario, anzi indispensabile
è conoscere, amare e servire fedelmente Dio, per avere la vita eterna”. (2008)
Il
Battesimo è il primo passo di questa conoscenza di Dio, che potrà trasformarsi in
amore e servizio. Poi, conclude Benedetto XVI, tanto spetta ai genitori, i primi maestri
di vita e di fede dei figli:
“Non dimenticate che è la vostra testimonianza
e il vostro esempio ad incidere maggiormente sulla maturazione umana e spirituale
della libertà dei vostri bambini. Pur presi dalle quotidiane attività, spesso vorticose,
non tralasciate di coltivare personalmente e in famiglia la preghiera, che costituisce
il segreto della perseveranza cristiana”. (2007)