Indonesia: sacerdoti e frati impegnati nella tutela dell’ambiente nel Borneo
Nel 2010, secondo gli esperti, sono ben 65 i fiumi e cinque i laghi inseriti nella
lista nera dei beni contaminati “a causa dell’attività dell’uomo” in Indonesia, dove
l’allarme inquinamento è stato lanciato da ambientalisti cattolici. AsiaNews riferisce
che la Chiesa locale è impegnata in prima linea: un gruppo di sacerdoti, infatti,
ha avviato progetti di rimboschimento in alcune aree, finalizzati al recupero della
flora e della fauna. In particolare padre Matheus Yuli, che lavora a stretto contatto
con le popolazioni native dei dayak, nella diocesi di Ketapang, nel Borneo occidentale
(l’isola del Borneo è grande cinque volte l’isola di Java) denuncia le devastazioni
compiute in passato da speculatori e magnati del legno. Nell’area sono attivi anche
progetti di rimboschimento avviati da frati cappuccini: “All’inizio è stata un’impresa
– è la testimonianza di padre Sanmuel Sidin Oton, di etnia dayak – perché non è stato
facile convincere i tribali che fosse possibile trasformare terreni aridi in zone
verdi”. Tra gli obiettivi realizzati, il rimboschimento di 100 ettari di terreno a
Tunggal Hill, nel distretto di Kubu Raya. (R.B.)