Contenzioso tra Nicaragua e Costa Rica. Mons. Celli esorta alla ripresa del dialogo
Il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, mons. Claudio
Maria Celli, in visita in Nicaragua, ha lanciato un appello alla ripresa del dialogo
con la Costa Rica. Il servizio di Roberta Barbi.
Mons. Celli è giunto in
Nicaragua in occasione del 50.mo anniversario della Radio Cattolica del Paese. Il
suo appello riprende l’auspicio che aveva espresso il Papa nel Messaggio pronunciato
in occasione del Natale, in cui il Santo Padre aveva manifestato la speranza che la
nascita del Salvatore potesse incoraggiare il confronto pacifico tra i due Paesi.
“Due popoli d’ispirazione cristiana, con le difficoltà della vita moderna, devono
far incontrare i loro cammini nel dialogo e nella comprensione reciproca per risolvere
in maniera pacifica le problematiche esistenti”, ha detto il presule nel corso di
una conferenza stampa a Managua. Il conflitto tra Nicaragua e Costa Rica risale a
metà ottobre, quando il governo di quest’ultimo accusò il Nicaragua di aver sconfinato
versando rifiuti provenienti dal dragaggio del fiume San Juan sull’isola Calero e
di aver aperto un canale che conduce da quest’isola a una laguna in territorio nicaraguense,
occupando militarmente il settore. Il contenzioso è stato sottoposto anche alla Corte
Internazionale di Giustizia dell’Aja e mentre il presidente del Nicaragua, Daniel
Ortega, si è dichiarato pronto a un dialogo “senza condizioni”, la presidente della
Costa Rica, Laura Chinchilla, ha detto che accetterà il dialogo solo dopo il ritiro
delle truppe di Managua dall’area interessata. “Da parte nostra possiamo solo accompagnare
con la preghiera il cammino di questi due popoli – ha concluso mons. Celli – affinché
s’incontrino nello spirito del Vangelo e si adoperino per trovare una soluzione comune
al conflitto”.
Questo contenzioso tra Nicaragua e Costa Rica arriva in
un contesto sociale ed economico difficile come ci spiega il collega Luis Badilla,
esperto di questioni latinoamericane, al microfono di Sergio Centofanti:
R. – Sono
due Paesi che affrontano gravi problemi, conseguenza in parte della crisi internazionale
che adesso si fa sentire molto di più in America Latina, non solo in Centro America,
e in particolare in Nicaragua che parte da livelli di sviluppo molto più bassi rispetto
alla Costa Rica. Tutti e due i Paesi hanno una notevole stabilità politica però hanno
questa difficoltà per quanto riguarda l’economia: non riescono a migliorare le loro
esportazioni e soprattutto non riescono a far diminuire la povertà. Questa situazione
accomuna i due Paesi e quindi quando si era parlato addirittura di una possibile guerra,
c’è stata grande preoccupazione, in particolare negli ambienti più poveri perché ogni
conflitto finisce per impoverire ancora di più!
D. – In questa disputa
qual è il ruolo della Chiesa in Nicaragua e in Costa Rica?
R. – I due
Episcopati di Nicaragua e Costa Rica hanno ribadito che c’è una sola via, ed è quella
del dialogo, del consenso trovato insieme per risolvere una situazione che è molto
meno grave di quanto non si sia pensato, ma che se non viene risolta in termini consensuali
potrebbe incancrenirsi in modo pericoloso. (gf)