Il Papa all'udienza generale: riscattare il Natale da sentimentalismi e moralismi,
è un mistero di presenza reale di Dio tra gli uomini
Il Natale non è una festa fatta di ricordi e “sentimentalismi”, ma un “mistero” che
rende viva, qui e adesso, la presenza luminosa del Dio incarnato. Benedetto XVI ha
inaugurato questa mattina la prima udienza generale del nuovo anno, in Aula Paolo
VI, con un’intensa riflessione sul periodo liturgico che la Chiesa sta vivendo. Una
festa, ha spiegato, strettamente legata alla morte e alla risurrezione di Cristo.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Le fasce
della mangiatoia e i lini del sepolcro non sono poi così distanti. Anzi, la Grotta
e il Golgota sono connessi da un superiore disegno che sfocia nella redenzione e che
va compreso con chiarezza. Benedetto XVI ha guidato con gradualità i presenti in Aula
Paolo VI verso l’epicentro dei due misteri per cui, ha affermato, si può dire che
“la Notte di Natale” è “profondamente legata alla grande veglia notturna della Pasqua”.
Il primo passo il Papa l’ha mosso da quel fascino che, ha riconosciuto, il Natale,
“oggi come una volta”, esercita “più di altre grandi feste della Chiesa”:
“Affascina
perché tutti in qualche modo intuiscono che la nascita di Gesù ha a che fare con le
aspirazioni e le speranze più profonde dell’uomo. Il consumismo può distogliere da
questa interiore nostalgia, ma se nel cuore c’è il desiderio di accogliere quel Bambino
che porta la novità di Dio, che è venuto per donarci la vita in pienezza, le luci
degli addobbi natalizi possono diventare piuttosto un riflesso della Luce che si è
accesa con l’incarnazione di Dio”.
Al di là di festoni e luminarie,
dunque, i cristiani devono saper cogliere, ha proseguito il Pontefice, quel “qualcosa
di sconvolgente” che è accaduto nella notte dell’umanità, e cioè che “la carne” è
diventata “lo strumento della nostra salvezza” in una attualità che supera il tempo
del passato per essere attuale nello spazio del presente:
“Celebrare
gli eventi dell’incarnazione del Figlio di Dio non è semplice ricordo di fatti del
passato, ma è rendere presenti quei misteri portatori di salvezza. Nella Liturgia,
nella celebrazione dei Sacramenti, quei misteri si rendono attuali e diventano efficaci
per noi, oggi (…) Nella Costituzione sulla sacra liturgia, il Concilio Vaticano II
sottolinea come l’opera della salvezza realizzata da Cristo continua nella Chiesa
mediante la celebrazione dei santi misteri, grazie all’azione dello Spirito Santo”.
Citando
a più riprese il Papa San Leone Magno, che sul Natale trovò parole di intramontabile
bellezza, Benedetto XVI ha mosso un passo in avanti. Il Natale, osserva, non è un
evento a sé stante, ma è già “l’inizio del mistero centrale della salvezza che culmina
nella passione, morte e risurrezione”. E spiega il perché:
“Perché
Gesù comincia l’offerta di se stesso per amore fin dal primo istante della sua esistenza
umana nel grembo della Vergine Maria (...) Incarnazione e Pasqua non stanno una accanto
all’altra, ma sono i due punti chiave inseparabili dell’unica fede in Gesù Cristo,
il Figlio di Dio Incarnato e Redentore. Croce e Risurrezione presuppongono l’Incarnazione”.
Un
mistero, altissimo e coinvolgente, dunque, che – ha aggiunto il Pontefice – accompagna
agli “ultimi tempi”, attraverso l’“Epifania di Dio nel Cristo-Verbo” e che va quindi
sfrondato da letture religiose o affettive sbagliate:
“La celebrazione
liturgica del Natale, allora, non è solo ricordo, ma è soprattutto mistero; non è
solo memoria, ma anche presenza (...) Occorre riscattare questo Tempo natalizio da
un rivestimento troppo moralistico e sentimentale. La celebrazione del Natale non
ci propone solo degli esempi da imitare, quali l’umiltà e la povertà del Signore,
la sua benevolenza e amore verso gli uomini; ma è piuttosto l’invito a lasciarci trasformare
totalmente da Colui che è entrato nella nostra carne”.
Dopo le catechesi
e i saluti in varie lingue, Benedetto XVI ha terminato l’udienza con un pensiero sulla
solennità dell’Epifania di domani, perché l’esempio del cammino dei Magi verso Cristo,
ha detto, alimenti “il desiderio di incontrare Gesù e di trasmettere a tutti la gioia
del suo Vangelo”:
"Rinnovo di cuore a tutti voi e ai vostri cari
sentiti auguri per il Nuovo Anno e vi auguro una buona festività dell’Epifania".