Egitto. Misure di sicurezza per il Natale dei copti. Mons. Fahim: no al circolo vizioso
della violenza
Si aggrava il bilancio delle vittime dell’attentato di Capodanno ad Alessandria d’Egitto
in una chiesa della comunità copta ortodossa. I morti sono ora 23, ma il numero sembra
purtroppo destinato ad aumentare, perché alcuni feriti versano in gravi condizioni.
Oggi il ministro dell'Interno egiziano ha detto che una carica esplosiva trasportata
da un kamikaze è stata all'origine dell’esplosione. E da oggi sono state rafforzate
le misure di sicurezza all’aeroporto del Cairo, in particolare in vista di domani,
vigilia del Natale ortodosso. Nelle ultime ore, il portavoce del Dipartimento di Stato
USA, Crowley ha espresso preoccupazione “per la crescente ondata di violenza che nel
mondo sta colpendo i cristiani”. Il presidente della Commissione europea, Barroso,
ha espresso la ferma condanna dell'UE. Ma gli europarlamentari Mario Mauro e Gianni
Pittella con una lettera chiedono a Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’UE
per la politica estera, “un suo intervento urgente entro 24 ore". Intanto in Egitto
sono in molti a pregare perché non prevalga la violenza. Nell’intervista di Fausta
Speranza,mons. Botros Fahim Awad Hanna, vescovo di curia del Patriarcato
copto cattolico di Alessandria d’Egitto, ha parole di dolore e di fede:
R. - Sicuramente
addolorati, portiamo le nostre condoglianze, le nostre sofferenze ai familiari delle
vittime e dei feriti, ma non dobbiamo mai perdere l’atteggiamento di fede, prendendo
a modello Cristo: dobbiamo guardare a come Lui si è comportato di fronte alla violenza
che ha subito. Parliamo sempre con la nostra gente perché non perda la serenità, la
pace che il Signore ci ha portato. Il nostro atteggiamento non deve mai essere di
reazione violenta, perché non dobbiamo scendere nel circolo vizioso in cui certa gente
vuole portarci. Quindi, ci appoggiamo soprattutto alla preghiera, all’assistenza anche
dei nostri confratelli musulmani, che hanno dimostrato largamente solidarietà. Noi
siamo un popolo solo, quindi cerchiamo con la preghiera, con il camminare mano nella
mano di affrontare tutto questo.
D. – E’ vero che ci sono musulmani
che si sono offerti di accompagnare i cristiani alle celebrazioni del Natale ortodosso,
in segno di solidarietà?
R. – Infatti! Tante persone si sono presentate
e hanno detto: “Vogliamo partecipare alle celebrazioni in chiesa” nella notte del
Natale ortodosso ovviamente, cioè domani notte. Ci sono persone di buona volontà.
D.
- In un contesto di violenza terroristica, quanto sono importanti le parole del Papa
sulla libertà religiosa, parole pronunciate in occasione del Messaggio per la pace
il primo gennaio?
R. - E’ un messaggio molto importante, che tocca il
cuore di tutti. Spero che la gente lo legga bene e lo percepisca nel modo giusto,
perché purtroppo delle volte, qualche intervento del Santo Padre viene interpretato
male. Quindi, io spero che la gente abbia la lucidità di poter leggere bene e capire
meglio le intenzioni del Santo Padre, che portano sempre alla pace, che sono state
sempre contro la violenza dovunque si trovi, contro qualsiasi essere umano, di qualsiasi
razza, di qualsiasi religione.
D. - In Egitto, in questo contesto, come
testimoniare la pace di Cristo?
R. - Sicuramente la pace di Cristo si
porta nel mostrare come siamo fedeli a Cristo, ai suoi insegnamenti, al suo Vangelo,
in questo periodo in modo particolare, che è un periodo di pace, con la nascita di
Cristo. Quindi, dobbiamo avere questa ferma volontà di andare avanti, malgrado tutto,
senza accusare a destra e a sinistra. Dobbiamo aspettare tutte le indagini. Alla
fine andiamo avanti senza perdere né la speranza, né la forza di essere fermi sulla
nostra terra, sulla nostra fede; andiamo avanti a testa alta e mano nella mano con
i nostri confratelli musulmani, con cui viviamo insieme nello stesso Paese. A tutto
il mondo auguro ogni bene e ogni pace. (ma)