2011-01-05 15:51:03

Egitto. Misure di sicurezza per il Natale dei copti. Mons. Fahim: no al circolo vizioso della violenza


Si aggrava il bilancio delle vittime dell’attentato di Capodanno ad Alessandria d’Egitto in una chiesa della comunità copta ortodossa. I morti sono ora 23, ma il numero sembra purtroppo destinato ad aumentare, perché alcuni feriti versano in gravi condizioni. Oggi il ministro dell'Interno egiziano ha detto che una carica esplosiva trasportata da un kamikaze è stata all'origine dell’esplosione. E da oggi sono state rafforzate le misure di sicurezza all’aeroporto del Cairo, in particolare in vista di domani, vigilia del Natale ortodosso. Nelle ultime ore, il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Crowley ha espresso preoccupazione “per la crescente ondata di violenza che nel mondo sta colpendo i cristiani”. Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha espresso la ferma condanna dell'UE. Ma gli europarlamentari Mario Mauro e Gianni Pittella con una lettera chiedono a Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’UE per la politica estera, “un suo intervento urgente entro 24 ore". Intanto in Egitto sono in molti a pregare perché non prevalga la violenza. Nell’intervista di Fausta Speranza, mons. Botros Fahim Awad Hanna, vescovo di curia del Patriarcato copto cattolico di Alessandria d’Egitto, ha parole di dolore e di fede:RealAudioMP3

R. - Sicuramente addolorati, portiamo le nostre condoglianze, le nostre sofferenze ai familiari delle vittime e dei feriti, ma non dobbiamo mai perdere l’atteggiamento di fede, prendendo a modello Cristo: dobbiamo guardare a come Lui si è comportato di fronte alla violenza che ha subito. Parliamo sempre con la nostra gente perché non perda la serenità, la pace che il Signore ci ha portato. Il nostro atteggiamento non deve mai essere di reazione violenta, perché non dobbiamo scendere nel circolo vizioso in cui certa gente vuole portarci. Quindi, ci appoggiamo soprattutto alla preghiera, all’assistenza anche dei nostri confratelli musulmani, che hanno dimostrato largamente solidarietà. Noi siamo un popolo solo, quindi cerchiamo con la preghiera, con il camminare mano nella mano di affrontare tutto questo.

D. – E’ vero che ci sono musulmani che si sono offerti di accompagnare i cristiani alle celebrazioni del Natale ortodosso, in segno di solidarietà?

R. – Infatti! Tante persone si sono presentate e hanno detto: “Vogliamo partecipare alle celebrazioni in chiesa” nella notte del Natale ortodosso ovviamente, cioè domani notte. Ci sono persone di buona volontà.

D. - In un contesto di violenza terroristica, quanto sono importanti le parole del Papa sulla libertà religiosa, parole pronunciate in occasione del Messaggio per la pace il primo gennaio?

R. - E’ un messaggio molto importante, che tocca il cuore di tutti. Spero che la gente lo legga bene e lo percepisca nel modo giusto, perché purtroppo delle volte, qualche intervento del Santo Padre viene interpretato male. Quindi, io spero che la gente abbia la lucidità di poter leggere bene e capire meglio le intenzioni del Santo Padre, che portano sempre alla pace, che sono state sempre contro la violenza dovunque si trovi, contro qualsiasi essere umano, di qualsiasi razza, di qualsiasi religione.

D. - In Egitto, in questo contesto, come testimoniare la pace di Cristo?

R. - Sicuramente la pace di Cristo si porta nel mostrare come siamo fedeli a Cristo, ai suoi insegnamenti, al suo Vangelo, in questo periodo in modo particolare, che è un periodo di pace, con la nascita di Cristo. Quindi, dobbiamo avere questa ferma volontà di andare avanti, malgrado tutto, senza accusare a destra e a sinistra. Dobbiamo aspettare tutte le indagini. Alla fine andiamo avanti senza perdere né la speranza, né la forza di essere fermi sulla nostra terra, sulla nostra fede; andiamo avanti a testa alta e mano nella mano con i nostri confratelli musulmani, con cui viviamo insieme nello stesso Paese. A tutto il mondo auguro ogni bene e ogni pace. (ma)







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