Costa d’Avorio: nessun dialogo tra Gbagbo e Ouattara
Prosegue la crisi politica in Costa d’Avorio. Ouattara ha rifiutato l’ipotesi di dialogo
offerta dal capo di stato uscente Gbagbo - che rifiuta di abbandonare il potere -
e che ha ordinato alle sue forze di non rimuovere l’assedio attorno al quartier generale
del suo rivale. I Paesi della Comunità economica dell'Africa occidentale minacciano
l’intervento militare. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha invece escluso
quello dei caschi blu di Parigi presenti ad Abdijan. In linea con le cancellerie occidentali,
gli Stati Uniti appoggiano Ouattara, riconosciuto vincitore delle passate presidenziali.
Il pericolo più concreto resta tuttavia quello di un’escalation degli scontri
tra le fazioni che sostengono Gbagbo e Ouattara. Sulla situazione di stallo venutasi
a creare nel Paese, Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale,
esperto di questioni africane per la rivista Popoli:
R. – Il rischio
più grave è quello di un conflitto tra il Nord, che sostiene Ouattara, e il Sud che
sostiene Gbagbo. Un conflitto civile sarebbe devastante, perché riaprirebbe una crisi
che in Costa d’Avorio dura dal 2002, cioè da quanto venne tentato un golpe contro
Gbagbo. Probabilmente, non si arriverà ad una guerra civile. Certo è che, nei giorni
passati ed anche recentemente, ci sono stati scontri sanguinosi tra i sostenitori
dei due uomini politici.
D. – L’Occidente, fin da subito, si è schierato
dalla parte del presidente che ha vinto le elezioni, quindi dalla parte di Ouattara.
Quali sono, in realtà, gli interessi occidentali in Costa d’Avorio?
R.
– L’Occidente si è schierato a favore di Ouattara, perché costui è sempre stato l’"uomo"
dell’Occidente: è stato un funzionario del Fondo monetario internazionale, ha lavorato
in varie organizzazioni internazionali. Allo stesso tempo, Gbagbo, da sempre, ha preso
le distanze dall’Occidente e in particolar modo dall’ex potenza coloniale, dalla Francia.
D.
– Quale potrebbe essere una strada per risolvere la crisi in maniera diplomatica?
R.
– Io vedo bene l’intervento della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale,
perché è un modo affinché gli africani risolvano i problemi degli africani, e questo
è un elemento positivo. Ed è un elemento positivo anche che si risolvano all’interno
di una regione – che è l’Africa occidentale – in modo che si crei stabilità in tutta
l’area. (gf)
Australia: emergenza inondazioni Sempre preoccupante
l’emergenza alluvioni nel nordest dell’Australia. Gli abitanti del Queensland affrontano
oggi una nuova ondata di piena, con previsioni di nuovi temporali e forti piogge.
In particolare allarme è la città di Rockhampton, 75 mila abitanti, dove si attende
un livello record dell’innalzamento delle acque. Le autorità prevedono che altre
400 abitazioni saranno sommerse. Negli ultimi 10 giorni, i fiumi in piena sono straripati
in 40 città e centri minori hanno colpito 200 mila persone inondando 1.200 case. Più
di 4.000 persone sono state evacuate. Intanto, gli esperti hanno lanciato un allarme
per la Grande Barriera Corallina al largo della costa pacifica australiana, temendo
che l'arrivo in mare di enormi quantità di pesticidi, detriti e altri inquinanti
trasportati dalle acque dei fiumi possa comprometterne il delicato ecosistema.
Medio
Oriente Raid aereo israeliano ieri su Gaza. Aerei militari hanno colpito due
obiettivi posti nei territori palestinesi ritenuti pericolosi. Non sono segnalate
vittime. Per oggi è previsto l’arrivo nella regione dell’alto rappresentante per la
Politica estera Ue, Catherine Ashton, che ha in programma una serie di incontri con
le autorità israeliane e palestinesi “per confermare l'impegno dell'Unione Europea
per il processo di pace”. Intanto, si registrano le parole del ministro degli Esteri
d’Israele, Avigdor Liebermann, secondo il quale per un accordo israelo-palestinese
occorreranno non meno di dieci anni.
Bielorussia - Ocse Stati Uniti
e Unione Europea hanno espresso il loro rincrescimento per la decisione della Bielorussia
di chiudere l’ufficio di Minsk dell’Ocse, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione
in Europa. Usa e Ue hanno altresì denunciato l’uso di misure restrittive da parte
delle autorità bielorusse nei confronti dell’opposizione.
Brasile –Italia,
caso Battisti La Corte Suprema del Brasile ha deciso di riaprire il dossier
relativo all’ex militante dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti,
condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi. La decisione arriva dopo la
richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Battisti e il ricorso da parte
degli avvocati dell’Italia per bloccarla. Ieri, sit-in di protesta davanti ai consolati
brasiliani di tutta Italia contro la decisione dell’ex presidente, Lula da Silva,
di non estradare l’ex terrorista.
Italia-Fiat: referendum sull'accordo per
il rilancio di Mirafiori Il referendum sull'accordo per il rilancio dello stabilimento
di Mirafiori si terrà il 13 e 14 gennaio prossimo. Le urne si chiuderanno venerdì
sera ed i risultati dovrebbero arrivare già in tarda serata. Lo annunciano fonti sindacali.
La consultazione sull'accordo separato per lo stabilimento Fiat di Mirafiori riguarderà
circa 5.800 lavoratori. Per l'amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, dal
voto che uscirà dalle urne dipenderà il rilancio dello stabilimento in joint venture
con Chrysler.
Italia - blocco tribunali Si profila la chiusura dei
tribunali italiani, a causa del blocco dell’assistenza informatica per mancanza dei
fondi. La denuncia è dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) che ribadisce: “Ci
stiamo preparando ad una paralisi complessiva del sistema”. Il ministro della Giustizia
Alfano sottolinea che la mancanza di liquidità non creerà un collasso immediato delle
procedure e che c’è massima disponibilità al confronto. Il servizio di Massimiliano
Menichetti:
La giustizia
italiana torna sulle prime pagine dei giornali. I tribunali, per l’Associazione nazionale
magistrati, sono a rischio chiusura a causa del blocco dell'assistenza informatica.
Stop confermato dal Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero
che precisa: mancano i fondi per onorare integralmente i contratti di manutenzione
dei sistemi, effettuata da ditte esterne, circa 33 milioni di euro. Se i computer
si fermassero sarebbe impossibile ad esempio per le imprese e i privati partecipare
a gare di appalto e concorsi, avere certificati e iscrivere gli indagati nel registro
informatico. Il presidente dell’Anm, Luca Palamara, sottolinea
la necessità di una seria politica che razionalizzi i costi ed “eroghi risorse umane
e materiali tali da consentire un efficace funzionamento della giustizia":
“Registriamo
grande preoccupazione da parte di tutti i magistrati in Italia, e soprattutto anche
da parte dei dirigenti, che poi devono organizzare e realizzare questo servizio. Situazioni
di disservizio si stanno già registrando nei vari tribunali. Non si può sempre trattare
il tema della giustizia in un’ottica emergenziale. Ci troviamo, strutturalmente, con
un problema di fondo, perché così come è la situazione, e non da oggi, rischia realmente
di sfuggire di mano”.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano,
non nascondendo le difficoltà causate dall'improvviso blocco degli stanziamenti, ribadisce
l’impegno per scongiurare l’emergenza e la disponibilità al dialogo. Il Guardasigilli
inviata poi a non cadere in strumentalizzazioni politiche, precisando che chiederà
l’aiuto del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per far fronte alle necessità.
Haiti Tempi
lunghi per il secondo turno delle presidenziali ad Haiti. Secondo fonti della commissione
elettorale, perché la tornata possa svolgersi bisognerà attendere la fine del mandato
dell’attuale presidente, Rene Preval, in febbraio. Il primo turno si era tenuto il
28 novembre e si è ancora in attesa della conferma del risultato ufficiale.
Messico
- violenze e narcotraffico Non c’è limite alla violenza in Messico, dove imperversa
la guerra fra lo Stato e potentissimi cartelli del narcotraffico. Ieri, due giovani
clown di strada sono stati uccisi a Villahermosa, nel sudest del Paese, perché accusati
di essere informatori dei militari. I corpi dei due clown sono stati ritrovati sul
bordo di una strada, crivellati di pallottole e con indosso i loro costumi. Il messaggio
di rivendicazione del delitto trovato vicino ai cadaveri è firmato del cartello di
narcotrafficanti “Zetas”. Inoltre, nello stato di Chihuahua, nel nord del Messico
a ridosso del confine con gli Stati Uniti, 15 persone, fra cui una donna, sono state
uccise e decapitate dai narcos. La guerra fra le organizzazioni di narcotrafficanti
rivali negli ultimi quattro anni in Messico ha provocato la morte di oltre 30 mila
persone.
Usa-riforme Abrogare le riforme varate finora dall’amministrazione
Obama, a cominciare da quella sanitaria. Questo l’obiettivo dichiarato dei repubblicani
in virtù della maggioranza conquistata recentemente al Congresso, che si insedia formalmente
oggi dopo le elezioni di medio termine. (Panoramica internazionale a cura di Marco
Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno
LV no. 5
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