Orissa: diacono il figlio di una vittima dei pogrom anticristiani
Il rischio di nuove violenze e le discriminazioni da parte dei radicali indù, non
fermano le sfide della Chiesa cattolica dell’Orissa. Oggi, nella con-cattedrale di
S. Vincenzo di Bubhaneswar (Kandhamal) due seminaristi sono ordinati sacerdoti, tre
invece hanno intrapreso il diaconato. Tra questi Joboraj Digal, figlio di uno dei
martiri dei pogrom anticristiani dell’estate 2008, che afferma all'agenzia AsiaNews:
“Sono felice di essere divenuto diacono per servire il mio popolo sofferente. Non
ho paura di dedicare la mia vita per Gesù, anche se gli estremisti indù hanno ucciso
mio padre proprio per la sua fede”. Secondo padre Ajaya Sabhasundar, padre spirituale
dei cinque seminaristi, la persecuzione, nonostante le sua drammaticità, ha rinvigorito
la fede di molti cattolici. “I pogrom hanno fatto sì che il nostro popolo esprima
ora la fede con più coraggio e convinzione. La persecuzione fa parte della storia
della Chiesa e la nostra gente l’ha sperimentata nella sua vita e questo ha rafforzato
la loro fede. Una di queste testimonianze è l’ordinazione di questi cinque giovani.
A celebrare la messa di ordinazione mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttach-Bubhaneswar,
che davanti a oltre 50 sacerdoti e 500 fedeli ha affermato: “La Chiesa di Kandhamal
ha bisogno di più uomini e donne per servire il nostra comunità e mantenere viva la
fede tra la gente”. “Attraverso la morte di un padre, abbiamo ora un missionario per
la nostra gente. Siamo grati a Dio per il dono del sacrificio e il dono di un missionario
". L’arcivescovo ha aggiunto che la missione della Chiesa in Orissa continuerà nonostante
le discriminazioni. Parlando in merito al messaggio del Santo Padre per la Giornata
mondiale per la pace, mons. Cheenath ha sottolineato che “la sfida pastorale della
Chiesa in India è quella di portare la luce di Cristo e la pace in tutti gli aspetti
della vita come sottolineato dal Papa nel suo messaggio”. (R.P.)