2011-01-04 12:56:55

Musulmani, cristiani ed ebrei condannano l'attentato di Alessandria d'Egitto: nessuna fede può essere invocata per giustificare la violenza


Roma, 3 gennaio 2011
(L’Osservatore Romano)
«Rigettiamo ogni forma di terrorismo, come viene rigettata dalla religione islamica, e invitiamo alla tolleranza e al rispetto reciproco tra le diverse civiltà e fedi, e in particolare alla salvaguardia della sacralità della vita»: sono parole contenute in una lettera scritta dal re del Marocco, Mohammed vi, guida spirituale del Paese, al presidente della Repubblica egiziana Hosni Mubarak. Vi si legge lo sdegno, la preoccupazione e la condanna per l'attentato terroristico che, nella notte del 31 dicembre, ha colpito la chiesa copta ortodossa di Alessandria. Una condanna unanime, che unisce cristiani, ebrei, musulmani. Ma è proprio dal mondo islamico che viene forse espresso il cordoglio più sentito, la consapevolezza che la violenza originata dall'odio religioso sta oltrepassando il limite.
«È un’aggressione criminale, indipendentemente da chi l’ha provocata, da condannare con i termini più duri e incisivi, non essendo giustificato da qualsiasi motivo — afferma la Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa (Fioe) — uccidere persone innocenti, violare la sacralità dei luoghi di culto e terrorizzare la gente». La Fioe ricorda che «l’islam, con i suoi principi e valori, vieta e condanna questi atti», e invita il popolo egiziano, cristiani e musulmani, a esprimere «lo spirito dell’unità e della solidarietà tra tutti i suoi componenti, difendendo e consolidando i legami della civile convivenza e della concordia nazionale, conservando lo spirito del dialogo e dei buoni rapporti tra tutti».
Anche il gran muftì dell’Egitto, lo sceicco Ali Gomaa, ha chiesto a tutti i cittadini di mantenere il loro sangue freddo, per spegnere gli scontri confessionali seguiti al sanguinoso attentato. In un comunicato, il mufti ha condannato l’attacco contro la chiesa copta ortodossa e ha chiesto agli egiziani di serrare le fila, di fronte a quelli che mettono in pericolo l’unità del Paese. Un invito condiviso dal nunzio apostolico in Egitto, arcivescovo Michael Louis Fitzgerald, per il quale adesso occorre «non mettersi gli uni contro gli altri ma lavorare per l'unità nazionale», con l'augurio che il 7 gennaio i copti ortodossi possano celebrare il Natale nella tranquillità e nella pace.
«Orrore e dolore: questi i sentimenti provocati dalla notizia del massacro avvenuto ad Alessandria d’Egitto»: lo scrive l’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii) in una nota nella quale si afferma che «nessuna fede, credenza o ideologia potrà mai essere invocata per giustificare o anche solo spiegare le motivazioni aberranti che hanno condotto a un atto tanto efferato che, in tutta evidenza, è stato programmato e perpetrato per minare la plurisecolare convivenza tra musulmani e cristiani, componenti storiche di quel Paese». L'Ucoii ricorda che «la sacralità della vita, dei religiosi e dei luoghi di culto sono state sempre componenti essenziali e riconosciute del diritto islamico».
Il Consiglio ecumenico delle Chiese parla di un «terribile attacco contro fedeli innocenti» e si appella al presidente egiziano Mubarak, ai leader religiosi e ai governi della regione affinché agiscano «con rapidità e decisione per tutelare i diritti fondamentali dei credenti di tutte le fedi».
Il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, a margine della messa celebrata sabato pomeriggio a Genova in occasione della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, ha dichiarato che «sono molti i segni che purtroppo sembrano ostacolare, e ostacolano, il cammino della pace nel mondo». Tuttavia, «come ricorda il Santo Padre nel suo ultimo messaggio, non possiamo mai rassegnarci e quindi rimanere passivi di fronte alle difficoltà e agli ostacoli». Il giorno prima, il cardinale Bagnasco aveva affrontato il tema della libertà religiosa nel discorso pronunciato per il Te Deum di ringraziamento: è «un valore primo dell'uomo senza il quale ogni altra libertà è a repentaglio», ha detto il porporato, valore che «fa parte del nucleo essenziale dei diritti umani senza il quale nessuno è veramente se stesso e una società non è umana» perché «tocca ciò che di più intimo sta nella coscienza», ossia «poter scegliere e manifestare in pubblico il proprio orientamento di fondo, di poter scegliere e manifestare la visione complessiva che riguarda l'uomo, e quindi se stesso, la vita, il mondo».
Il primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, ha assicurato preghiere e costante sostegno ai cristiani in Egitto e si è detto fiducioso che «la maggioranza schiacciante del popolo egiziano si associ alla condanna di quest'atto e di atti simili». Secondo il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo, il reale disegno di coloro che usano le differenze confessionali per i loro propositi terroristici «non ha niente a che fare con la religione e punta solo a raggiungere obiettivi politici». E per l'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, «al di là della ferita cristiana, è il modello stesso di coesistenza pacifica tra persone e comunità di religioni differenti ad essere in pericolo» Per questo, «tutte le forze vive, cristiane e musulmane, di queste nazioni, sono invitate oggi a reagire insieme».
Ferma la condanna della comunità ebraica di Roma. Il presidente Riccardo Pacifici e il rabbino capo Riccardo Di Segni hanno detto che le notizie giunte da Alessandria d’Egitto «ci impongono a non rimanere indifferenti di fronte a una tragedia che colpisce i cristiani in Paesi che vanno dal Sudan alla Nigeria, dall’Iraq e fino a Gaza», sottolineando la preoccupazione per «le atroci condizioni» nelle quali «alcune comunità cristiane nel mondo sono costrette a vivere».








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