2011-01-04 15:23:43

Il presidente sudanese el Bashir in visita nel Sud del Paese assicura che sarà accettata l’eventuale secessione


Nel corso di una rara visita nel Sud Sudan, oggi, il presidente Omar el Bashir ha affermato che rispetterà l'esito del referendum in programma il 9 gennaio prossimo, anche se ciò dovesse comportare la secessione tra Sud e Nord. ''Personalmente sarò triste se il Sudan dovesse separarsi. Ma allo stesso tempo sarò felice se riusciremo a raggiungere la pace in Sudan'', ha affermato il presidente a cinque giorni dall'attesa storica consultazione. In caso di secessione, sono molti gli interessi in gioco a partire dallo sfruttamento delle risorse naturali, petrolio ed acqua, in primo luogo. Dalla Casa Bianca sono arrivati segnali di forte attenzione sull’area, in particolare dopo la strage di cristiani avvenuta in Egitto. Per tracciare un quadro dei principali problemi connessi al referendum per l’indipendenza del Sud Sudan, Stefano Leszczynski ha intervistato un responsabile della Campagna italiana per il Sudan di cui per motivi di sicurezza non riveliamo l'identità:RealAudioMP3

R. – Le questioni aperte sono molte e, al momento, non essendo stato raggiunto nessuno accordo specifico post referendiario, non abbiamo neanche una chiara visione di quella che potrà essere la situazione, successivamente alla proclamazione dei risultati del referendum. Per quel che riguarda il petrolio, noi sappiamo che la maggior parte dei pozzi sono in territori del Sud Sudan, mentre l’oleodotto porta poi il petrolio al nord, verso Port Sudan, dopo essere stato raffinato nelle raffinerie di Khartoum. Quindi, è evidente che l’economia del petrolio in qualche modo è costruita su un Paese unito e comunque dovrà essere necessario un accordo fra le due parti, perché entrambe possono continuare a beneficiare di questa risorsa.

D. – Oltre a questo c’è anche qualche timore per le popolazioni cristiane che si trovano nell’area, come mai?

R. – I timori possono essere giustificati più in generale su alcune affermazioni che ci sono state nei giorni scorsi da parte del partito al potere, in particolare del presidente il quale citava la possibilità che il Nord Sudan, una volta eliminata la parte Sud del Paese, abbracciasse la sharia come legge ufficiale di tutto lo Stato e in qualche modo andasse verso l’instaurazione di un regime fondamentalista, riducendo le libertà, non solo dei cristiani che sicuramente potrebbero essere vittime, ma anche in generale di tutta la società civile moderata e che in qualche modo è presente, è viva, per quello che è possibile al momento in tutto il nord del Paese.

D. – C’è anche, poi, l’attenzione delle grandi potenze su quest’area...

R. – È chiaro che ci sono diversi interessi in gioco, è evidente che il Sud Sudan in questo momento è una zona che potrebbe diventare di influenza, è già di influenza per esempio degli Stati Uniti. Per quel che riguarda il Nord Sudan, ci sono interessi cinesi molto forti, ci sono a quanto pare interessi comunque anche delle grandi potenze del Medio Oriente, del Pakistan, Iran fra tutte, di avere più influenza nel nord del Paese. Sono l’Egitto da una parte, la Libia dall’altra che evidentemente non vedono molto positivamente questa secessione del Sud Sudan. Il problema è anche che in questi anni, in realtà, la Comunità internazionale ha mancato il suo dovere principale, che sarebbe stato quello di affiancare i due partiti che hanno poi firmato l’accordo globale di pace, quello del Nord e quello del Sud, in un processo di consolidamento di uno Stato unitario, in cui le libertà e i diritti di tutte le popolazioni di questo grande Paese, fossero garantite. (ma)

Ucciso il governatore del Punjab a Islamabad
Il governatore della provincia pachistana del Punjab è stato ucciso in un agguato avvenuto a Islamabad, lo riferiscono media pachistani. Il Pakistan è in piena crisi politica dopo che domenica il premier Yusuf Raza Gilani ha perso la maggioranza in parlamento dopo l'uscita dalla coalizione di governo di un partito del Sindh. Secondo la televisione è accaduto nei pressi del Kohsar market in una zona della capitale frequentata da turisti.

Almeno 5 bambini feriti nell’esplosione di uno scuolabus nel Sud del Pakistan
Almeno cinque scolari sono stati feriti oggi nell'esplosione di uno scuolabus nella provincia del Pakistan meridionale del Baluchistan, vicino al confine con l'Iran. Tre di loro sono in gravi condizioni. Sul veicolo viaggiavano circa 30 bambini appartenenti a famiglie di un gruppo paramilitare che controlla la frontiera.

2043 persone uccise negli ultimi 5 anni da droni Usa nel nordovest del Pakistan
Un totale di 2.043 persone sono state uccise dagli attacchi con aerei droni americani negli ultimi cinque anni nelle regioni tribali nord occidentali. In particolare, il 2010 è stato un anno record con 929 vittime. Lo riporta la televisione "Geo" citando un rapporto di un centro di studi chiamato "Conflict Monitoring Center", che non compare però in alcun sito pubblico su Internet. Secondo lo studio, che definisce le operazioni segrete della Cia “come una campagna di vendetta assassina”, la maggior parte dei morti “risultano civili”. Il 17 dicembre scorso è stato il giorno più sanguinoso con 54 morti in tre raid nella regione di Khyber, al confine afghano. L'anno scorso, in particolare, ha visto un attacco ogni quattro giorni. Per quanto riguarda i civili, lo studio fa notare che “la gente delle aree tribali di solito ha indosso armi e munizioni” e siccome “gli aerei droni identificano chiunque sia armato come un nemico” molti civili innocenti rimangono uccisi dai missili lanciati dai velivoli senza pilota.

L’Iran invita alcuni Paesi ma non Germania, Francia e Gran Bretagna ai siti nucleari
L'Iran ha invitato due dei Paesi del gruppo 5+1 a visitare siti nucleari nel Paese, ovvero la Cina e la Russia, ma non gli Stati Uniti, la Germania, la Francia e la Gran Bretagna. Lo si apprende da fonti diplomatiche presso l'Aiea a Vienna. L’invito è per il 15 e 16 gennaio ai siti nucleari di Bushehr e Natanz. Oltre alla Cina e alla Russia, sono stati invitati l’Ungheria in quanto presidente di turno dell'Ue, il gruppo dei Paesi non allineati presso il consiglio dei governatori dell'Aiea ed i Paesi appartenenti alla Lega araba nell'ambito dello stesso consiglio, Egitto e Cuba.

La magistratura iraniana ipotizza riduzione di pena per Sakineh
Se ci saranno le condizioni per farlo, i giudici iraniani “faranno del loro meglio” per ridurre la pena di Sakineh ed evitarle quindi l'esecuzione capitale. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri. È tuttavia tornato a condannare quelle che ha definito “pressioni di carattere politico” esercitate sul caso da Paesi occidentali, in particolare dalla Francia e dalla Germania, avvertendo che questo comportamento può avere “effetti controproducenti”. Due giorni fa Malek Ajdar Shariri, il capo dell'apparato giudiziario della provincia dell'Azerbaigian dell'Est, dove Sakineh è incarcerata, aveva detto di non escludere la possibilità di un annullamento della condanna alla lapidazione, già sospesa la scorsa estate. “Tutto è possibile”, aveva detto il magistrato quando un giornalista dell'agenzia Fars gli aveva chiesto se la sentenza potesse essere annullata.

Bomba a Kabul dopo mesi di assenza di attentati: feriti 3 civili e un poliziotto
Una bomba posta in una borsa è esplosa stamani in una strada del centro di Kabul, ferendo tre civili e un poliziotto afghano. Ci sono stati pochi attacchi a Kabul dallo scorso settembre, da quando la città è stata circondata da un cosiddetto "anello di ferro" in occasione delle elezioni parlamentari.

Non migliora la situazione nel nordest dell'Australia colpito da violente alluvioni
Lo Stato del Queensland nel nordest tropicale dell'Australia si prepara ad affrontare nuovi disastri, in preda alle più gravi inondazioni in decenni che hanno colpito più di 200 mila persone in un'area grande quanto Francia e Germania messe insieme. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

I fiumi in piena continuano a causare devastazione. È salito a 10 il numero di morti dalla fine di novembre a causa di piogge e inondazioni. La città colpita più gravemente è Rockhampton (77 mila abitanti) presso la foce del fiume Fitzroy, 600 km a nord di Brisbane, che da ieri sera è completamente isolata via terra ed in buona parte sommersa dalle acque. L'aeroporto resta chiuso e la città è ormai raggiungibile solo con elicotteri militari. Il livello del fiume continua a salire e si prevede raggiungerà domani la punta massima di 9,4 metri, mentre tutto attorno l'enorme lago creato da settimane di forti piogge si riversa lentamente nell'Oceano. Ai residenti, che circolano in barca, viene raccomandato di non entrare in acqua, non solo per il rischio di essere trascinati via, ma anche per la presenza di rottami, di serpenti in fuga e anche di coccodrilli. A tutti i più evidenti problemi si aggiunge il tormento di sciami di zanzare, con il rischio che possano trasmettere la febbre dengue. Incalcolabili i danni in un'economia che dipende da agricoltura, allevamento e miniere. L'alluvione ha fermato le operazioni nel 75% delle miniere di carbone dello Stato, che rifornisce metà del carbone coke nel mondo, necessario per la produzione di acciaio. Secondo il Consiglio minerario del Queensland il costo al settore raggiunge il miliardo di dollari australiani (circa 750 milioni di euro) in perdite di produzione. Oltre 12 miniere sono inondate e le altre operano a capacità ridotta.

L’inviato Usa in Sud Corea chiede una ripresa di negoziati seri sul nucleare coreano
L'inviato Usa per le politiche sulla Corea del Nord, Stephen Bosworth, spera che “negoziati seri” sull'abbandono del programma nucleare di Pyongyang possano riprendere nel prossimo futuro. “Crediamo che negoziati seri debbano essere al centro di qualsiasi strategia per trattare con la Corea del Nord e non vediamo l'ora di poterli lanciare in un tempo ragionevolmente prossimo”, ha spiegato Bosworth, appena giunto in Corea del Sud per una missione in Estremo Oriente. Il diplomatico americano ha in calendario incontri con il capo delegazione sudcoreano per il tavolo a Sei (che coinvolge le due Coree, Cina, Russia, Usa e Giappone), Wi Sung-lac, e il ministro degli Esteri Kim Sung-hwan, allo scopo di discutere le condizioni per la ripresa dei negoziati in fase di stallo dal dicembre 2008. Il viaggio di Bosworth, infatti, toccherà pure Cina e Giappone, a pochi giorni dal summit tra il presidente americano Barack Obama e quello cinese Hu Jintao fissato per il 19 gennaio a Washington, dove si prevede che la Corea del Nord debba essere uno degli argomenti chiave. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 4

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