2011-01-04 12:48:00

Il commento di p. Samir Khalil Samir, islamologo, agli attentati in Egitto


In Egitto si nota una crescita nelle tensioni tra i musulmani e i cristiani. Il Paese da tempo è il centro del fondamentalismo islamico che, negli ultimi anni, è diventato più forte perché l’autorità politica laica è debole. I fondamentalisti cercano di sfruttare l’attuale crisi economica per indebolire la posizione del governo. Tramite attacchi di tipo terroristico cercano di abolire il governo e prendere il potere in modo definitivo.
Ciò dispiace, perché la società egiziana non è ben educata e considera la religione in modo molto semplice. Anche questo aiuta i fondamentalisti a guadagnare consensi tramite l’ispirazione dei conflitti e le azioni contro la popolazione cristiana.
Ad esempio, è il caso delle due donne copte, che – si dice – si sono convertite all’islam. Ma ciò non è stato provato da nessuno. In effetti, si tratta della crisi del matrimonio e delle tensioni nella famiglia. E ciò è stato preso come un pretesto per creare le tensioni e gli scontri recenti. Infatti, lo scopo è quello di creare un clima dei conflitti per la destabilizzazione del governo. I cristiani sono solo un pretesto per rafforzare la posizione dei fondamentalisti islamici.- dice P. Samir.
Nello stesso tempo, numerosi colti rappresentanti dell’Islam, modo chiaro, condannano gli attacchi contro i cristiani.
Il periodo di preparazione del Natale, festeggiato in Egitto secondo il calendario copto (nella notte tra il 6 e 7 di gennaio) era previsto come un periodo molto spirituale, segnato dalla preghiera e dal digiuno. Allo stesso tempo noi in Egitto siamo consapevoli che siamo la Chiesa dei martiri. Anche il nostro calendario (il modo di contare il tempo) non comincia da Cristo, ma dalla persecuzione dal tempo di Diocleziano, dall’anno 284. Oggi di nuovo dobbiamo essere pronti a dare la vita per difendere la nostra fede – ha detto P. Samir.
Dobbiamo anche ricordare che i Copti sono una popolazione originaria di questa terra, provengono dagli antichi cittadini d’Egitto e dicono di se stessi: “Siamo i discendenti dei faraoni”. Tutti lo sanno, anche i musulmani, anche i politici. Per i Copti, proprio i musulmani sono una popolazione forestiera, immigrata. Per anni queste popolazioni sono vissute in un clima di pace. Le discriminazione e le persecuzioni sono cominciate con la nascita del Islam radicale, circa 40 anni fa. Questo si nota anche nelle discriminazioni della legislazione. I cristiani chiedono solo l’uguaglianza sociale, non garantita dalla legge islamica – ha detto p. Samir.







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