2011-01-03 14:05:05

Strage dei copti. Il cardinale Tauran: perversione della religione; evitare collera e indifferenza


Tensione in Egitto, dove anche oggi sono previste manifestazioni di protesta della comunità cristiana copta, a tre giorni dalla terribile strage nella notte del 31 dicembre alla chiesa copta di Alessandria d’Egitto che ha provocato la morte di 22 persone e circa cento feriti. Ieri, all’Angelus, condannando tale “vile gesto di morte”, il Papa aveva chiesto ai fedeli di “perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo”. Sulle strage di Alessandria d’Egitto, Romilda Ferrauto ha raccolto la riflessione del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero vaticano per il Dialogo Interreligioso:RealAudioMP3

R. – Le mot qui est venu a mon esprit c’est « abjection », parce-que nous sommes…
"La parola che mi è venuta in mente è “abiezione”, perché ci troviamo di fronte ad una perversione della religione; nessuna religione può “giustificare” un tale modo di procedere, nella misura in cui questo modo viene a toccare uomini e donne che stanno pregando e che quindi esprimono la dimensione più nobile della persona umana. Questa è stata la mia prima reazione. Poi, io credo che debbano essere evitate due cose: la collera, che è sempre cattiva consigliera, e l’indifferenza. E’ quanto disse Giovanni Paolo II in occasione della crisi dei Balcani: “non abbiamo il diritto di essere indifferenti”. Qual è, allora, la soluzione? La soluzione è il dialogo. Si dice spesso: “guardate dove vi ha portato il vostro dialogo! Questi sono i risultati!”. Noi ci troviamo di fronte alle forze del male: ma il male si vince con il bene. Questo significa che il dialogo dev’essere intensificato, come ha detto il Papa nel suo ultimo messaggio per la Giornata mondiale della pace, citando Paolo VI: “E’ necessario, prima di tutto, dare alla pace armi diverse che non quelle destinate ad uccidere e a sterminare l’umanità”. Sono necessarie prima di tutto le armi ‘morali’, che danno forza e prestigio al diritto internazionale, a cominciare dall’osservanza degli Accordi. Quindi, cerchiamo di mettere in pratica tutte le belle dichiarazioni comuni che abbiamo fatto!". (gf)

La chiesa copta di Alessandria di Egitto, attaccata il 31 dicembre, era su una lista di obiettivi di attentati di Al Qaeda pubblicata il 2 dicembre da un sito web dove trovano spesso spazio le comunicazioni dell'organizzazione terroristica. Una notizia, diffusa oggi, che porta ancora più in primo piano la questione della sicurezza nelle chiese cristiane in Egitto. Sugli ultimi sviluppi della situazione, ci riferisce Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Dolore, paura, rabbia: sono i sentimenti con i quali la comunità cristiana copta sta vivendo questi giorni dopo la strage nella notte di Capodanno ad Alessandria d’Egitto. Ieri, è stata una giornata tesa con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine in diverse località del Paese e il ferimento di almeno 40 persone. La tensione resta dunque molto alta, nonostante gli appelli all’unità da parte delle autorità istituzionali e della stampa egiziana. Ieri, migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di 12 vittime, al monastero di Mari Mina, mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza nelle chiese copte in vista del Natale, che la comunità cristiana celebrerà il 7 gennaio prossimo. Dal canto suo, il nunzio in Egitto, mons. Michael Louis Fitzgerald, ha manifestato al Patriarca copto Shenouda III, le condoglianze e il dolore per le vittime dell’attentato auspicando “la preghiera per la pace, e di non mettersi gli uni contro gli altri, ma di lavorare per l’unità nazionale”. “I cristiani – sottolinea il nunzio all’agenzia Fides – non si sentono abbastanza protetti”. Solidarietà alla comunità copta è giunta anche dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. Intanto, anche in Germania i copti sono purtroppo a rischio. E’ quanto denunciato dal vescovo Anba Damian che ha chiesto protezione per la sua comunità che ha ricevuto minacce da gruppi fondamentalisti islamici.

Come, dunque, la comunità copta sta vivendo questa terribile prova? Alessandro Gisotti ha raccolto la commossa testimonianza di mons. Barnaba El Soryany, vescovo della diocesi Copto-Ortodossa di San Giorgio a Roma:RealAudioMP3

R. - Lutto totale per tutte le Chiese e tutte le persone. Anche l’anno scorso il sei gennaio, proprio nel giorno della festa di Natale, sono stati uccisi altri sei ragazzi. Siamo rimasti malissimo tutti quanti, anche nella comunità locale, qui, a Roma, perché molte persone hanno perso i propri fratelli in Egitto.

D. - La Chiesa copta è davvero una Chiesa martire ancora oggi ...

R. - Tutta la sua storia ha offerto tanti martiri e specialmente negli ultimi 30 anni, non è passato un anno senza che venissero offerti martiri per il cristianesimo. Il governo in Egitto lo sapeva già venti, trenta giorni prima, che al Qaeda aveva minacciato dicendo che sarebbe toccato alle chiese copte in Egitto. Loro sanno che nella notte di capodanno si celebra la Messa solenne: perchè non hanno messo guardie di fronte alla chiesa, specialmente davanti a questa chiesa che aveva già subito un attentato?

D. - Qual è l’appello che lei si sente di fare?

R. - Io chiedo giustizia. Siamo egiziani a tutti gli effetti, siamo l’origine dell’Egitto, siamo cittadini egiziani. Il nostro Paese noi non lo lasceremo mai. Domenica 9 gennaio faremo una manifestazione a Roma, in Piazza della Repubblica, dall’una e mezzo fino alle tre e mezzo.

D. – Quindi, l’appello è chiaramente di venire numerosi per esprimere solidarietà ...

R. – Certo: questo è l’aiuto che i nostri fratelli possono darci! (bf)

Per una riflessione sul contesto in cui si è verificata la strage di Alessandra, padre Seweryn Wasik, della redazione polacca, ha intervistato il padre gesuita Samir Khalil Samir, docente di Storia della Cultura araba e d'Islamologia presso l'Università “Saint Joseph” di Beirut, in Libano:RealAudioMP3

R. – In Egitto, il confronto tra musulmani e cristiani sta crescendo. L’Egitto è sempre stato il centro del pensiero fondamentalista islamico, nato già nel 1928 con i Fratelli musulmani, ma si rinnova e si è rafforzato in questi ultimi tempi a causa della situazione politica del Paese. I Fratelli musulmani approfittano della debolezza sul piano politico interno e della crisi economica per dire: vedete, questi governi laici non vi aiutano. Noi vi aiutiamo! Hanno anche creato centri sociali per aiutare la gente. Poi, usano anche l’argomento internazionale di Israele e degli Stati Uniti per indicare che “questi governi sono alleati con i nostri nemici, mentre noi difendiamo l’islam”. Mirano ad un conflitto politico con il governo e i cristiani sono solo un pretesto, un’occasione per rafforzare la posizione dei fondamentalisti.

D. – Quali possono essere le conseguenze della strage?

R. – A livello politico, lo scopo è sempre quello di destabilizzare il governo, e questa sarà una conseguenza; mentre a livello interno, nei rapporti tra cristiani e musulmani, le conseguenze saranno di maggiori conflitti tra di loro, e questo è l’aspetto pericoloso. Già c’era tensione, perché era stato proposto di cancellare le festività natalizie e la maggioranza del popolo ha detto “no: anzi, dobbiamo digiunare e pregare di più per prepararci alla festa del Natale”, che sarà celebrato nella notte tra il 6 e il 7 gennaio, secondo il calendario copto. Un tema che torna spesso nelle parole dei cristiani è quello del martirio; dicono: “Noi siamo stati sempre la Chiesa dei martiri”; ricordano anche che il calendario copto non parte dalla nascita di Cristo, ma dall’inizio dell’ultima persecuzione, quella di Diocleziano nel 284. E si ripete nuovamente che sono la Chiesa dei martiri! E questo è stato ribadito: sono pronti a dare la vita per testimoniare la fede! (gf)







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