In Egitto 17 arresti in relazione all’attentato contro la chiesa copta di Alessandria
d’Egitto avvenUto la notte di Capodanno e costato la vita a 21 persone. Lo ha riferito
l’emittente televisiva araba Al Jazira. Ieri, durante i funerali di alcune delle vittime,
due ministri sono stati aggrediti dalla folla. Dal canto suo, il presidente Mubarak,
in un discorso trasmesso in televisione, ha garantito il massimo impegno contro il
progetto di sabotare l’unità del popolo egiziano ribadendo che dietro l’azione terroristica
ci sono “mani straniere”. Dell’attacco Fausta Speranza ha parlato con Antonio
Ferrari analista e inviato speciale del Corriere della Sera:
R. - Purtroppo
c’erano tutte le condizioni - ahimè - per questo attentato o comunque per una vampata
di violenza. Non dimentichiamo che in Egitto la comunità cristiana copta è una delle
più antiche ed è composta da otto milioni e mezzo di persone e quindi ben oltre il
10 per cento della popolazione. Quindi un gruppo molto, ma molto importante, molto
forte ed anche molto influente, sul quale le autorità hanno sempre puntato per cercare
una concordia tra la componente musulmana, maggioritaria nel Paese, - e mi riferiscono
in particolare, questo è ovvio, a quella moderata – e le minoranze. Il pretesto è
un pretesto veramente banale: la richiesta di lasciare scegliere due ragazze copte
che avrebbero - ed uso il condizionale – scelto di convertirsi all’Islam. Forse c’è
qualcosa di coatto in questa scelta ma questo non lo sappiamo. Mi sembra una scusa
piuttosto banale rispetto alla portata di questa offesa terrificante e che colpisce
non soltanto la Chiesa copta, ma la Chiesa copta di Alessandria, una città che è sempre
stata un faro di tolleranza e di lungimiranza sin dai tempi della storia.
D.
- Mettiamo in luce questo drammatico nesso: terrorismo e persecuzione dei cristiani.
La religione di Cristo promuove la dignità della persona sempre e comunque, e questo
dà molto fastidio al terrorismo e alle logiche di odio…
R. - Assolutamente
sì. Non dimentichiamo che per i musulmani moderati, per i musulmani non fanatici,
Gesù Cristo è un personaggio storico ed anche un personaggio religioso importante:
è un profeta. E non dimentichiamo che c’è una shura del Corano dove si riconosce addirittura
la verginità di Maria e quindi un rispetto totale per il Cristo e per quello che rappresenta.
Qui invece siamo davanti ad una persecuzione con un certo carattere politico: le minoranze
cristiane sono tra le più avanzate - parlo per l’alfabetizzazione, parlo anche per
la loro penetrazione all’interno di molte realtà - e questo deve far riflettere. C’è
una persecuzione che odora di odio religioso ma direi che la maggiore e la più importante
radice è quella dell’odio politico. Quindi, si tratta di una situazione che deve -
purtroppo - preoccupare.
D. - Antonio Ferrari, Giovanni Paolo II diceva
che “la libertà religiosa è cartina tornasole di tutte le libertà”: la comunità internazionale
dovrebbe capire questo forse meglio e difendere di più la libertà religiosa? L’Unione
Europea si è pronunciata a diverso titolo, ma serve forse qualcosa di più e a livello
internazionale?
R. - Assolutamente sì. Io credo che questo appello sia
fondamentale. Quanto diceva Giovanni Paolo II era straordinariamente vero, è straordinariamente
vero! La libertà religiosa è un pilastro e io credo che la libertà religiosa sia uno
dei più importanti diritti umani. Ci siamo sempre riempiti la bocca, in Occidente,
con l’idea che si potesse esportare la democrazia: io credo che la democrazia non
si esporti, perché la democrazia è come l’etica, si deve produrre giorno dopo giorno.
Quello che possiamo invece esportare sono i valori, sono i diritti umani e la libertà
religiosa è uno dei più importanti diritti umani! (mg)