2011-01-02 13:37:57

Ancora morti ad Haiti per il colera


Continua a salire il numero dei morti per colera ad Haiti. Gli ultimi dati ufficiali, diffusi dal ministero della Salute dell’Isola caraibica, parlano di oltre 3.300 vittime dall’ottobre scorso. Quanto alle persone che hanno contratto la malattia, nel complesso ammontano ormai a quasi 150 mila. Una situazione critica, dunque, che rischia di peggiorare ulteriormente, anche a causa del caos che regna sull’isola, colpita lo scorso gennaio da un terribile terremoto. In questo contesto, duro è l’atto di denuncia di Medici senza Frontiere, che parla di "morti evitabili", per una malattia facilmente curabile se gestita in maniera adeguata. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Barbara Maccagno, coordinatore medico di Msf, tornata da poco da Haiti:RealAudioMP3

R. – La situazione resta ancora piuttosto critica. Nella capitale Port-au-Prince, per fortuna, i casi sono diminuiti, mentre sono in aumento i casi nelle regioni e nelle province del Nord e del Sud del Paese.

D. – Voi dite che si è fatto poco per migliorare le condizioni igieniche dopo il sisma del gennaio 2010. Ci sono, secondo lei, responsabilità concrete a carico della comunità internazionale?

R. – Questo è quanto noi pensiamo e quanto abbiamo potuto constatare. Effettivamente, nella situazione in cui si è ritrovata l’isola dopo il terremoto, erano prevedibili epidemie; diciamo che credo che al colera non aveva pensato nessuno, perché questa malattia non era presente sull’isola da più di 50 anni e per questo si pensava di poterla scongiurare. Quello che noi abbiamo constatato e che denunciamo è la disorganizzazione con cui sono state gestite le attività igieniche e di prevenzione che sicuramente avrebbero potuto, se non evitare, almeno tenere sotto controllo l’epidemia in misura importante.

D. – In linea di massima, come si cura il colera?

R. – Con una reidratazione che può avvenire per via orale con dei sali di idratazione, che sono poi sostanze basiche: per dirla in termini semplici, come bere acqua salata, con dei sali particolari che sono parte del nostro organismo; oppure con una idratazione per via endovenosa nei casi in cui la diarrea abbia creato una disidratazione più grave. Però, effettivamente è una malattia curabile in cui la morte può essere sicuramente evitata se le persone vengono trattate in tempo.

D. – Quale, secondo lei, sarebbe il modo giusto di intervenire, e come risolvere i problemi che ci sono attualmente a Haiti? E’ possibile?

R. – Speriamo che sia possibile, ed è appunto per questo che abbiamo denunciato e reso pubblica questa nostra denuncia sulla disorganizzazione che, purtroppo, continua ad essere presente sull’isola. Quello che deve e può essere fatto è rendere disponibile acqua clorata, quindi acqua potabile, non solo nella capitale ma anche nelle zone rurali dell’isola, e questa sicuramente è una tappa fondamentale per cercare di prevenire la diffusione e per evitare nuovi casi. (gf)







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