Nella notte del nuovo anno, l'ottava veglia di preghiera del Movimento dell'Amore
Familiare in Piazza San Pietro e in Abruzzo
Dalla finestra del suo studio, Benedetto XVI non ha mancato di salutare, al termine
dell'Angelus di oggi, i membri del Movimento dell'Amore Familiare, fondati da don
Stefano Tardani, che la scorsa notte, in Piazza San Pietro, hanno animato l’ormai
tradizionale Veglia di preghiera. Tema particolare di quest’anno "L’unità e la pace
nelle famiglie e tra le Nazioni". Una riflessione proposta da mons. Oscar Rizzato
ha aperto l’incontro, quindi - ad ogni ora - si è ripetuta la recita del Rosario,
assieme a canti e preghiere. Suggestiva la deposizione di lumi davanti al Presepe
monumentale della Piazza, come segno di offerta a Cristo delle attese e delle speranze
di ogni famiglia. L’iniziativa, alla sua ottava edizione, si è svolta per la prima
volta, in contemporanea, anche nella chiesa degli Angeli Custodi di Paganica, in Abruzzo.
Sul suo significato, Federico Piana ha sentito Gianluca Farese, del
Movimento dell’Amore Familiare:
R. – In una
nottata così particolare, quando nel mondo c’è tanta confusione, c’è una ricerca del
divertimento a tutti i costi, proprio in questo momento abbiamo sentito la necessità
di fare silenzio, di raccoglierci in preghiera davanti al Santo Presepe. E quale posto
migliore di Piazza San Pietro, che è il centro della cristianità e dove la cristianità
si riunisce? Questa preghiera è proprio per ringraziare il Signore di tutti i doni
ricevuti durante l’anno e per augurarci un anno migliore. E’ bene che ripartiamo da
una pace più profonda, che si possa ricostruire nel cuore di ognuno di noi e che poi
proprio dalle persone possa crescere all’interno delle famiglie.
D.
– Per quale motivo per la pace è necessaria la preghiera? Che forza ha la preghiera?
R.
– Non possiamo limitarci a pensare che la pace sia un’assenza di guerra e quindi che
sia semplicemente un impegno umano della persona a non creare un attrito con gli altri.
La pace è qualcosa di molto più profondo: la pace è un dono, un dono che ci fa il
Signore e come tutti i doni non possiamo fare altro che domandarlo. E con la preghiera
ci rivolgiamo al Signore, affinché doni a ciascuno la possibilità di raggiungere quella
pace interiore che possa poi condividere con gli altri, farla trasparire e maturare
all’interno della propria famiglia, del proprio nucleo lavorativo, nella propria nazione,
tra i popoli.
D. – Hai toccato un tema fondamentale: la famiglia. Penso
che la pace si debba ottenere prima in famiglia e poi nella società…
R.
– Senz’altro è così. La famiglia è un nucleo molto importante. Vediamo come sia stato
Dio stesso a scegliere per Gesù l’ambito familiare, la famiglia umana, il calore di
una mamma e di un papà, per poter mandare suo Figlio e donarci tutto il suo amore,
tutta la sua pace. E’ Dio stesso che parte dalla coppia, che vuole inserire Gesù e
donarcelo proprio in questo contesto.
D. – Chi organizza questa veglia
è il Movimento dell’amore familiare. Due parole, in chiusura, per raccontarci che
cos’è questo movimento fondato da don Stefano Tardani:
R. – Siamo un
gruppo di famiglie, ma anche singoli e fidanzati. Abbiamo un percorso che ci porta
a donare la nostra vita nella missione e quindi ad aprirci agli altri. La nostra risposta
è proprio questa: all’amore che Dio ha per noi, sentiamo di voler offrire la nostra
vita, il nostro tempo, le nostre forze per adoperarci per la costruzione del suo Regno
qui, sulla Terra. (gf)