Nigeria: i leader religiosi denunciano le strumentalizzazioni politiche della religione
Due poliziotti sono stati uccisi ieri nel nord della Nigeria da uomini sospettati
di appartenere alla setta islamica radicale, che ha rivendicato le violenze perpetrate
a Jos e a Maiduguri alla vigilia di Natale. Secondo l’ultimo bilancio, nella cittadina
di Jos, nel centro del Paese, sono rimaste uccise almeno 86 persone. La Nigeria, il
più popoloso Paese del continente africano con i suoi 150 milioni di abitanti, si
presenta come una nazione divisa tra etnie e clan rivali che si scontrano regolarmente
per ragioni di potere e di supremazia, utilizzando spesso motivazioni religiose. In
una conferenza stmapa congiunta, ieri i due principali rappresentanti delle comunità
cristiana e musulmana hanno affermato che “ci sono alcuni uomini politici che non
vogliono le elezioni presidenziali fissate ad aprile prossimo e, per i loro affari
personali, preferiscono che la Nigeria sia una nazione ingovernabile”. L'arcivescovo
di Jos, mons. Kaigama, spiega che “Gruppi e partiti manipolano la religione per nascondere
conflitti economici o politici”. Gabriella Ceraso ne ha parlato con padre
Patrick Tor Alumuku responsabile della comunicazione dell’arcidiocesi di Abuja:
R. - Sotto
sotto, i politici vogliono usare la religione. Dato che ci stiamo preparando per le
elezioni, cominciano a turbare la situazione politica per poi approfittarne...
D.
- Gli appelli che sono arrivati - non solo dal Papa ma anche da alcuni governi - hanno
avuto qualche riscontro?
R. - Il governo sicuramente sta prendendo sul
serio questa situazione. È in corso un’inchiesta, e il presidente ha detto che chiunque
sia coinvolto in questa crisi sarà severamente punito.
D. - Vogliamo
ribadire - se questo è vero - che la religione è solo una scusa per nascondere altro?
R.
- Questo è vero. Però è anche vero che in questo Paese ci sono problemi tra cristiani
e musulmani. I cristiani e i musulmani devono vivere insieme.
D. - Le
forze positive per realizzare questo ci sono?
R. - C’è una grande volontà
da parte dei leader musulmani e cristiani. Negli ultimi due-tre anni non ci sono stati
grandi problemi da questo punto di vista, c’era la pace, anche se gli estremisti cristiani
sostenevano che il vescovo non lottasse abbastanza per i cristiani e che si stesse
avvicinando troppo ai musulmani. Lui lo faceva di proposito, per avere la pace. Anche
il leader dei musulmani della Nigeria, dal canto suo, si era avvicinato alla popolazione
cristiana. Quindi, si può dire che esiste uno sforzo che dall’alto deve però scendere
verso il basso, dove iniziano i problemi.(bf)
Costa d'Avorio: mediazione
di tre capi di Stato africani I tre capi di Stato africani inviati dall'Ecowas
(Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale) ieri in Costa D'Avorio per
tentare di convincere il presidente uscente, Laurent Gbagbo, a lasciare il potere
nelle mani di Alassane Ouattara - vincitore delle elezioni e considerato dalla comunità
internazionale nuovo legittimo presidente - torneranno ad Abidjan anche “la settimana
prossima”. Poco o nulla è trapelato sui colloqui di ieri. La missione era composta
dai presidenti di Capo Verde, Pires, della Sierra Leone (Ernest Koroma) e del Benin
(Boni Yayi). Nel comunicato della presidenza capoverdiana è scritto soltanto che “le
due parti ivoriane hanno chiesto un po' di tempo per riflettere nel tentativo di trovare
una soluzione percorribile per la conclusione del processo elettorale, sola via d'uscita
in grado di promuovere la pace e la stabilità durevole in questi Paesi dell'Africa
occidentale”.
La Corea del Sud lancia un appello a riprendere i colloqui
a sei sul nucleare Il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, che ha di recente
promesso la linea dura contro gli attacchi della Corea del Nord, ha invitato Pyongyang
a riprendere i colloqui a sei (fra le due Coree, Cina, Giappone, Usa e Russia) per
risolvere la crisi nucleare della penisola. “Il problema del nucleare della Corea
del Nord - ha detto Lee - può essere risolto solo attraverso la diplomazia nel quadro
dei colloqui a sei” il prossimo anno: prima cioè che Pyongyang raggiunga i suoi obiettivi,
anche nucleari, nel 2012, nel centenario della nascita del fondatore del regime, Kim
Il-sung, quando il Nord, nelle dichiarazioni ufficiali, diventerà “grande, potente
e prospero”.
Bolivia: sindacati contro il rincaro della benzina Agitazione
in Bolivia dove la Centrale operaia, la più grande confederazione sindacale del Paese,
si oppone al forte rincaro dei prezzi del carburante voluto dal governo Evo Morales.
E intanto i lavoratori boliviani si preparano a scendere nuovamente in piazza, dopo
lo sciopero dei trasporti che nei giorni scorsi ha paralizzato il Paese. Il servizio
di Francesca Ambrogetti:
Oggi, è una
giornata decisiva: il presidente Evo Morales annuncerà altri provvedimenti. Fra questi,
un aumento dei salari - per far fronte all’inflazione del 2010 - e quello che provocherà
il maggior prezzo del carburante. Morales spiegherà anche il perché della controversa
decisione. “Grazie ai sussidi del governo, la benzina costa molto meno in Bolivia,
che nei Paesi vicini; con l’aumento vogliamo proteggere l’economia e frenare il contrabbando”.
“Il prezzo sarà la miglior dogana”, ha detto un portavoce del governo. Il segretario
generale della centrale operaia, Pedro Montes, ha affermato che le forze del lavoro
sono disposte al dialogo, ma anche alla lotta, con tutte le misure di forza possibili.
I sindacati sono uno dei principali sostegni del governo di Evo Morales, ma l’appoggio
potrebbe venire a mancare e le proteste sociali dilagare se l’aumento annunciato non
soddisfarà le aspettative dei lavoratori.
Chavez ipotizza una rottura
delle relazioni diplomatiche con gli Usa Il presidente venezuelano, Hugo Chavez,
ha sfidato gli Stati Uniti a rompere le relazioni diplomatiche, dopo il rifiuto del
capo dello Stato di Caracas di accettare la nomina del nuovo ambasciatore degli Stati
Uniti, Larry Palmer. Quest'ultimo, nel corso di una audizione al Senato di Washington
per la sua abilitazione, aveva detto che i guerriglieri colombiani sono presenti sul
suolo venezuelano, che Cuba esercita un'influenza sulle Forze armate del Venezuela
e che il morale di queste è basso. Per Chavez, Palmer ha "mancato di rispetto" al
governo di Caracas. "Se il governo americano vuole espellere il nostro ambasciatore,
faccia pure - ha detto il presidente nel corso di un discorso ufficiale diffuso dalla
tv di stato VTV - Poiché noi abbiamo rifiutato di accettare la nomina di questo signore,
il governo americano ci minaccia di ritorsioni. Potrà provare a fare quello che vuole,
ma noi impediremo a questo signore di venire da noi".
Sabato prossimo, Lula
lascerà il testimone della presidenza in Brasile Il Brasile sarà la quinta
economia mondiale nel 2016, e forse anche prima. Lo ha detto ieri il presidente uscente
brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, nel corso della posa della prima pietra del
nuovo stabilimento Fiat di Ipojuca, nello Stato del Pernambuco. "Quando guardiamo
il mondo - ha detto Lula - posso dirvi senza sbagliarmi: il Brasile sarà la quinta
economia mondiale prima dei Giochi olimpici" di Rio de Janeiro del gennaio 2016. "Noi
possiamo diventarlo prima, ma questo dipenderà dalla vostra voglia di lavorare", ha
aggiunto. Lula lascerà la presidenza sabato prossimo, primo gennaio 2011, dopo otto
anni alla guida del Paese, caratterizzati da una forte crescita economica. Gli succederà
una sua fedelissima, Dilma Rousseff.
Graziato l’ultimo condannato a morte
a Cuba: 30 anni di carcere L'ultimo condannato a morte a Cuba non vedrà il
plotone d'esecuzione. Il Tribunale supremo dell'Avana ha commutato in 30 anni di carcere
la sentenza di morte comminata in primo grado a Humberto Eladio Suarez, dissidente
di 40 anni, riconosciuto colpevole di “atti contro la sicurezza dello Stato” e di
aver assassinato un uomo nel 1994 durante le operazioni di sbarco illegale a Cuba
di un gruppo anticastrista con base in Florida, negli Usa. È quanto rivela l'organizzazione
dissidente "Comitato cubano per i diritti umani e la riconciliazione" (Ccdhrn). Già
il 7 dicembre scorso, due condannati alla fucilazione hanno visto la loro pena commutata
in carcere: si trattava di Ernesto Cruz Leone e Otto Rene Rodriguez Llerena, entrambi
salvadoregni, che furono condannati per attentati dinamitardi contro siti turistici,
in uno dei quali nel settembre 1997, morì l'italiano Fabio Di Celmo. Nell'aprile 2008,
il presidente Raul Castro ha commutato in carcere la pena di morte a una trentina
di condannati.
Mille persone evacuate nel nordest dell’Australia per il
maltempo Le piogge torrenziali che da settimane di abbattono sul nordest dell'Australia
hanno causato le più gravi inondazioni in 50 anni negli stati del Queensland, dove
circa 1mille persone sono state evacuate, e nel Nuovo Galles del Sud. Numerose cittadine
sono sommerse dalle acque e dichiarate zone di catastrofe naturale. Oltre dieci fiumi
in ciascuno dei due Stati sono straripati e, secondo le previsioni, i livelli continueranno
a salire nei prossimi giorni. Si calcola che i danni ammonteranno fino a un miliardo
di dollari australiani (oltre 700 milioni di euro), con perdite massicce ai raccolti
di cotone e semi di girasole, colpendo un settore che già soffriva gli effetti di
una lunga siccità. La capitale del Queensland, Brisbane, ha registrato il dicembre
più piovoso in oltre 150 anni. L'area è stata anche colpita lo scorso weekend dal
ciclone Tasha, che ha portato altre forti precipitazioni. Lunghe code di veicoli si
sono formate fuori dei centri isolati e la polizia arresta le persone che debbono
essere tratte in salvo dopo aver guidato in aree alluvionate.
Italia, due
ordigni contro la sede della Lega Nord Due ordigni artigianali, probabilmente
due bombe-carta, sono esplosi la scorsa notte verso le 3 davanti alla porta della
sede della Lega Nord a Gemonio, in provincia di Varese. Si tratta della località del
Nord Italia dove risiede il leader leghista, Umberto Bossi. L'onda d'urto degli ordigni,
realizzati con polvere nera compressa, ha provocato danni al portone, mandato in frantumi
i vetri delle finestre e distrutto parte degli arredi interni, ma non ha provocato
feriti. Sul muro è apparsa una scritta secondo gli investigatori potrebbe portare
a membri dell’area anarchica vicino ai centri sociali. L'esplosione di questa notte
non è il primo attacco alla sede del Carroccio di Gemonio. Il portone della sede della
Lega Nord, infatti, fu incendiato nel febbraio del 2007 e nel gennaio del 2009. Il
ministro degli Interni, Roberto Maroni, appartenente alla Lega, ha commentato che,
come per le altre volte, nessuno si lascerà intimidire. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LIV no. 363
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