2010-12-29 14:27:05

Attivista indiano plaude al Papa: libertà religiosa, “unica via per una convivenza giusta”


“La libertà religiosa è condizione indispensabile per la piena realizzazione della convivenza pacifica. La mancanza della libertà religiosa conduce all’intolleranza, a ostilità e tensioni”. È quanto sostiene l’attivista indiano per i diritti umani, Lenin Raghuvanshi, che ha commentato sull'agenzia AsiaNews, il messaggio lanciato da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace: “La libertà religiosa è la via verso la pace”. Lenin Raghuvanshi, direttore esecutivo del “Comitato di vigilanza del popolo sui diritti umani”, plaude alle parole del Santo Padre riportando l’esempio dell’India, prigioniera del nazionalismo fondamentalista indù. Secondo l’attivista “se la società desidera una pace sostenibile, ci deve essere libertà religiosa e libertà di coscienza”. “La libertà religiosa – si legge nell’articolo - presuppone che lo Stato non intervenga nella sfera della religione, e che non eserciti un controllo sulle coscienze: tutte le democrazie del mondo devono assicurare e garantire la libertà di religione. Il progresso e lo sviluppo di una democrazia saranno il risultato di una società pacifica e tollerante”. “Quando tutta la popolazione – prosegue Raghuvanshi -, comprese le minoranze linguistiche e i gruppi etnici, hanno la libertà di praticare la propria fede, i riti e le espressioni religiose, questo conduce a una società armoniosa e unita, che crea un ambiente favorevole per il progresso e la prosperità della nazione. Ogni società che non garantisce la libertà religiosa produce e stimola un fascismo comune”, ammonisce l’attivista sottolineando come “il nazionalismo in politica è preliminare al fascismo. Nel fascismo nazionalista c’è l’abuso della filosofia fondamentalista religiosa nel nome del bene politico, per usurpare il potere politico e tentare di stabilire una supremazia nella società”. Raghuvanshi porta poi l’esempio delle forze fasciste indù “che abusano della loro religione per portare il voto a politici. Mentre non c’è alcuno sforzo per risolvere i principali problemi sociali come la povertà, la disoccupazione, la sanità e la giustizia. In India distruggere la democrazia laica significa distruggere la sua unità e integrità – aggiunge ancora -. Per questo è tanto attuale quello che Sua Santità il Papa - che è il più rispettato leader spirituale, e un ardente difensore della pace e dei diritti umani nel mondo – ha detto nella sua profetica invocazione nella Giornata mondiale della pace: che la libertà religiosa è la via verso la pace”. Il direttore del “Comitato di vigilanza del popolo sui diritti umani” sottolinea quindi il pericolo “creato da un nuovo legame tra nazionalismo fascista e indù, una struttura basata sull’esclusione”. Non meno temibili sono inoltre “le forze fasciste nazionaliste in Pakistan, dove la maggioranza vuole usurpare il potere politico e discriminare le minoranze, colpendole con violenze e soggiogandole a uno status di cittadini di seconda classe”. Proprio per questi motivi, Raghuvanshi ritiene “che la libertà religiosa è la base della democrazia. È urgente che i leader mondiali prendano in seria considerazione il messaggio del Santo Padre – afferma in conclusione Raghuvanshi - se vogliono promuovere una pace sostenibile in tutto il mondo”. (M.G.)







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