Attivista indiano plaude al Papa: libertà religiosa, “unica via per una convivenza
giusta”
“La libertà religiosa è condizione indispensabile per la piena realizzazione della
convivenza pacifica. La mancanza della libertà religiosa conduce all’intolleranza,
a ostilità e tensioni”. È quanto sostiene l’attivista indiano per i diritti umani,
Lenin Raghuvanshi, che ha commentato sull'agenzia AsiaNews, il messaggio lanciato
da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace: “La libertà religiosa è la via
verso la pace”. Lenin Raghuvanshi, direttore esecutivo del “Comitato di vigilanza
del popolo sui diritti umani”, plaude alle parole del Santo Padre riportando
l’esempio dell’India, prigioniera del nazionalismo fondamentalista indù. Secondo
l’attivista “se la società desidera una pace sostenibile, ci deve essere libertà religiosa
e libertà di coscienza”. “La libertà religiosa – si legge nell’articolo - presuppone
che lo Stato non intervenga nella sfera della religione, e che non eserciti un controllo
sulle coscienze: tutte le democrazie del mondo devono assicurare e garantire la libertà
di religione. Il progresso e lo sviluppo di una democrazia saranno il risultato di
una società pacifica e tollerante”. “Quando tutta la popolazione – prosegue Raghuvanshi
-, comprese le minoranze linguistiche e i gruppi etnici, hanno la libertà di praticare
la propria fede, i riti e le espressioni religiose, questo conduce a una società armoniosa
e unita, che crea un ambiente favorevole per il progresso e la prosperità della nazione.
Ogni società che non garantisce la libertà religiosa produce e stimola un fascismo
comune”, ammonisce l’attivista sottolineando come “il nazionalismo in politica è preliminare
al fascismo. Nel fascismo nazionalista c’è l’abuso della filosofia fondamentalista
religiosa nel nome del bene politico, per usurpare il potere politico e tentare di
stabilire una supremazia nella società”. Raghuvanshi porta poi l’esempio delle forze
fasciste indù “che abusano della loro religione per portare il voto a politici. Mentre
non c’è alcuno sforzo per risolvere i principali problemi sociali come la povertà,
la disoccupazione, la sanità e la giustizia. In India distruggere la democrazia laica
significa distruggere la sua unità e integrità – aggiunge ancora -. Per questo è tanto
attuale quello che Sua Santità il Papa - che è il più rispettato leader spirituale,
e un ardente difensore della pace e dei diritti umani nel mondo – ha detto nella sua
profetica invocazione nella Giornata mondiale della pace: che la libertà religiosa
è la via verso la pace”. Il direttore del “Comitato di vigilanza del popolo sui diritti
umani” sottolinea quindi il pericolo “creato da un nuovo legame tra nazionalismo fascista
e indù, una struttura basata sull’esclusione”. Non meno temibili sono inoltre “le
forze fasciste nazionaliste in Pakistan, dove la maggioranza vuole usurpare il potere
politico e discriminare le minoranze, colpendole con violenze e soggiogandole a uno
status di cittadini di seconda classe”. Proprio per questi motivi, Raghuvanshi ritiene
“che la libertà religiosa è la base della democrazia. È urgente che i leader mondiali
prendano in seria considerazione il messaggio del Santo Padre – afferma in conclusione
Raghuvanshi - se vogliono promuovere una pace sostenibile in tutto il mondo”. (M.G.)