Nella Festa dei Santi Martiri Innocenti, gli insegnamenti del Papa che invitano a
custodire la stagione dell'infanzia
“Le vittime immolate dalla ferocia di Erode”, che rendono testimonianza a Cristo “non
con le Parole, ma con il sangue”, ci ricordano che “il martirio è dono gratuito del
Signore” e ricordano anche “l'eminente dignità dei bambini nella Chiesa”. Sono queste
alcune parole del Messale Romano con le quali la liturgia di oggi celebra la memoria
degli Innocenti Martiri, fatti uccidere dal re Erode che intendeva colpire Gesù Bambino.
In questo servizio, Alessandro De Carolis ripropone alcune considerazioni di
Benedetto XVI sul tema dell’infanzia e della sua protezione:
Il frastuono
dei cavalli lanciati al galoppo o la cadenza militare di un reparto di soldati che
avanza, echeggianti tra le case della Betlemme dell’anno zero, non sono poi così lontani
dai suoni della violenza che oggi troppo spesso imperversa su bambini e bambine che
non saranno mai adulti, di età o di mente: perché trasformati in ridotte e stordite
macchine da guerra in guerre che capiscono solo i grandi, o schiavizzati da soprusi
abominevoli dentro case che sono sporchi “paradisi” solo per i grandi, o venduti perché
sfortunatamente sono una bocca di troppo da sfamare o soppressi perché del sesso sbagliato
o non adeguatamente sani e selezionati, o considerati un mero assemblaggio di pezzi
di ricambio e quindi deturpati da un bisturi o nemmeno mai dati alla luce, perché
ciò che ai grandi interessa non è il loro sorriso sul viso paffuto, ma solo qualche
filamento del loro Dna.
L’Erode il grande sanguinario, che roso dal
sospetto manda a sterminare gli Innocenti celebrati e pianti oggi dalla Chiesa, rivive
nei tanti “Erode” che fanno altrettanto venti secoli dopo, solo con armi diverse e
talvolta nemmeno con quelle. La follia omicida del re biblico, e di tanti violenti
di oggi, è una furia che si abbatte – aveva osservato un anno fa Benedetto XVI – sui
più inermi, coloro nei cui occhi si riflettono intatti i colori del vero Paradiso:
“I
volti dei bambini sono come un riflesso della visione di Dio sul mondo. Perché allora
spegnere i loro sorrisi? Perché avvelenare i loro cuori? Purtroppo, l’icona della
Madre di Dio della tenerezza trova il suo tragico contrario nelle dolorose immagini
di tanti bambini e delle loro madri in balia di guerre e violenze: profughi, rifugiati,
migranti forzati”. (Messa 1 gennaio 2010)
I “volti dei piccoli innocenti”,
“scavati dalla fame e dalle malattie, volti sfigurati dal dolore e dalla disperazione”,
aveva scandito il Papa, “sono un appello silenzioso alla nostra responsabilità”:
“Di
fronte alla loro condizione inerme, crollano tutte le false giustificazioni della
guerra e della violenza. Dobbiamo semplicemente convertirci a progetti di pace, deporre
le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un mondo più degno dell’uomo”.
(Messa 1 gennaio 2010)
I Martiri Innocenti di Betlemme sono dunque
l’icona dell’infanzia violata, da cui parte un grido muto che attraversa tutta la
storia e tutte le coscienze. Un grido al quale un paio d’anni fa, con grande partecipazione
personale, Benedetto XVI ha prestato queste parole:
“Vorrei cogliere
l'occasione per lanciare un grido a favore dell'infanzia: prendiamoci cura dei piccoli!
Bisogna amarli e aiutarli a crescere. Lo dico ai genitori, ma anche alle istituzioni.
Nel lanciare questo appello, il mio pensiero va all’infanzia di ogni parte del mondo,
particolarmente a quella più indifesa, sfruttata e abusata. Affido ogni bambino al
cuore di Cristo, che ha detto: “Lasciate che i bambini vengano a me!”. (Angelus, 2
marzo 2008)