Un continente con un futuro “sempre più incerto”: così Benedetto XVI ha definito l’Africa
nell’omelia del giorno di Natale, in cui ha ricordato tutti i Paesi africani “colpiti
dall’assenza di stabilità” come il Congo, il Darfur, la Somalia, la Costa d’Avorio
e il Madagascar. Il giorno in cui si festeggia la nascita di Gesù, è comunque per
ognuno occasione di pace e riconciliazione, anche nelle situazioni più difficili,
come hanno sottolineato nelle loro omelie natalizie alcuni arcivescovi del continente:
“Una pace durevole non potrà essere raggiunta senza giustizia, verità e amore – sono
state le parole pronunciate dall’arcivescovo di Kinshasa, cardinale Laurent Monsengwo
Pasinya nella Cattedrale Nostra Signora di Lingwala – in Congo il popolo non è più
all’oscuro di quello che sta accadendo, del fatto che si sta affermando una cultura
di menzogna, ingiustizia, corruzione, odio e morte”. Il porporato, poi, riferisce
la Misna, ha messo in guardia contro il rischio di banalizzare la morte e ha invitato
governanti e cittadini a un “risveglio della nazione”. Anche l’arcivescovo di Dakar,
capitale del Senegal, cardinale Théodore Adrien Sarr, si è rivolto alle autorità del
Paese affinché creino “le condizioni per una pace definitiva in Casamance”, la regione
meridionale che dal 1982 è teatro di un conflitto armato che coinvolge i ribelli del
Movimento delle forze democratiche, e ascoltino “il grido di disperazione e di paura
delle popolazioni, dando prova di rispetto per la vita umana”. Il porporato ha citato
anche la Costa d’Avorio, in preda a una delicata crisi post-elettorale. (R.B.)