Iraq. Un Natale sottotono per motivi di sicurezza: veglie celebrate solo al nord
“Le chiese sono diventate come fortezze nelle quali non si prega come dovrebbe”. Così
alcuni fedeli sintetizzano all'agenzia AsiaNews l’atmosfera del Natale come la si
è vissuta quest’anno in Iraq, dove le celebrazioni della Notte Santa sono state proibite
per motivi di sicurezza, dopo il terribile attentato del 31 ottobre nella chiesa di
Nostra Signora del Perpetuo Soccorso di Baghdad. A Kirkuk, ad esempio, la messa solenne
è stata officiata la mattina del 25, alla presenza delle autorità locali, dei capi
della polizia e dell’esercito, dei capi tribù, di alcuni esponenti politici e del
rappresentante del grande ayatollah, Alì al Sistani, mentre fuori le forze dell’ordine
presidiavano l’edificio. Molte famiglie cristiane fuggite a nord, nel Kurdistan, invece,
hanno potuto partecipare alla veglia a Soulaymanyia, dove la first lady ha distribuito
regali ai bambini e durante la quale i fedeli hanno indossato un nastro rosso sulle
spalle per commemorare le vittime dell’attacco e per dire che a Natale speranza e
pace sono legate al sacrificio: “La speranza c’è – testimoniano i sacerdoti iracheni
– ma è fragile come la fragilità degli uomini”. (R.B.)