Dakar accende i riflettori sulle arti africane con il "FESMAN, il Festival delle arti
nere". Qui nella capitale senegalese fino al 31 dicembre sarà possibile conoscere
da vicino le tante espressioni artistiche della popolazione africana. Inaugurato nel
1966 dall'allora presidente Léopold Sedar Senghor, sulla scia dell'entusiasmo generato
dalle indipendenze africane, questa kermesse ha come obiettivo principale quello di
raccontare al mondo l'arte del continente e rivendicarne l'importanza per il progresso
globale. Per l’occasione, scrittori musicisti e danzatori provenienti da oltre 80
Paesi si esibiranno per ricordare le stelle del passato e del presente: da Bob Marley
a Miriam Makeba. Nomi di prima linea anche tra i promotori: dall'ex presidente senegalese,
Abdou Diouf, alla direttrice generale dell'Unesco Irina Bokova e al Premio Nobel per
la letteratura nigeriano Wole Soyinka. Ospite d’onore il Brasile che partecipa all’evento
- secondo quanto riferito da un portavoce - per ritrovare simbolicamente nella “negritude”
la propria tradizione e dimostrare che la cultura può essere un canale privilegiato
di comunione tra i continenti. Molti i turisti, ma soprattutto senegalesi a riempire
i teatri, le piazze, i cinema, gli atéliers e i concerti, tutti gratuiti. Sebbene
non manchino le critiche - dovute soprattutto all'esclusione di parte della popolazione
dal programma, alla concentrazione di quasi tutte le attività previste nella sola
città di Dakar relative al budget di oltre 60 milioni di euro devoluto per l'evento,
(una cifra enorme per un Paese che nelle zone rurali soffre ancora una grave situazione
di povertà) - il FESMAN sarà un palcoscenico importante per parlare ai politici, per
elaborare la rinascita dell'Africa, partendo proprio dal riconoscimento - del suo
contributo specifico alle civiltà del mondo. (C.S.)