La carità è la forza che cambia il mondo: così il Papa durante il pranzo con i poveri
in Vaticano
“La carità è la vera forza che cambia il mondo”. Così Benedetto XVI al termine del
pranzo con i circa 250 poveri assistiti dalle diverse comunità romane delle Missionarie
della Carità, che si è svolto oggi presso l’atrio dell’Aula Paolo VI in Vaticano,
per il centesimo anniversario della nascita della Beata Madre Teresa di Calcutta.
Presenti anche molti religiosi e religiose che il Papa ha ringraziato per il loro
umile servizio ai più bisognosi. Al termine del pranzo anche il saluto di suor Prema,
superiora generale delle Missionarie della Carità. Il servizio di Cecilia Seppia:
La voce
del Papa svela la gioia di condividere il Natale con chi è povero, solo, emarginato,
ma anche con chi dona la sua vita per gli altri in modo umile e discreto. Quella stessa
gioia annunciata dagli angeli ai pastori di Betlemme davanti la grotta, che ha accolto
il Salvatore, si respira qui nell’Atrio dell’Aula Paolo VI, in Vaticano, dove Benedetto
XVI ha pranzato oggi con 250 poveri accompagnati da altrettanti religiosi e religiose
della grande Famiglia fondata da Madre Teresa di Calcutta:
“Il Bambino
che vediamo nella grotta è Dio stesso che si è fatto uomo, per mostrarci quanto ci
vuole bene, quanto ci ama: Dio è diventato uno di noi, per farsi vicino a ciascuno,
per vincere il male, per liberarci dal peccato, per darci speranza, per dirci che
non siamo mai soli”.
A tavola con il Pontefice, siedono 14 ospiti
delle diverse case di accoglienza, con lui anche suor Prema, l’attuale superiora generale
delle Missionarie, fra Sebastian, co-fondatore e superiore generale dei Fratelli,
e fra Brian, superiore generale dei sacerdoti e postulatore della Causa di Canonizzazione
della Beata di Calcutta. E proprio sulla testimonianza di vita di Madre Teresa si
sofferma il Pontefice definendola un riflesso di luce dell’amore di Dio:
“La
beata Teresa di Calcutta ha vissuto la carità verso tutti senza distinzione, ma con
una preferenza per i più poveri e abbandonati: un segno luminoso della paternità e
della bontà di Dio. Ha saputo riconoscere in ognuno il volto di Cristo, da Lei amato
con tutta se stessa”.
“La carità, ribadisce il Papa è sempre la
vera forza che cambia il mondo”. Per questo a chi si domanda perché Madre Teresa sia
diventata così famosa, Benedetto XVI risponde:
“Perché è vissuta
in modo umile e nascosto, per amore e nell’amore di Dio. Ella stessa affermava che
il suo più grande premio era amare Gesù e servirlo nei poveri”.
Grazie
a Madre Teresa dice ancora Benedetto XVI ci rendiamo conto di come la nostra vita
possa cambiare, di come la nostra anima possa diventare specchio della luce di Cristo
ed illuminare gli altri. “E’ Lei che ci ha donato la consolazione e la certezza che
Dio non abbandona mai nessuno e la sua missione - afferma il Santo Padre - continua
attraverso quanti in ogni angolo del mondo vivono il suo carisma scegliendo di essere
missionari della Carità”. Quindi il grazie a tutti coloro che donano la propria vita
per gli altri, spesso in modo nascosto agli occhi degli uomini ma straordinario e
prezioso per il cuore di Dio:
“All’uomo spesso in ricerca di felicità
illusorie, la vostra testimonianza di vita dice dove si trova la vera gioia: nel condividere,
nel donare, nell’amare con la stessa gratuità di Dio che rompe la logica dell’egoismo
umano”.
Poi il saluto agli ospiti, agli amici e a tutti i presenti
che hanno condiviso questo momento gioioso di comunione e fraternità:
“Cari
amici! Sappiate che il Papa vi vuole bene” …. (applausi)
Ma sul clima
in cui si è svolto questo incontro conviviale ascoltiamo il direttore della Sala Stampa
vaticana padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:
R. –
Il clima è stato estremamente sereno e composto. Il Papa è arrivato poco prima dell’una
ed è stato accolto sulla porta da suor Mary Prema, che è la superiora generale, dal
padre Sebastian, che è il superiore del ramo maschile, e da fratel Brian che è il
superiore dei fratelli contemplativi. Il Papa è stato anche accolto da un’altra piccola
rappresentanza di ospiti delle varie comunità delle Suore di Madre Teresa, che erano
vestiti in forma di sacra rappresentazione: c’erano un San Giuseppe e una Madonna
con un piccolo bambino e poi c’erano i Re Magi. Hanno accolto il Papa ed hanno fatto
dei piccoli doni. C’era un bel coro di suore di Madre Teresa, che cantavano canti
natalizi e che hanno accompagnato l’arrivo del Papa e l’inizio del pranzo. Il Papa
ha attraversato la grande “assemblea”, perché erano presenti più di 500 persone, sedute
intorno a quattro file di tavoli, messi molto fitti proprio perché lo spazio non è
immenso. Passando tra di loro si è fermato a salutare tante persone e in particolare
i bambini. Arrivando, gli è stata messa una corona di fiori bianchi e gialli al collo
secondo l’uso indiano classico ed anche di Madre Teresa. C’è stata molta gioia e anche
molta compostezza: si vedeva che gli ospiti di queste comunità sentivano di trovarsi
in un ambiente un po’ diverso dal solito e quindi erano molto rispettosi, ma anche
- naturalmente - molto contenti. Hanno salutato il Papa con un bell’applauso. Il Papa
era seduto ad un tavolo centrale insieme alla madre superiora e ai due superiori dei
rami maschili, ma anche con tanti ospiti delle comunità: accanto a lui c’era - da
una parte - un signore che viene dalla Svizzera e - dall’altra - una signora che viene
dall’Italia. Erano 14 gli ospiti, in rappresentanza di tutte le comunità, che sedevano
attorno a lui, al tavolo centrale.
D. - I missionari e le missionarie
di Madre Teresa assistono a Roma tantissimi poveri, persone senza fissa dimora, detenuti,
malati di Aids: anche in Vaticano - e forse molti non lo sanno - c’è una struttura
di accoglienza…
R. - Sì, c’è la “Casa dono di Maria”, che da molti anni
fa un’accoglienza ai poveri, distribuendo anche pasti alle persone che non hanno da
mangiare e che vengono ogni giorno a bussare alla porta delle suore di Madre Teresa
per ricevere accoglienza. Ci sono anche molti che portano a questa casa generi alimentari
e aiuti, in modo tale da partecipare alla carità che passa attraverso le suore. (mg)