L’arcivescovado dell’Avana ha annunciato la liberazione di altri due dissidenti politici,
specificando che così, in totale, dal mese di aprile, sono 56 i prigionieri che “hanno
accettato la proposta di uscire dal carcere per trasferirsi a vivere in Spagna”.
Sabato scorso l’arcivescovo dell'Avana, cardinale Jaime Ortega, aveva ribadito: “come
ho già detto in diverse occasioni, esiste una promessa formale (da parte del governo)
che tutti saranno liberati”. “Quest’anno nel mio cuore c’era molta speranza in occasione
del Natale e questa speranza - aveva aggiunto con riferimento alle persone ancora
in carcere - ovviamente include tutti”. Dopo il primo incontro del cardinale Ortega
e del presidente dell’Episcopato cubano, mons. Dionisio Garcìa, nel mese di aprile,
come conseguenza di una richiesta pubblica dell’arcivescovo dell’Avana, nell’isola
si è aperto un graduale processo di liberazione dei dissidenti politici, che tuttavia
le autorità considerano come persone colpevoli di reati comuni. Le liberazioni di
questi mesi hanno interessato sostanzialmente alcuni dissidenti “storici”, in carcere
da molti anni, e il cosiddetto “gruppo dei 75”, formato da persone arrestate e condannate
nel 2003 a pene che variano da 6 a 28 anni di reclusione. Di questo gruppo sino ad
oggi restano in carcere 11 persone che rifiutano il trasferimento in Spagna quale
condizione per ottenere la libertà. Questo gruppo, oggi, secondo l’annuncio dell’arcivescovado,
si riduce a 9. Secondo gli osservatori a Cuba, nelle prossime settimane la vicenda
dei dissidenti in carcere per ragioni politiche sarà risolta definitivamente, anche
se resta aperta la questione di coloro che desiderano restare nell’isola, cosa che
le autorità hanno già permesso ma solo ad un piccolo gruppo di rilasciati. (A cura
di Luis Badilla)