Comunità di Sant'Egidio: tradizionale pranzo di Natale con i poveri nella Basilica
di Santa Maria in Trastevere
Tradizionale pranzo di Natale per i poveri domani a Roma organizzato dalla Comunità
di Sant’Egidio, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. 500 gli invitati tra
barboni, profughi senza tetto, bambini di strada e ancora mendicanti, zingari e anziani
ai quali sono destinati anche doni personalizzati in un clima di famiglia. Da quando
nel 1982 la Comunità di Sant’Egidio ha offerto il primo pranzo, le mense del 25 dicembre
si sono moltiplicate in tutto il mondo. Al microfono di Tiziana Campisi, Francesca
Zuccari, responsabile dei servizi per i senza dimora della Comunità di Sant’Egidio,
spiega il senso di questo speciale banchetto:
R. – Il pranzo
di Natale vuole essere un pranzo tradizionale di Natale in famiglia, con una famiglia
un po’ particolare, perché gli invitati sono persone che vivono in strada, anziani,
stranieri, persone che sono in difficoltà. E’ un appuntamento tradizionale, per la
Comunità di Sant’Egidio: questo pranzo si svolge dal 1982 nella Basilica di Santa
Maria in Trastevere e da allora questa iniziativa si è diffusa in tante parti del
mondo. In tutti i luoghi in cui la Comunità è presente, viene organizzato un pranzo
di questo genere, con le persone che la stessa Comunità incontra, conosce e affianca
durante tutto l’anno.
D. – Una chiesa che diventa mensa …
R.
– Il primo pranzo che è stato fatto nella Basilica di Santa Maria in Trastevere è
stato voluto così proprio per simboleggiare che la chiesa è la vera casa dei poveri.
Dunque questo pranzo vuole manifestare una vicinanza materiale, concreta, della Chiesa
e del popolo di Dio ai poveri.
D. – Chi avete invitato, quest’anno?
R.
– Molte sono persone che vivono in strada e che frequentano la nostra mensa in Trastevere,
gli altri sono quelli che incontriamo la sera nei luoghi di riparo, durante le cene
itineranti in tante parti della città, e ancora persone anziane che sono sole, in
quel giorno; oppure, famiglie in difficoltà o famiglie di nomadi che vivono ai margini
della nostra città … Direi che si tratta di una rappresentanza di tutti i sofferenti
di questa nostra società.
D. – Qual è il vostro menu di Natale?
R.
– C’è la lasagna, poi il polpettone con le lenticchie e il purè, poi dolci a volontà
per tutti!
D. – Quanti sono gli invitati e quanti sono invece gli organizzatori
del pranzo?
R. – Dentro la Basilica di Santa Maria in Trastevere 500,
ma in tutta la città questi pranzi, che sono circa una cinquantina e che si svolgono
soprattutto nella periferia della città, coinvolgono – tra invitati ed organizzatori
- tra le 8 e le 10 mila persone.
D. – Come responsabile dei servizi
per i senza dimora della Comunità di Sant’Egidio, cosa vuole augurare loro?
R.
– Io auguro loro che questo giorno di festa, di consolazione, di gioia grande sia
un giorno che si possa ripetere tutti i giorni dell’anno, che ognuno possa trovare
un futuro migliore, una speranza per la propria vita. (gf)