Grecia: scioperi e manifestazioni contro l’austerità
Si profila un Natale in piazza per la Grecia. Continuano, infatti, gli scioperi in
tutto il Paese, dopo che il Parlamento di Atene ha approvato la legge Finanziaria
per il 2011. La normativa contiene severe misure di austerità con l’obiettivo di ridurre
sensibilmente il deficit del Paese in grave difficoltà negli ultimi mesi. Il provvedimento
prevede forti tagli alla spesa e aumenti di imposte, così come chiesto da Unione Europea
(UE) e Fondo Monetario Internazionale (FMI), in cambio di un piano di aiuti da 110
miliardi di euro. Ma non è solo il Paese ellenico che in Europa attraversa difficoltà
economiche. Di questi temi Giancarlo La Vella ha parlato con l’economista Luigi
Campiglio, dell’Università Cattolica di Milano:
R. - La situazione
della Grecia potrebbe essere risolta in tempi relativamente brevi, perché la dimensione
del disavanzo pubblico - così come del debito - è relativamente contenuta: richiede
certamente manovre di correzione, ma il grado di sostegno che i grandi Paesi possono
dare nei confronti della Grecia può aiutare moltissimo e non costa molto.
D.
- Secondo lei, è con la solidarietà tra Stati che si riesce ad attenuare il momento
di crisi?
R. - Sì, perché questo è certamente un momento di grande crisi
ed è vero che c’è il rischio anche di fare passi indietro. Però il primo dei passi
in avanti da compiere è quello di avere il coraggio di essere ancora più vicini sul
piano della solidarietà, sul piano dei rapporti ed anche sul piano degli interessi
comuni.
D. - Al contrario, c’è il rischio che in Europa - ma non solo
- si crei una spaccatura tra economie più forti e quelle invece più deboli?
R.
- Il rischio c’è: alcuni commentatori lo teorizzano anche. Io credo che sarebbe la
fine dell’euro e l’ipotesi che circola di due monete - una moneta del Nord ed una
moneta del Sud - servirebbe solamente a cristallizzare le disuguaglianze che esistono.
D. - In che modo l’euro ha contributo ad evitare crisi più penose?
R.
- Quello che è accaduto in questo anno è il risultato di una catena di errori particolarmente
ostinati nella loro continuazione. Infatti, solo fino ad uno anno e mezzo fa l’idea
che l’euro potesse essere messo in discussione apparteneva ancora al “regno dell’impensabile”.
Certamente con l’euro abbiamo avuto dei grandi vantaggi dal punto di vista degli scambi
commerciali, dell’integrazione economica, dell’abbattimento delle barriere e della
libertà di movimento delle persone. Con l’euro abbiamo fatto veramente un grande passo
in avanti, però questo passo non basta: dobbiamo essere più vicini!
D.
- Guardando al piccolo e alle famiglie, il Natale rappresenta un periodo di aumento
dei consumi: periodi di difficoltà come questo provocano l’aumento dei prezzi o l’abbassamento
della qualità delle merci a parità di prezzi?
R. - Le famiglie sono
molto caute negli acquisti e i prezzi sono un po’ il segnale di tutto questo. Io credo
che non avremo grandi aumenti di prezzi per i beni a più elevata intensità di consumo.
Se lei entra in un supermercato, di tutti i beni e di tutti i servizi, ne trova di
tutte le qualità. Quello che potrebbe accadere è che, avendo meno disponibilità economiche,
i consumatori si orientino verso la bassa qualità. Questo non è un bene! (mg)