2010-12-23 15:02:50

Grecia: scioperi e manifestazioni contro l’austerità


Si profila un Natale in piazza per la Grecia. Continuano, infatti, gli scioperi in tutto il Paese, dopo che il Parlamento di Atene ha approvato la legge Finanziaria per il 2011. La normativa contiene severe misure di austerità con l’obiettivo di ridurre sensibilmente il deficit del Paese in grave difficoltà negli ultimi mesi. Il provvedimento prevede forti tagli alla spesa e aumenti di imposte, così come chiesto da Unione Europea (UE) e Fondo Monetario Internazionale (FMI), in cambio di un piano di aiuti da 110 miliardi di euro. Ma non è solo il Paese ellenico che in Europa attraversa difficoltà economiche. Di questi temi Giancarlo La Vella ha parlato con l’economista Luigi Campiglio, dell’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. - La situazione della Grecia potrebbe essere risolta in tempi relativamente brevi, perché la dimensione del disavanzo pubblico - così come del debito - è relativamente contenuta: richiede certamente manovre di correzione, ma il grado di sostegno che i grandi Paesi possono dare nei confronti della Grecia può aiutare moltissimo e non costa molto.

D. - Secondo lei, è con la solidarietà tra Stati che si riesce ad attenuare il momento di crisi?

R. - Sì, perché questo è certamente un momento di grande crisi ed è vero che c’è il rischio anche di fare passi indietro. Però il primo dei passi in avanti da compiere è quello di avere il coraggio di essere ancora più vicini sul piano della solidarietà, sul piano dei rapporti ed anche sul piano degli interessi comuni.

D. - Al contrario, c’è il rischio che in Europa - ma non solo - si crei una spaccatura tra economie più forti e quelle invece più deboli?

R. - Il rischio c’è: alcuni commentatori lo teorizzano anche. Io credo che sarebbe la fine dell’euro e l’ipotesi che circola di due monete - una moneta del Nord ed una moneta del Sud - servirebbe solamente a cristallizzare le disuguaglianze che esistono.

D. - In che modo l’euro ha contributo ad evitare crisi più penose?

R. - Quello che è accaduto in questo anno è il risultato di una catena di errori particolarmente ostinati nella loro continuazione. Infatti, solo fino ad uno anno e mezzo fa l’idea che l’euro potesse essere messo in discussione apparteneva ancora al “regno dell’impensabile”. Certamente con l’euro abbiamo avuto dei grandi vantaggi dal punto di vista degli scambi commerciali, dell’integrazione economica, dell’abbattimento delle barriere e della libertà di movimento delle persone. Con l’euro abbiamo fatto veramente un grande passo in avanti, però questo passo non basta: dobbiamo essere più vicini!

D. - Guardando al piccolo e alle famiglie, il Natale rappresenta un periodo di aumento dei consumi: periodi di difficoltà come questo provocano l’aumento dei prezzi o l’abbassamento della qualità delle merci a parità di prezzi?

R. - Le famiglie sono molto caute negli acquisti e i prezzi sono un po’ il segnale di tutto questo. Io credo che non avremo grandi aumenti di prezzi per i beni a più elevata intensità di consumo. Se lei entra in un supermercato, di tutti i beni e di tutti i servizi, ne trova di tutte le qualità. Quello che potrebbe accadere è che, avendo meno disponibilità economiche, i consumatori si orientino verso la bassa qualità. Questo non è un bene! (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.