Costa d'Avorio: il nunzio: l'unica via è il dialogo
In Costa d'Avorio, almeno 173 persone sono state uccise in pochi giorni: lo hanno
affermato oggi le Nazioni Unite. “Tra il 16 ed il 21 dicembre, il personale per i
diritti umani ha avuto informazioni di 173 uccisioni, 90 casi di tortura e maltrattamenti,
471 arresti e detenzioni e 24 casi di scomparse forzate o involontarie” ed ha ricevuto
notizie di fosse comuni che non ha potuto però verificare, ha affermato oggi a Ginevra,
la vice Alto commissario dell'Onu per i diritti umani Kyung-wha Kang in un intervento
alla sessione straordinaria del Consiglio diritti umani sulla situazione in Costa
d'avorio. Un progetto di risoluzione condanna le violazioni dei diritti umani e chiede
il rispetto della volontà del popolo, accentuando quindi la pressione della comunità
internazionale sul presidente della Costa d'Avorio Laurent Gbagbo che rifiuta di lasciare
il potere nonostante la sconfitta elettorale. Della situazione nel Paese ci parla,
al microfono di Helene Destombes, il nunzio apostolico in Costa d’Avorio, mons. Ambrose
Madtha:
R. - Vorrei
dire che la situazione è molto preoccupante per tutto il Paese a causa delle posizioni
dure dei due leader che chiedono di essere eletti. Però, penso che attraverso il dialogo
tra le due parti questa questione si possa risolvere. È importante che entrambe le
parti facciano un compromesso e che comincino a dialogare.
R. - Lei
teme una nuova guerra civile nel Paese?
R. – C’è questa preoccupazione
perchè se entrambi non accettano la posizione degli altri, allora c’è purtroppo la
possibilità di una guerra civile. Però io spero sempre che non succederà perchè qualsiasi
guerra civile o qualsiasi conflitto non aiuterebbe nessuno. (bf)