Approvato dal Senato Usa il Trattato Start con la Russia per il controllo delle armi
nucleari
Con un’ampia maggioranza, formata sia da democratici sia da repubblicani, il Senato
americano ha ratificato ieri il nuovo Trattato Start con la Russia sugli armamenti
atomici. L’intesa, della durata di dieci anni, stabilisce per Washington e Mosca un
tetto di 1550 testate nucleari operative e 700 vettori atomici. Il Cremlino ha espresso
soddisfazione per la ratifica statunitense, affermando che nei prossimi mesi l’approvazione
del trattato sarà una delle priorità del Parlamento russo. Da New York, Elena Molinari:
Sull’importanza
del nuovo Trattato Start, Giancarlo La Vella ha intervistato Maurizio Simoncelli,
esperto di nucleare di Archivio Disarmo:
R. - Questo
Trattato in realtà non è un trattato di vero e proprio disarmo, per cui vengono distrutti
determinati sistemi d’arma, ma pone un tetto a certi tipi di sistemi d’arma: è più
un Trattato di controllo degli armamenti. L’elemento importante è che i due governi
non hanno mai firmato trattati in questo senso: quelli che esistono precedentemente
sono con la vecchia Unione Sovietica. L’elemento importante ed innovativo è soprattutto
l’aspetto politico, che indica quindi un clima nuovo di relazioni che si stanno stabilendo
tra questi due giganti della scena politica internazionale.
D. - Secondo lei,
vista la proliferazione o minacciata proliferazione del nucleare nel mondo, occorrerebbe
che ci fosse un trattato che coinvolgesse tutti i Paesi che dispongono dell’arma nucleare?
R.
- Questo sarebbe estremamente utile, ma ricordiamo anche che diversi Paesi hanno già
firmato un Trattato internazionale, il Trattato di non proliferazione, che ormai ha
più di 40 anni di vita e che - bene o male - è riuscito a funzionare abbastanza bene,
è riuscito a tenere sotto controllo la proliferazione: da 80 mila testate siamo arrivati
a circa la metà, tra quelle dislocate e quelle negli arsenali. Alcuni Paesi hanno
rinunciato a dotarsi di armi nucleari, ma altri Paesi, nel frattempo, si sono dotati
di queste armi nucleari: pensiamo ad Israele, pensiamo al Pakistan, pensiamo all’India
e alla Corea del Nord. Quindi sarebbe estremamente opportuno che ci fosse un’adesione
del genere, tanto più che il quadro si va, per certi versi, facendo più cupo per l’azione
che sta svolgendo l’Iran nell’ambito proprio del nucleare stesso.
D. - Stati
Uniti e Russia, con questo nuovo Trattato, rimangono comunque i Paesi che detengono
il monopolio delle armi non convenzionali?
R. - Sicuramente sono quelli che
ne hanno di più: stiamo parlando dell’ordine di circa 4.500 testate per la Russia
- se ben ricordo - e di circa un migliaio per gli Stati Uniti e parliamo di testate
pronte all’uso, operative. Il grande problema è che in realtà anche soltanto 300 testate
sono già un bell’arsenale, in grado di causare danni significativi a livello internazionale,
tanto più che l’arma nucleare - vorrei anche ricordare - è un’arma destinata a colpire
dei centri urbani, delle città: quindi lanciare, per ipotesi, 80 testate nucleari
su 80 città può voler dire avviare veramente una catastrofe a livello internazionale
estremamente significativa! (mg)