Argentina: i vescovi chiedono allo Stato di contrastare il diffondersi del gioco d'azzardo
“Esprimiamo preoccupazione e dolore per una piaga crescente che penalizza molte famiglie:
il gioco d'azzardo, una dipendenza alla stregua di altre che minano l'integrità personale
e sociale”. Lo sottolineano i vescovi dell'Argentina annunciando - riferisce L’Osservatore
Romano - che il programma pastorale per il 2011 punterà ad evidenziare nuovamente
“l'inviolabile valore della vita umana e della sua dignità che poggia sul fondamento
della libertà”. Il gioco d'azzardo - affermano i presuli - è un problema vasto e complesso,
“un business a beneficio di pochi e a scapito di molti, specialmente i più poveri”.
È noto il collegamento tra tale attività e il riciclaggio di denaro proveniente dal
traffico di persone, di droga, di armi. Nel documento “Verso un bicentenario 2010-2016
giustizia e solidarietà”, i presuli avevano manifestato profonda preoccupazione per
“il diffuso aumento nel Paese dell'offerta di gioco d'azzardo, una struttura di lucro,
privata o statale, che può favorire atteggiamenti di dipendenza”. Non a caso i vescovi
denunciano il moltiplicarsi di casinò, di “sale bingo”, accompagnato dal grande business
delle slot machine, anche nei quartieri più poveri. Inoltre, i presuli segnalano l'uso
pericoloso delle nuove tecnologie come Internet che “offre nuove e sempre più massicce
forme di gioco d'azzardo”. In questo contesto ribadiscono i presuli – “lo Stato deve
garantire la piena tutela della famiglia: chi è appassionato del gioco d'azzardo può
rischiare di perdere ciò che appartiene al coniuge e ai figli. Si tratta di atti che
danneggiano la comunione familiare, e conducono spesso a incomprensioni e fratture
insanabili”. Quando poi la situazione diventa incontrollabile si sconfina in comportamenti
di dipendenza che fanno del gioco d'azzardo una vera e propria malattia progressiva
di natura psichica. “Chi patisce tale patologia - ricordano i vescovi - di solito
ha di sé una bassa autostima: da questo punto di vista vi è una radice comune con
altre dipendenze. Si è di fronte a una situazione di debolezza che si manifesta nell'inseguire
fantasie irreali di un immediato e risolutivo arricchimento nella quasi totalità dei
casi irrealizzabile. In tali situazioni si possono verificare epiloghi imprevedibili,
non di rado tragici”. I vescovi individuano anche alcuni interventi per arginare il
fenomeno del gioco d'azzardo o almeno trasformarlo in uno strumento del bene sociale.
Ad esempio “destinando una percentuale delle attività di gioco d'azzardo in favore
del sostegno di alcuni programmi sociali a livello nazionale, provinciale e comunali”.
Secondo i vescovi a riguardo del problema del gioco d'azzardo il ruolo dello Stato
è fondamentale. “Insieme con risorse finanziarie per affrontare gli effetti di questa
dipendenza, si dovrebbero incentivare politiche sociali attraverso una trasparente
disciplina delle attività di gioco”. Ma tutto ciò - concludono - non può prescindere
“dall'educazione ai valori fondamentali e irrinunciabili della dignità della persona”.
(R.G.)