2010-12-21 08:11:33

La Nord Corea rinuncia a reagire con un attacco alle esercitazioni militari di Seul


La rinuncia della Corea del Nord a reagire con un attacco militare alle manovre tenute ieri dall'esercito sudcoreano nel Mar Giallo ha creato ''un'opportunità per riprendere il dialogo nella penisola coreana''. Lo ha affermato il mediatore statunitense Bill Richardson, arrivando a Pechino dopo una missione a Pyongyang. Nei giorni scorsi la Nord Corea aveva attaccato l’isola di Yeonpyeong, controllata dal Sud. La Cina, da parte sua, ha sollecitato le due Coree ad agire con la massima moderazione. Della situazione lungo il 38° parallelo, Giada Aquilino ha parlato con Rosella Ideo, esperta di Storia politica e diplomatica dell’Asia Orientale: RealAudioMP3

R. – C’è una tensione che sta pericolosamente salendo ed è una tensione in atto da quando, alla presidenza della Repubblica del Sud, c’è Lee Myung-bak. Direi che queste esercitazioni - che sono state stigmatizzate dalla Corea del Nord ancora prima che iniziassero e ancora prima dell’attacco violento di Pyongyang che ha provocato quattro morti sull’isolotto di Yeonpyeong, al limite della linea di confine marittima tra le due Coree - non fanno che aggravare la tensione, creando un clima decisamente pericoloso.

D. – La Cina ha di fatto bloccato una risoluzione all’Onu sull’attacco nordcoreano contro Yeonpyeong. Che ruolo ha Pechino in questa crisi?

R. – Sta guardando ad un quadro più ampio, che va al di là della pericolosa situazione della penisola coreana. C’è tensione nell’area perché c’è tensione tra gli Stati Uniti e la Cina; da settembre c’è tensione anche con il Giappone. Quindi di sottofondo c’è una lotta evidente tra le tre potenze nell’area, che sono – appunto – gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone per una situazione geopolitica mutata da quando la Cina, proprio quest’anno, ha effettivamente superato, come potenza economica, il Giappone. Per quello che riguarda la penisola coreana, la Cina non ha intenzione di appoggiare la posizione americana, che è una posizione di durezza, al fianco dell’alleato sudcoreano. E’ chiaro – ed è venuto fuori dai documenti di Wikileaks – che i cinesi non amano alla follia il regime nordcoreano che ha provocato parecchio imbarazzo alla stessa Cina; però, è chiaro anche che, per la Cina, la Corea e la penisola coreana rappresentano un cuscinetto strategico importante; in caso di riunificazione, sa benissimo che si ritroverebbe gli americani nel cortile di casa. Per questo, la Cina non ha la minima intenzione di appoggiare all’Onu nessuna risoluzione contro la Corea del Nord perché ciò aggraverebbe ancora di più – secondo Pechino – la tensione nell’area.

D. – E la Russia, in questo quadro, che interessi ha?

R. – La Russia ha una posizione abbastanza in appoggio a quella cinese, anche se i russi non sono tra i comprimari di questa disputa delle grandi potenze sulla penisola coreana. Però, c’è proprio un nuovo assetto che si sta configurando nell’area dell’Asia di Nordest e in questo assetto le potenze stanno testando un po’ fino a dove e fino a quando i loro interessi nazionali possano essere protetti e coperti. (gf)










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