2010-12-21 15:04:07

Il Sinodo della Chiesa ortodossa greca critica la classe dirigente del Paese


In un messaggio ai fedeli distribuito domenica in tutte le chiese, il Sinodo della Chiesa ortodossa greca denuncia - riporta L'Osservatore Romano - la carenza di leadership e di senso etico che, complice l'attuale grave crisi economica, ha fatto della Grecia un Paese “sotto occupazione” che “esegue gli ordini dei suoi creditori” del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea e che “sembra aver perso la propria indipendenza”. Il Sinodo critica “la classe dirigente” del Paese, termine generale che sembra includere sia il precedente Governo di centrodestra sia l'attuale esecutivo guidato dal socialista George Papandreou. Per i vescovi, responsabile della crisi non è lo Stato in sé ma quella leadership politica che non è stata in grado di rinnovarsi e, interessata solo al potere, “non ha saputo parlare il linguaggio della verità”, trasformandosi in “agente” dei creditori e imponendo “cambiamenti radicali” che hanno provocato legittime proteste da parte della popolazione. Tale situazione - secondo la Chiesa ortodossa - pone a rischio i veri interessi del Paese e del suo popolo, lasciando di fatto che essi siano “governati dai nostri creditori”. Il Sinodo ricorda che, per molti economisti, quella globale “è una crisi artificiale e strumentale che mira al controllo del mondo da parte di forze non filantropiche”. Nel messaggio ai fedeli, la Chiesa denuncia anche un impoverimento morale della società che, attirata solo dalla facile ricchezza e dal benessere, “ha vissuto irresponsabilmente” allontanandosi dalla “verità delle cose” e contribuendo alla crisi attuale attraverso “richieste senza controllo ed egoistiche” dei vari settori di interesse. I vescovi concludono invitando la popolazione ad approfittare della crisi per ritrovare “la forza e l’amore” necessari nei momenti più ardui, offrendo solidarietà ai bisognosi per uscire tutti insieme e con la Chiesa da questa drammatica situazione. Com'è noto, la Grecia è una delle nazioni europee più colpite dalla crisi economica, aggravata dall'enorme debito pubblico e da un alto tasso di disoccupazione. Atene è corsa ai ripari concordando con il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione europea un piano di austerità che prevede, a fronte di un prestito di 110 miliardi di euro, tagli significativi alla spesa statale, la riforma del sistema previdenziale e misure contro l'evasione fiscale. I cittadini sono scesi già numerose volte in piazza per manifestare la loro protesta. Il Paese è nella morsa degli scioperi: quello dei trasporti pubblici sta paralizzando il traffico da due settimane. I sindacati hanno convocato per domani, in coincidenza con il voto in Parlamento sulla legge finanziaria, un nuovo sciopero generale di tre ore e una grande manifestazione ad Atene. (R.G.)







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