Abusi in Irlanda: dichiarazione di mons. Martin su un nuovo Capitolo del Rapporto
Murphy
L’alta Corte d’Irlanda ha autorizzato venerdì la pubblicazione di un capitolo mancante
del Murphy Report, il rapporto governativo sugli abusi commessi su minori da esponenti
del clero dell’arcidiocesi di Dublino dal 1975 al 2004. Si tratta del capitolo 19
riguardante un sacerdote, Tony Walsh, condannato agli inizi di dicembre a 16 anni
di prigione per aver abusato sessualmente di tre bambini negli anni '70 e '80. La
sua pubblicazione era stata rinviata in attesa della conclusione del processo. Come
per i precedenti casi esaminati dal Rapporto Murphy, anche questo nuovo capitolo chiama
in causa le responsabilità della polizia e delle autorità ecclesiastiche per non avere
impedito a Walsh, per più di 15 anni fino al suo arresto nel 1996, di continuare a
molestare bambini nonostante la sua condotta fosse nota. Una linea da cui l’arcivescovo
di Dublino mons. Diarmuid Martin ha preso fermamente le distanze ribadendo in una
nota, le “sue scuse senza riserve per il dolore causato e per il modo in cui la Chiesa
locale ha gestito questi casi”. Nella dichiarazione, mons. Martin esprime parole di
elogio per il coraggio delle vittime nel denunciare gli abusi subiti, un coraggio,
afferma, “che ha fatto un gran bene ai bambini, alla società, ma soprattutto alla
Chiesa e per il quale abbiamo tutti un debito di riconoscenza”. L’arcivescovo di
Dublino conclude rinnovando l’appello rivolto neanche un mese fa per un rinnovamento
profondo della Chiesa in Irlanda e in particolare a porre fine all’autoreferenzialità
che l’ha contraddistinta negli anni passati: “Il primo passo verso questo rinnovamento
– scrive - è riconoscere che cosa non ha funzionato e ammettere con onestà e ‘senza
se e senza ma’ la gravità e l’enormità di quanto avvenuto”. Del Rapporto Murphy si
attende ora la pubblicazione di un ultimo capitolo, il 20°, ancora in fase di elaborazione.
Esso riguarda un caso ancora pendente e la sua pubblicazione è prevista nel mese di
luglio 2011. (L.Z.)