2010-12-19 10:57:25

Libertà religiosa, un bene per tutti gli uomini: il teologo Pacini parla del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace


Fondamentalismo e laicismo sono “forme speculari” che attaccano il diritto alla libertà religiosa: è uno dei richiami forti del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace del 2011, pubblicato giovedì scorso. Nel documento, il Papa mette in guardia dal tentativo di emarginare la dimensione religiosa, in particolare cancellando l’esposizione dei simboli religiosi. Su questo monito del Pontefice, Fabio Colagrande ha intervistato il teologo don Andrea Pacini, consultore della Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso:RealAudioMP3

R. - Credo sia certamente importante continuare a sottolineare la necessità di esprimere la propria appartenenza religiosa in maniera comunitaria e quindi esternandola, anche perché in tutti i Paesi la religione è il retroterra delle culture che, seppure in parte si siano poi laicizzate, hanno certamente nella matrice religiosa le radici valoriali più profonde e più vere. Per cui, significherebbe disconoscerle. Nello stesso tempo, è anche vero che questi atteggiamenti che tendono a voler abolire i segni religiosi dalla sfera pubblica - con una sorta di appello al “politically correct” in base al quale in una società multireligiosa e multiculturale non ci dovrebbe essere spazio per queste espressioni - non derivano da antagonismi di tipo religioso, ma da posizioni di tipo laicista.

D. - Questo è vero, perché spesso si dice “No ai simboli religiosi nelle scuole perché si possono offendere i giovani di altre religioni”. In questo caso, invece, si dimostra che questa sorta di neutralità è in realtà un laicismo nascosto…

R. - Direi proprio di sì, perché è estremamente raro che queste richieste vengano da componenti religiose. Nella maggior parte dei casi, provengono sempre da direttive di ordine pubblico o da iniziative, anche personali, nelle scuole e così via, che si appellano - senza un retroterra religioso - a motivazioni di generica tolleranza; motivazioni che implicano il non urtare i sentimenti altrui. Aggiungo che è verissimo che, nella fattispecie dei musulmani, ciò da cui sono più scandalizzati non è il fatto che ci siano delle espressioni pubbliche della fede religiosa cristiana ma, al contrario, li scandalizza i fenomeni di secolarizzazione, di materialismo, di edonismo che tante volte - soprattutto attraverso i mass media - sono un po’ l’unico messaggio, l’unico "affresco" dell’Europa che giunge loro.

D. - Dire che gli appelli per la libertà religiosa sono basati sulla dignità della persona vuol dire: rispettiamo i diritti degli altri perché è la cosa giusta da fare, e non in cambio di un suo equivalente o per un favore ricevuto…

R. - Assolutamente sì. Se noi crediamo che la libertà religiosa è inerente alla dignità della persona umana, naturalmente non possiamo sottoporla a nessun tipo di condizione, anche se gli stessi fedeli di altre religioni appartengono a religioni che magari, in altri Paesi, non rispettano in maniera altrettanto seria la libertà religiosa dei cristiani. (vv)







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