Libertà religiosa, un bene per tutti gli uomini: il teologo Pacini parla del Messaggio
del Papa per la Giornata mondiale della pace
Fondamentalismo e laicismo sono “forme speculari” che attaccano il diritto alla libertà
religiosa: è uno dei richiami forti del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata
Mondiale della Pace del 2011, pubblicato giovedì scorso. Nel documento, il Papa mette
in guardia dal tentativo di emarginare la dimensione religiosa, in particolare cancellando
l’esposizione dei simboli religiosi. Su questo monito del Pontefice, Fabio Colagrande
ha intervistato il teologo don Andrea Pacini, consultore della Commissione
per i rapporti religiosi con i musulmani presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso:
R. - Credo
sia certamente importante continuare a sottolineare la necessità di esprimere la propria
appartenenza religiosa in maniera comunitaria e quindi esternandola, anche perché
in tutti i Paesi la religione è il retroterra delle culture che, seppure in parte
si siano poi laicizzate, hanno certamente nella matrice religiosa le radici valoriali
più profonde e più vere. Per cui, significherebbe disconoscerle. Nello stesso tempo,
è anche vero che questi atteggiamenti che tendono a voler abolire i segni religiosi
dalla sfera pubblica - con una sorta di appello al “politically correct” in base al
quale in una società multireligiosa e multiculturale non ci dovrebbe essere spazio
per queste espressioni - non derivano da antagonismi di tipo religioso, ma da posizioni
di tipo laicista.
D. - Questo è vero, perché spesso si dice “No ai simboli
religiosi nelle scuole perché si possono offendere i giovani di altre religioni”.
In questo caso, invece, si dimostra che questa sorta di neutralità è in realtà un
laicismo nascosto…
R. - Direi proprio di sì, perché è estremamente raro
che queste richieste vengano da componenti religiose. Nella maggior parte dei casi,
provengono sempre da direttive di ordine pubblico o da iniziative, anche personali,
nelle scuole e così via, che si appellano - senza un retroterra religioso - a motivazioni
di generica tolleranza; motivazioni che implicano il non urtare i sentimenti altrui.
Aggiungo che è verissimo che, nella fattispecie dei musulmani, ciò da cui sono più
scandalizzati non è il fatto che ci siano delle espressioni pubbliche della fede religiosa
cristiana ma, al contrario, li scandalizza i fenomeni di secolarizzazione, di materialismo,
di edonismo che tante volte - soprattutto attraverso i mass media - sono un po’ l’unico
messaggio, l’unico "affresco" dell’Europa che giunge loro.
D. - Dire
che gli appelli per la libertà religiosa sono basati sulla dignità della persona vuol
dire: rispettiamo i diritti degli altri perché è la cosa giusta da fare, e non in
cambio di un suo equivalente o per un favore ricevuto…
R. - Assolutamente
sì. Se noi crediamo che la libertà religiosa è inerente alla dignità della persona
umana, naturalmente non possiamo sottoporla a nessun tipo di condizione, anche se
gli stessi fedeli di altre religioni appartengono a religioni che magari, in altri
Paesi, non rispettano in maniera altrettanto seria la libertà religiosa dei cristiani.
(vv)