La mostra di Van Gogh a Roma, grande successo di pubblico
E’ record di visitatori al Complesso del Vittoriano a Roma per la mostra “Vincent
Van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna”. L’esposizione che riporta dopo 22
anni nella capitale il grande pittore olandese resterà aperta fino al 6 febbraio.
Agli oltre settanta i capolavori autografi sono accostate circa quaranta opere dei
grandi artisti che ispirarono il maestro olandese. Il servizio è di Paolo Ondarza:
(musica)
Città
e campagna: due mondi in apparente contraddizione ma conviventi nell’immaginario di
Van Gogh: la corposa pennellata del pittore olandese dà forma ora alla quiete dei
campi, ora al rapido movimento dei centri urbani di fine Ottocento. Benedetta
Calazavara, responsabile mostre del Vittoriano:
“La campagna
rappresenta i valori senza tempo, i valori eterni, quelli che si ripetono con lo stesso
ritmo delle stagioni, come il lavoro dei contadini. La città è vista invece come luogo
della modernità, del mondo che cambia, dell’industrializzazione, del mercato dell’arte,
che a Parigi, in quegli anni, era così vivace”.
Dipinti, acquarelli,
opere su carta: oltre 70 i capolavori siglati dall’inconfondibile firma: Vincent.
Riflette l’interiorità dell’artista la natura animata nell’olio “Cipressi con due
figure femminili” del 1889. Più pacato il paesaggio nel disegno monocromo del fosso,
ricco di sfumature semantiche. Una primavera del colore l’olio su tela con gli Orti
di Montmartre. Specchio dell’evoluzione artistica del maestro, dal realismo sognante
dei pittori di Barbizon ad un’interpretazione originalissima della lezione impressionista,
è la serie dei tre autoritratti realizzata in soli due anni. Ancora la Calzavara:
“Nel
primo ritratto si raffigura come un pittore fiammingo, vestito di nero, con questi
tocchi di luce sulla barba rossa. Nel secondo è il pittore impressionista, elegante,
con il cappello di feltro. Nell’ultima opera, invece, è raffigurato con un cappello
di paglia e la pipa in bocca – il contadino – e con un sole fortissimo d’estate”.
Felice
l’accostamento tra le opere di Vang Gogh e quelle dei pittori a cui egli guardò nella
sua breve, ma prolifica attività pittorica. Significativo il confronto con il realismo
paesaggistico di Jean Francois Millet:
“Van Gogh definiva Millet 'père
Millet', padre Millet. In particolare, il confronto tra il seminatore di Millet e
il seminatore di Van Gogh è veramente eccezionale: entra fortissima la tavolozza impressionista,
la pennellata vorticosa. Il seminatore delicato di Millet diventa nel quadro di Van
Gogh una figura rossa, gialla, verde, e ci fa vedere proprio come questo pittore innovi
l’arte”.(ap)