2010-12-18 15:28:20

Tensione in Costa d'Avorio. Onu e Ue: Gbagbo lasci subito il potere


Sempre delicata la situazione in Costa D’Avorio. I sostenitori del presidente Ouattara, che secondo la commissione elettorale nazionale ha vinto le presidenziali di novembre, sono pronti a nuove manifestazioni. Mentre la comunità internazionale continua a chiedere al capo di stato uscente Gbabo di lasciare il potere. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

L’ultima a rinnovare la richiesta, attraverso una lettera, è stata l’Unione Africana. Ieri lo ha fatto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-moon, definendo Gbagbo la “parodia della democrazia”. Sulla stessa linea anche il presidente francese, Sarkozy, che ha minacciato di inserire il leader ivoriano nella lista nera dell’Unione Europea che prevede pesanti sanzioni e restrizioni di movimento all’interno dei paesi comunitari. Intanto, la tensione nel Paese africano continua a salire. Dopo la manifestazione di ieri, i sostenitori di Ouattara, che hanno abbandonato l’idea di una marcia verso il palazzo presidenziale di Abdjian, hanno chiesto alla popolazione di essere pronta alla mobilitazione contro Gbabo, minacciando nuove dimostrazioni, stavolta con l’obiettivo di muoversi verso la televisione di Stato. Dall’altro lato, esponenti vicini al capo di Stato uscente hanno invocato chiaramente l’uso delle armi nei confronti degli avversari. Il timore principale è rappresentato da un possibile intervento dell’esercito che, nonostante i tentativi di dissuasione della comunità internazionale, continua a sostenere il suo leader, da parte sua non intenzionato ad abbandonare il potere. Sullo sfondo le preoccupazioni espresse dalle varie agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, che in vista di scontri sempre più probabili hanno previsto cinquemila profughi in fuga verso i Paesi confinanti, a partire dalla prossima settimana. Netta la condanna del clima di intimidazione nei confronti dei giornalisti da parte di Reporter Senza Frontiere che, assieme alla Croce Rossa internazionale, punta il dito contro le violenze di due giorni fa costate la vita ad almeno una ventina di persone.








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