Domani, la Bielorussia è chiamata al voto per le presidenziali. Le previsioni annunciano
una netta vittoria per il capo di stato uscente, Lukashenko. L’opposizione ha già
denunciato intimidazioni invocando adunate di piazza. Tuttavia, non è riuscita a coalizzarsi
contro l’uomo forte di Minsk, al potere da 16 anni. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:00:01:01:78
“Quelle
di domani sembrano presidenziali davvero scontate. Tutti i sondaggi della vigilia
danno il leader bielorusso, Aleksander Lukashenko, nettamente in testa con un grosso
margine di vantaggio sulla somma dei voti che dovrebbero ottenere i suoi nove sfidanti
messi insieme. Se nel 2006 la competizione poteva considerarsi aperta, poichè l’opposizione
era riuscita a nominare un solo candidato, adesso ognuno è andato per conto suo: nel
2008 il fronte antigovernativo non è riuscito ad eleggere nemmeno un suo rappresentante
in parlamento. Presidente dal 1994, criticato da Russia, Unione Europea e Stati Uniti,
Lukashenko non ha avversari in patria, anche grazie al controllo dei mass media. Gli
osservatori dell’Osce hanno già certificato la disparità dell’uso di questi ultimi
fra i candidati. In caso di elezioni irregolari, l’Unione Europea ha promesso nuovi
aiuti economici alla Bielorussia, che nel frattempo ha strappato a Mosca ulteriori
concessioni doganali sulla vendita all’estero del petrolio russo.