Il cardinale Bagnasco ai parlamentari italiani: “non rinunciare mai al dialogo”
Un invito a non rinunciare mai al dialogo con gli altri e a mantenere la volontà di
dialogare: “quando tale volontà è inquinata, allora non c’è neppure desiderio di ascoltare,
di sforzarsi di capire l’altro, di porsi dal suo punto di vista, di dirgli qualcosa
di significativo. Allora nasce un dialogo tra sordi e tutto tende a essere distorto,
a volte urlato nei toni, nei modi e nelle parole”. Così il presidente della Conferenza
episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, si è rivolto ai parlamentari italiani
durante la Messa celebrata per loro in vista del Natale, nella chiesa di Sant’Ivo
alla Sapienza a Roma. Il porporato, riferisce l'agenzia Sir, ha ricordato che Paolo
VI definiva la politica “la forma più alta di carità”; il mondo politico è chiamato
a essere “un punto di riferimento dell’arte del dialogo”, deve “saper guardare alto
e lontano”. La qualità più grande che un politico deve possedere, è “quel senso di
umanità e di moderazione” che costituisce l’anima della gente, un’anima “non generata
dallo Stato, perché lo precede – ha concluso il cardinale – quest’anima, però, lo
Stato ha il compito di preservarla e di promuoverla. È un patrimonio spirituale che
non può essere dilapidato, ma solo custodito e incrementato, consapevoli che, se venisse
a mancare, lo Stato s’impoverirebbe fino a ridursi a una burocrazia mercantile, forse
efficiente ma senza vita”. (R.B.)