2010-12-17 13:34:23

Denuncia dell’Onu: “I cristiani iracheni costretti a fuggire”. Natale di paura per chi resta


I cristiani continuano a scappare dall’Iraq per paura che si ripetano attentati come quello del 31 ottobre contro la chiesa Nostra Signora del Perpetuo Soccorso di Baghdad, in cui persero la vita due sacerdoti e oltre 50 fedeli. La denuncia, oggi a Ginevra, da parte dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite (Acnur), secondo il quale la Svezia nei giorni scorsi, avrebbe respinto con la forza, 20 rifugiati iracheni di confessione cristiana. “Un lento, ma costante esodo”: così Melissa Fleming, portavoce dell’Acnur, ha definito la progressiva fuga di cristiani dall’Iraq verso zone più sicure come la piana di Ninive o il Kurdistan, oppure, chi può, all’estero. Secondo una stima del 2009, i cristiani nel Paese sono tra i 5 e i 600mila tra caldei, siro-cattolici e siro-ortodossi. Oltre il 50% di essi, prima dell’attacco del 31 ottobre scorso, viveva nella capitale, ma forte era la presenza anche a Mosul, con una comunità di circa 50mila persone, ora ridotta a non più di 7-8mila. E proprio a Mosul, che è una delle città più colpite dalla violenza anticristiana, a Natale resteranno aperte solo tre chiese, con polizia ed esercito a presidiare la zona; saranno abolite le veglie notturne e mantenute solo le celebrazioni del 25, per ragioni di sicurezza. “I fedeli ormai hanno quasi tutti lasciato la città – è la testimonianza dell’arcivescovo mons. Emil Shimoun Nona – le Messe del 25 saranno celebrate in spirito di preghiera e condivisione verso le famiglie vittime degli attacchi anticristiani”. La situazione non è migliore a Kirkuk, come racconta all'agenzia Sir l’arcivescovo, mons. Louis Sako: “La strage degli innocenti ordinata da Erode che leggiamo nel Nuovo Testamento la viviamo sulla nostra pelle ogni giorno – ha detto - possiamo proteggere le chiese, ma non loro. Una volta usciti, infatti, sarebbero bersagli, tra l’altro anche riconoscibili dagli abiti della festa indossati”. Potranno, invece, assistere alla veglia di Natale, 100 profughi accolti nella parrocchia di Sulemanya, nel Kurdistan iracheno, dove la situazione è più tranquilla. (A cura di Roberta Barbi) RealAudioMP3







All the contents on this site are copyrighted ©.