Spagna: migliaia di adesioni alla Dichiarazione per la libertà religiosa
Sono già quasi 14.mila le persone che in Spagna hanno aderito alla dichiarazione "Por
la libertad religiosa en el mundo" redatta dal comitato promotore, sorto in seno alla
società civile, della “Lettera di benvenuto” rivolta a Benedetto XVI in occasione
del suo viaggio a Santiago de Compostela e a Barcellona il 6 e 7 novembre scorsi.
Tra i firmatari figurano l'ex primo ministro José María Aznar, attuale presidente
della Fondazione per l'analisi e gli studi sociali, il vicepresidente della comunità
ebraica di Madrid, David Hatchwell, il giornalista e scrittore Luis María Anson, l'ex
presidente del Tribunale costituzionale, Manuel Jiménez de Parga, oltre a docenti
universitari, eurodeputati, avvocati, magistrati. La dichiarazione, spiegano gli autori
all’Osservatore Romano, vuole innanzitutto esprimere solidarietà, vicinanza e appoggio
a tutte le vittime dell'intolleranza, della violenza e della persecuzione per motivi
religiosi, qualunque sia il credo da loro professato. Il documento comincia ricordando
l'attentato compiuto il 31 ottobre contro la chiesa cattolica di Nostra Signora del
Perpetuo Soccorso a Baghdad, mentre si celebrava la messa domenicale; attacco che
è costato la vita, tra gli altri, a 58 fedeli, inclusi tre sacerdoti. Quel tragico
massacro, ha aperto gli occhi di molte persone sulla situazione che vivono le minoranze
cristiane in diversi Paesi dell'Asia e dell'Africa. “Nessuno — si legge nella dichiarazione
— poteva pensare che all'inizio del XXI secolo ci fosse un esodo di persone e di gruppi
di grandi dimensioni per motivi religiosi. E che questo drammatico fenomeno si svolgesse
in un muro di silenzio, come se la libertà di credo non ci toccasse e riguardasse
tutti”. Negli ultimi anni la libertà religiosa è oggetto di aggressione da diverse
parti, con crescente virulenza in alcune aree del mondo: a volte si tratta di maggioranze
che impongono il loro concetto della vita alle minoranze e pretendono di eliminare
il dissenso. Altre volte si tratta di minoranze intolleranti che cercano di imporre
alla maggioranza un ambiente dal quale sono state estirpate le espressioni di religiosità
vive in una società. I firmatari lanciano un appello alle istituzioni pubbliche,
alle organizzazioni sociali e a tutti i cittadini per adottare una “condotta di difesa
attiva” della libertà religiosa, essendo essa “uno dei pilastri su cui devono basarsi
la pace, la giustizia e la libertà nel mondo”. Oggi a Madrid, la Fondazione universitaria
“San Pablo Ceu”, l'associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” e il gruppo del Partito
popolare europeo a Strasburgo hanno organizzato una riunione intitolata “Cristiani
perseguitati: la realtà dell'Iraq”, alla quale parteciperanno fra gli altri l'arcivescovo
di Mossul dei Siri, Basile Georges Casmoussa, e l'arcivescovo di Baghdad dei Siri,
Athanase Matti Shaba Matoka. (C.P.)