2010-12-16 13:15:08

Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace: porre fine a violenze e discriminazioni contro i cristiani, il gruppo religioso più perseguitato nel mondo


E’ stato presentato oggi nella Sala Stampa vaticana il Messaggio di Benedetto XVI per la 44.ma Giornata mondiale della pace che sarà celebrata il primo gennaio 2011 sul tema “Libertà religiosa, via per la pace”. La sintesi del documento in questo servizio di Sergio Centofanti:

Il Papa, all’inizio del Messaggio, ricorda che anche quest’anno è stato segnato “dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa”. Il suo pensiero si rivolge in particolare alle sofferenze della comunità cristiana dell’Iraq, colpita da continue violenze che inducono molti fedeli a emigrare. Ma è in tutto il mondo che i discepoli di Cristo sono colpiti. “I cristiani – è la forte denuncia di Benedetto XVI - sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede”. In Occidente, poi – nota - vi sono “forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti”, che “si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”. Si tratta di forme che fomentano spesso l’odio, il pregiudizio e l’emarginazione dei credenti nel dibattito pubblico contraddicendo il pluralismo e la laicità delle istituzioni che vorrebbero difendere.

Il Papa ricorda che “il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana”. “L’ordinamento giuridico a tutti i livelli, nazionale e internazionale, quando consente o tollera il fanatismo religioso o antireligioso, viene meno alla sua stessa missione, che consiste nel tutelare e nel promuovere la giustizia e il diritto di ciascuno” ed “espone la società al rischio di totalitarismi politici e ideologici, che enfatizzano il potere pubblico, mentre sono mortificate o coartate, quasi fossero concorrenziali, le libertà di coscienza, di pensiero e di religione”. Per Benedetto XVI è “inconcepibile” che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere considerati cittadini attivi”. Il relativismo morale - spiega - invece di costruire una pacifica convivenza, provoca divisione e negazione della dignità degli esseri umani. “Il patrimonio di principi e di valori espressi da una religiosità autentica è una ricchezza per i popoli”. “Nel rispetto della laicità positiva delle istituzioni statali, la dimensione pubblica della religione deve essere sempre riconosciuta. A tal fine è fondamentale un sano dialogo tra le istituzioni civili e quelle religiose”. Tutto ciò “non costituisce in nessun modo una discriminazione di coloro che non ne condividono la credenza, ma rafforza, piuttosto, la coesione sociale, l’integrazione e la solidarietà”.

“Il diritto alla libertà religiosa – afferma il Pontefice - è radicato nella stessa dignità della persona umana, la cui natura trascendente non deve essere ignorata o trascurata”. “Tra i diritti e le libertà fondamentali”, dunque, “la libertà religiosa gode di uno statuto speciale. Quando la libertà religiosa è riconosciuta, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice” ma “quando la libertà religiosa è negata … si minacciano la giustizia e la pace”. Per questo, ogni persona deve avere il diritto di professare la propria religione “individualmente o comunitariamente … sia in pubblico che in privato”, e non deve incontrare ostacoli se vuole “aderire ad un’altra religione o non professarne alcuna”. “La libertà religiosa – si legge ancora nel testo - non è patrimonio esclusivo dei credenti, ma dell’intera famiglia dei popoli della terra. È elemento imprescindibile di uno Stato di diritto” ed è “la cartina di tornasole per verificare il rispetto di tutti gli altri diritti umani”.

“La difesa della religione – rimarca il Papa - passa attraverso la difesa dei diritti e delle libertà delle comunità religiose” in particolare delle minoranze che “non costituiscono una minaccia contro l’identità della maggioranza, ma sono al contrario un’opportunità per il dialogo e per il reciproco arricchimento culturale”. La Chiesa, da parte sua, continua a promuovere il dialogo tra le varie religioni, pur senza cadere nel relativismo e nel sincretismo religioso, perché sa che Cristo è «via, verità e vita», nella consapevolezza che “ogni verità, da chiunque sia detta, proviene dallo Spirito Santo”. Benedetto XVI ricorda che l’anno prossimo ricorrerà il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata ad Assisi nel 1986 da Giovanni Paolo II. “In quell’occasione i leader delle grandi religioni del mondo hanno testimoniato come la religione sia un fattore di unione e di pace, e non di divisione e di conflitto”.

Il Papa lancia un accorato appello ai responsabili delle nazioni ad “agire prontamente per porre fine ad ogni sopruso contro i cristiani” che “soffrono persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e intolleranza, in particolare in Asia, in Africa, nel Medio Oriente e specialmente nella Terra Santa”. Nello stesso tempo esorta i cristiani a vivere le Beatitudini rinnovando l’impegno al perdono. “La violenza non si supera con la violenza. Il nostro grido di dolore – è il suo invito - sia sempre accompagnato dalla fede, dalla speranza e dalla testimonianza dell’amore di Dio”. Benedetto XVI esprime inoltre il suo auspicio “affinché in Occidente, specie in Europa, cessino l’ostilità e i pregiudizi contro i cristiani per il fatto che essi intendono orientare la propria vita in modo coerente ai valori e ai principi espressi nel Vangelo. L’Europa, piuttosto - si legge nel Messaggio - sappia riconciliarsi con le proprie radici cristiane, che sono fondamentali per comprendere il ruolo che ha avuto, che ha e che intende avere nella storia”.

“La pace è un dono di Dio” – scrive Benedetto XVI - “non è semplice assenza di guerra, non è mero frutto del predominio militare o economico”. Benedetto XVI fa proprio l’appello di Paolo VI, il Papa che ha istituito la Giornata Mondiale della Pace: “Occorre innanzi tutto dare alla Pace altre armi, che non quelle destinate ad uccidere e a sterminare l'umanità. Occorrono sopra tutto le armi morali”. “La libertà religiosa – conclude Benedetto XVI - è un’autentica arma della pace, con una missione storica e profetica”, quella di “cambiare e rendere migliore il mondo”.







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